In un’intervista al Financial Times, Elke König, presidente del Single Resolution Board, ha giudicato negativamente l’ipotesi di creazione di una Bad Bank, avanzata dal presidente della vigilanza BCE (leggi il nostro articolo) e invitato gli istituti di credito a lavorare sodo per distinguere le controparti in difficoltà temporanea e reversibile da quelle destinate a diventare insolventi.
Inoltre ha ribadito la necessità di armonizzare adeguatamente le regole sugli aiuti di Stato per la gestione delle banche in difficoltà con il regime di “risoluzione”, che interviene per scongiurare crisi finanziarie sistemiche, perchè al momento sussiste un “disallineamento” nel sistema.
La SRB è stata istituita in seguito alla crisi del debito sovrano dell’eurozona per mettere in liquidazione in modo ordinato le banche colpite, garantendo al tempo stesso la stabilità finanziaria e un trattamento coerente dei finanziatori della regione. Ma con le autorità di regolamentazione che ora soppesano i rischi di un’ondata di NPL, l’agenzia sta ancora lavorando con un sistema incompleto di regole della crisi bancaria dell’UE che deve operare su un mosaico di accordi nazionali diversi.
Il mese scorso, Andrea Enria, a capo della vigilanza BCE, ha scritto sul FT che, in uno scenario “grave ma plausibile“, i non-performing loans delle banche dell’Eurozona potrebbero raggiungere 1,4tn, (leggi il nostro articolo) ben al di sopra dei livelli della crisi finanziaria del 2008 e della conseguente crisi del debito sovrano dell’UE.
Secondo la König, sarebbe ancora troppo presto per capire a fondo la gravità della situazione dei NPL, che dipende dalla natura e durata della recessione e della ripresa. Ha aggiunto che le misure introdotte dai governi nazinali, come le garanzie statali, stanno “schermando” gli istitudi di credito. Nell’ipotesi, verosimile, che si assista a una crescita dei crediti in sofferenza nella prima metà del prossimo anno è necessario che le banche si preparino per tempo.
Il mese prossimo la Commissione Europea presenterà le proprie proposte per gestire quello che Valdis Dombrovskis, vice-presidente esecutivo che supervisiona la politica economica, ha detto che sarà un “probabile aumento” dei NPL. Queste includono l’ulteriore sviluppo dei mercati secondari in cui gli NPL vengono acquistati e venduti, e le riforme dei sistemi di insolvenza e di recupero del debito (leggi il nostro articolo)
Alla proposta di Enria per la costituzione di una o più “società di gestione” dedicate ai NPL, la König ha replicato che la strada principale per affrontare la criticità rimane per il momento che gli istitudi i credito facciano i loro compiti a casa.
In particolare la predisentessa del SRB ha dichiarto:
“L’intero dibattito (..) . manca sempre una componente: <<chi paga il conto?>> a volte sembra che questo sia il sistema magico”, quello in cui le perdite dovrebbero evaporare, qualcosa “che non accadrà.
Le banche devono essere in grado di segmentare correttamente il proprio portafoglio crediti e e di stabilire come le modalità di gestione. Ha poi aggiunto che nella crisi attuale c’è ancora un mercato per immobili e crediti deteriorati.
L’intervento si conclude sottolineando il grande lavoro che è stato fatto per rafforzare la resilienza delle banche e garantire che possano essere messe in sicurezza in caso di fallimento a partire dai giorni bui della crisi dell’eurozona. Questo processo ha visto la crescita delle obligazioni bancarie subordinate che assorbono le perdite in caso di dissesto tutelando i contribuenti.
Inoltre si ribadisce che il sistema dell’UE per la risoluzione ordinata degli istituti di credito non è ancora completo perchè è necessario introdurre uno “strumento di preliquidazione” che permetta alla sua agenzia di intervenire prima della fase acuta della crisi per salvare la parte buona di una banca, evitando la distruzione inutile del valore.
La SRB e il più ampio sistema che essa supervisiona sono pienamente operativi dal 2016, e in quel periodo ha gestito il fallimento di una banca: Il Banco Popular spagnolo.
Un problema in corso, ha detto, è che le condizioni legate alle banche sottoposte a procedure concorsuali nazionali sono diverse da quelle legate agli interventi della sua agenzia. La questione è esplosa nel 2017, quando due banche regionali italiane hanno ricevuto aiuti di Stato nell’ambito di una procedura fallimentare, mentre i loro creditori senior sono stati protetti dalle perdite.
Ciò ha suscitato all’epoca le lamentele di Berlino e di alcune altre capitali, secondo le quali le misure rappresentavano una scappatoia che consentiva ai governi nervosi di aggirare il principio adottato dall’UE sulla scia della crisi finanziaria secondo cui gli investitori, compresi i creditori senior, avrebbero dovuto affrontare le perdite prima del contribuente.
La Commissione europea rivedrà il sistema di risoluzione delle crisi bancarie l’anno prossimo.
In un’intervista al Financial Times, Elke König, presidente del Single Resolution Board, ha giudicato negativamente l’ipotesi di creazione di una Bad Bank, avanzata dal presidente della vigilanza BCE (leggi il nostro articolo) e invitato gli istituti di credito a lavorare sodo per distinguere le controparti in difficoltà temporanea e reversibile da quelle destinate a diventare insolventi.
Inoltre ha ribadito la necessità di armonizzare adeguatamente le regole sugli aiuti di Stato per la gestione delle banche in difficoltà con il regime di “risoluzione”, che interviene per scongiurare crisi finanziarie sistemiche, perchè al momento sussiste un “disallineamento” nel sistema.
La SRB è stata istituita in seguito alla crisi del debito sovrano dell’eurozona per mettere in liquidazione in modo ordinato le banche colpite, garantendo al tempo stesso la stabilità finanziaria e un trattamento coerente dei finanziatori della regione. Ma con le autorità di regolamentazione che ora soppesano i rischi di un’ondata di NPL, l’agenzia sta ancora lavorando con un sistema incompleto di regole della crisi bancaria dell’UE che deve operare su un mosaico di accordi nazionali diversi.
Il mese scorso, Andrea Enria, a capo della vigilanza BCE, ha scritto sul FT che, in uno scenario “grave ma plausibile“, i non-performing loans delle banche dell’Eurozona potrebbero raggiungere 1,4tn, (leggi il nostro articolo) ben al di sopra dei livelli della crisi finanziaria del 2008 e della conseguente crisi del debito sovrano dell’UE.
Secondo la König, sarebbe ancora troppo presto per capire a fondo la gravità della situazione dei NPL, che dipende dalla natura e durata della recessione e della ripresa. Ha aggiunto che le misure introdotte dai governi nazinali, come le garanzie statali, stanno “schermando” gli istitudi di credito. Nell’ipotesi, verosimile, che si assista a una crescita dei crediti in sofferenza nella prima metà del prossimo anno è necessario che le banche si preparino per tempo.
Il mese prossimo la Commissione Europea presenterà le proprie proposte per gestire quello che Valdis Dombrovskis, vice-presidente esecutivo che supervisiona la politica economica, ha detto che sarà un “probabile aumento” dei NPL. Queste includono l’ulteriore sviluppo dei mercati secondari in cui gli NPL vengono acquistati e venduti, e le riforme dei sistemi di insolvenza e di recupero del debito (leggi il nostro articolo)
Alla proposta di Enria per la costituzione di una o più “società di gestione” dedicate ai NPL, la König ha replicato che la strada principale per affrontare la criticità rimane per il momento che gli istitudi i credito facciano i loro compiti a casa.
In particolare la predisentessa del SRB ha dichiarto:
“L’intero dibattito (..) . manca sempre una componente: <<chi paga il conto?>> a volte sembra che questo sia il sistema magico”, quello in cui le perdite dovrebbero evaporare, qualcosa “che non accadrà.
Le banche devono essere in grado di segmentare correttamente il proprio portafoglio crediti e e di stabilire come le modalità di gestione. Ha poi aggiunto che nella crisi attuale c’è ancora un mercato per immobili e crediti deteriorati.
L’intervento si conclude sottolineando il grande lavoro che è stato fatto per rafforzare la resilienza delle banche e garantire che possano essere messe in sicurezza in caso di fallimento a partire dai giorni bui della crisi dell’eurozona. Questo processo ha visto la crescita delle obligazioni bancarie subordinate che assorbono le perdite in caso di dissesto tutelando i contribuenti.
Inoltre si ribadisce che il sistema dell’UE per la risoluzione ordinata degli istituti di credito non è ancora completo perchè è necessario introdurre uno “strumento di preliquidazione” che permetta alla sua agenzia di intervenire prima della fase acuta della crisi per salvare la parte buona di una banca, evitando la distruzione inutile del valore.
La SRB e il più ampio sistema che essa supervisiona sono pienamente operativi dal 2016, e in quel periodo ha gestito il fallimento di una banca: Il Banco Popular spagnolo.
Un problema in corso, ha detto, è che le condizioni legate alle banche sottoposte a procedure concorsuali nazionali sono diverse da quelle legate agli interventi della sua agenzia. La questione è esplosa nel 2017, quando due banche regionali italiane hanno ricevuto aiuti di Stato nell’ambito di una procedura fallimentare, mentre i loro creditori senior sono stati protetti dalle perdite.
Ciò ha suscitato all’epoca le lamentele di Berlino e di alcune altre capitali, secondo le quali le misure rappresentavano una scappatoia che consentiva ai governi nervosi di aggirare il principio adottato dall’UE sulla scia della crisi finanziaria secondo cui gli investitori, compresi i creditori senior, avrebbero dovuto affrontare le perdite prima del contribuente.
La Commissione europea rivedrà il sistema di risoluzione delle crisi bancarie l’anno prossimo.