Il 21 ottobre PayPal, uno dei maggiori servizi di pagamento digitale, ha annunciato la sua apertura alle criptovalute, consentendone l’impiego (per ora solo agli utenti statunitensi) presso il suo circuito di e-commerce e i suoi 26 milioni di venditori. PayPal agirà in qualità di soggetto abilitato a detenere, vendere, acquistare e scambiare valute virtuali fra cui, inizialmente, rientrano Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum e Litecoin. Nelle prossime settimane, chi possiede un conto PayPal aperto negli Stati Uniti potrà acquistare le criptovalute ed impiegarle come metodo di pagamento per l’acquisto online presso i venditori convenzionati, in aggiunta a eventuali altri metodi già selezionati, come le carte di credito o l’addebito diretto in conto. Nel corso del 2021, potrà essere estesa la stessa funzionalità anche a Venmo, l’App per i pagamenti P2P di PayPal.
A giugno 2020 il Dipartimento dei Servizi Finanziari di New York ha proposto un framework legislativo che consente a nuovi entranti (dalle start-up alle società consolidate) di lavorare in ambito criptovalute in collaborazione con soggetti già in possesso di un’autorizzazione BitLicense, ovvero un permesso per scambiare e tenere nel portafoglio elettronico valute digitali. PayPal ha ottenuto questa licenza in seguito ad un accordo di collaborazione con Paxos, un operatore vigilato e autorizzato nel 2015 dal Dipartimento a operare nel mercato delle criptovalute
Bisogna precisare che PayPal dovrebbe “assorbire” il problema della volatilità di prezzo, tipica delle criptovalute non stabilizzate, convertendo da criptovaluta a valuta a corso legale l’ammontare equivalente al prezzo di vendita, all’atto del pagamento disposto dal pagatore, mettendo così il venditore al riparo dal rischio di fluttuazione.
L’annuncio di PayPal ha scatenato una potente iniezione di fiducia verso il Bitcoin che è schizzato a 13mila dollari, toccando i valori massimi da luglio 2019. Nel frattempo un team di analisti del gruppo Global Markets Strategy di J.P. Morgan ha indicato il Bitcoin come alternativa all’oro tra i giovani “millennial”, che potrebbero investire nelle criptovalute lanciando una vera e propria sfida al metallo giallo. Se dovessero continuare le attuali tendenze ci potrebbe essere un “raddoppio o triplicazione” del prezzo della criptovaluta. Gli analisti concludono con cautela che, “per il breve termine, Bitcoin sembra piuttosto ipercomprato e vulnerabile alle prese di profitto”, ma le prospettive a lungo termine potrebbero migliorare ulteriormente a causa della sua utilità come meccanismo di pagamento rispetto all’oro.
C’è poi da considerare l’effetto legato alla pandemia che ha spinto maggiormente i pagamenti digitali per contrastare la diffusione del contante. Sarà per questo che anche la Banca Centrale Europea si prepara all’emissione di un euro digitale, che si affiancherebbe al contante, senza sostituirlo. Lo scorso 12 ottobre la BCE ha aperto una consultazione pubblica per confrontarsi con i cittadini, il mondo accademico, il settore finanziario e le autorità pubbliche. “La task force dell’Eurosistema, composta dagli esperti della Bce e delle 19 banche centrali nazionali dell’area dell’euro – spiega l’istituto in una nota – ha individuato i possibili scenari nei quali si renderebbe necessaria l’emissione di un euro digitale. Tali scenari ipotizzano un aumento della domanda di pagamenti elettronici nell’area dell’euro che richiederebbe l’adozione di un mezzo di pagamento digitale europeo privo di rischi; un calo significativo dell’uso del contante come mezzo di pagamento nell’area dell’euro; l’introduzione di mezzi di pagamento privati di portata mondiale che potrebbero generare problematiche regolamentari nonché porre rischi per la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori; un’ampia diffusione di monete digitali emesse da banche centrali estere”.
Il 21 ottobre PayPal, uno dei maggiori servizi di pagamento digitale, ha annunciato la sua apertura alle criptovalute, consentendone l’impiego (per ora solo agli utenti statunitensi) presso il suo circuito di e-commerce e i suoi 26 milioni di venditori. PayPal agirà in qualità di soggetto abilitato a detenere, vendere, acquistare e scambiare valute virtuali fra cui, inizialmente, rientrano Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum e Litecoin. Nelle prossime settimane, chi possiede un conto PayPal aperto negli Stati Uniti potrà acquistare le criptovalute ed impiegarle come metodo di pagamento per l’acquisto online presso i venditori convenzionati, in aggiunta a eventuali altri metodi già selezionati, come le carte di credito o l’addebito diretto in conto. Nel corso del 2021, potrà essere estesa la stessa funzionalità anche a Venmo, l’App per i pagamenti P2P di PayPal.
A giugno 2020 il Dipartimento dei Servizi Finanziari di New York ha proposto un framework legislativo che consente a nuovi entranti (dalle start-up alle società consolidate) di lavorare in ambito criptovalute in collaborazione con soggetti già in possesso di un’autorizzazione BitLicense, ovvero un permesso per scambiare e tenere nel portafoglio elettronico valute digitali. PayPal ha ottenuto questa licenza in seguito ad un accordo di collaborazione con Paxos, un operatore vigilato e autorizzato nel 2015 dal Dipartimento a operare nel mercato delle criptovalute
Bisogna precisare che PayPal dovrebbe “assorbire” il problema della volatilità di prezzo, tipica delle criptovalute non stabilizzate, convertendo da criptovaluta a valuta a corso legale l’ammontare equivalente al prezzo di vendita, all’atto del pagamento disposto dal pagatore, mettendo così il venditore al riparo dal rischio di fluttuazione.
L’annuncio di PayPal ha scatenato una potente iniezione di fiducia verso il Bitcoin che è schizzato a 13mila dollari, toccando i valori massimi da luglio 2019. Nel frattempo un team di analisti del gruppo Global Markets Strategy di J.P. Morgan ha indicato il Bitcoin come alternativa all’oro tra i giovani “millennial”, che potrebbero investire nelle criptovalute lanciando una vera e propria sfida al metallo giallo. Se dovessero continuare le attuali tendenze ci potrebbe essere un “raddoppio o triplicazione” del prezzo della criptovaluta. Gli analisti concludono con cautela che, “per il breve termine, Bitcoin sembra piuttosto ipercomprato e vulnerabile alle prese di profitto”, ma le prospettive a lungo termine potrebbero migliorare ulteriormente a causa della sua utilità come meccanismo di pagamento rispetto all’oro.
C’è poi da considerare l’effetto legato alla pandemia che ha spinto maggiormente i pagamenti digitali per contrastare la diffusione del contante. Sarà per questo che anche la Banca Centrale Europea si prepara all’emissione di un euro digitale, che si affiancherebbe al contante, senza sostituirlo. Lo scorso 12 ottobre la BCE ha aperto una consultazione pubblica per confrontarsi con i cittadini, il mondo accademico, il settore finanziario e le autorità pubbliche. “La task force dell’Eurosistema, composta dagli esperti della Bce e delle 19 banche centrali nazionali dell’area dell’euro – spiega l’istituto in una nota – ha individuato i possibili scenari nei quali si renderebbe necessaria l’emissione di un euro digitale. Tali scenari ipotizzano un aumento della domanda di pagamenti elettronici nell’area dell’euro che richiederebbe l’adozione di un mezzo di pagamento digitale europeo privo di rischi; un calo significativo dell’uso del contante come mezzo di pagamento nell’area dell’euro; l’introduzione di mezzi di pagamento privati di portata mondiale che potrebbero generare problematiche regolamentari nonché porre rischi per la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori; un’ampia diffusione di monete digitali emesse da banche centrali estere”.