Quanto ha inciso e quanto continua ad incidere il Covid 19 sulle tendenze del mercato immobiliare e sulle scelte fatte dalle famiglie intente a comprare casa? Questo è quanto hanno cercato di comprendere Bankitalia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate attraverso la nuova edizione del sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni. L’indagine è stata condotta presso 1403 agenti immobiliari nel periodo tra il 31 agosto 2020 ed il 20 settembre, il primo dato significativo che è emerso a seguito della pandemia in atto è la crescita della domanda relativa ad abitazioni che siano indipendenti ed abbiano spazi esterni.
Una larga quota di agenti, mostrando pessimismo data anche la seconda ondata alle porte, prevede che il Covid19 19 avrà effetti negativi sui prezzi delle abitazioni, che si protrarrebbero anche oltre il 2020. Risulta, dai dati, leggermente salita la quota di operatori che segnalano una diminuzione dei prezzi di vendita nel secondo trimestre 36% dal 34% riferita al primo trimestre, mentre la maggioranza, il 60% del campione, ne indica una sostanziale stabilità.
Sono prevalentemente cambiate le caratteristiche richieste dagli acquirenti che ricercano un alloggio, il Covid-19 ha avuto effetti rilevanti sulle scelte di acquisto, e su questo concordano tutte le agenzie immobiliari, si cercano unità abitative indipendenti o di ampie dimensioni e con disponibilità di spazi esterni. Il Coronavirus ed il lockdown forzato di marzo, nonché lo spettro di un prossimo blocco imminente, portano sempre più gli acquirenti, tanti dei quali in smartworking, a cercare abitazioni con più stanze, affinché sia possibile compiere il proprio lavoro da casa senza dover dividere la camera col proprio partner per tutta la giornata. La ricerca dei ‘propri spazi’ è vista come indispensabile, anche tra le giovani coppie. Rispetto ai mesi precedenti l’epidemia, sarebbe lievemente diminuita l’incidenza di quanti sono alla ricerca della prima casa, incrementata invece risulta la quota di coloro che sono già proprietari, ma sono alla ricerca di una casa con caratteristiche differenti, molti di questi ad esempio cercano immobili con balconi e cortili o giardini, aspetti del tutto mancanti nell’abitazione che intendono lasciare.
E’ rimasto sostanzialmente stabile e si attesta al 10.9%, nel corso della trattativa, lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore. Immutati anche i tempi di vendita che si attestano a 7,5 mesi. Resta elevato, al 76,8 % il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile, molti gli acquirenti che hanno necessità di contrarre un mutuo elevato per poter comprare casa.
Per il 46 % degli agenti l’epidemia di Covid-19 influenzerà negativamente la domanda di abitazioni, mentre il 32,3 % prospettano un impatto positivo. È rimasta ampiamente prevalente la quota di operatori che prevedono riflessi negativi sui prezzi di vendita di questi, la maggior parte prefigura che tali effetti si prolungheranno anche nel 2021.
Rispetto alla precedente rilevazione, è salita dal 40.1% al 46,3 %la quota di operatori che si aspetta un impatto positivo dell’epidemia sull’offerta di abitazioni.
Quanto ha inciso e quanto continua ad incidere il Covid 19 sulle tendenze del mercato immobiliare e sulle scelte fatte dalle famiglie intente a comprare casa? Questo è quanto hanno cercato di comprendere Bankitalia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate attraverso la nuova edizione del sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni. L’indagine è stata condotta presso 1403 agenti immobiliari nel periodo tra il 31 agosto 2020 ed il 20 settembre, il primo dato significativo che è emerso a seguito della pandemia in atto è la crescita della domanda relativa ad abitazioni che siano indipendenti ed abbiano spazi esterni.
Una larga quota di agenti, mostrando pessimismo data anche la seconda ondata alle porte, prevede che il Covid19 19 avrà effetti negativi sui prezzi delle abitazioni, che si protrarrebbero anche oltre il 2020. Risulta, dai dati, leggermente salita la quota di operatori che segnalano una diminuzione dei prezzi di vendita nel secondo trimestre 36% dal 34% riferita al primo trimestre, mentre la maggioranza, il 60% del campione, ne indica una sostanziale stabilità.
Sono prevalentemente cambiate le caratteristiche richieste dagli acquirenti che ricercano un alloggio, il Covid-19 ha avuto effetti rilevanti sulle scelte di acquisto, e su questo concordano tutte le agenzie immobiliari, si cercano unità abitative indipendenti o di ampie dimensioni e con disponibilità di spazi esterni. Il Coronavirus ed il lockdown forzato di marzo, nonché lo spettro di un prossimo blocco imminente, portano sempre più gli acquirenti, tanti dei quali in smartworking, a cercare abitazioni con più stanze, affinché sia possibile compiere il proprio lavoro da casa senza dover dividere la camera col proprio partner per tutta la giornata. La ricerca dei ‘propri spazi’ è vista come indispensabile, anche tra le giovani coppie. Rispetto ai mesi precedenti l’epidemia, sarebbe lievemente diminuita l’incidenza di quanti sono alla ricerca della prima casa, incrementata invece risulta la quota di coloro che sono già proprietari, ma sono alla ricerca di una casa con caratteristiche differenti, molti di questi ad esempio cercano immobili con balconi e cortili o giardini, aspetti del tutto mancanti nell’abitazione che intendono lasciare.
E’ rimasto sostanzialmente stabile e si attesta al 10.9%, nel corso della trattativa, lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore. Immutati anche i tempi di vendita che si attestano a 7,5 mesi. Resta elevato, al 76,8 % il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile, molti gli acquirenti che hanno necessità di contrarre un mutuo elevato per poter comprare casa.
Per il 46 % degli agenti l’epidemia di Covid-19 influenzerà negativamente la domanda di abitazioni, mentre il 32,3 % prospettano un impatto positivo. È rimasta ampiamente prevalente la quota di operatori che prevedono riflessi negativi sui prezzi di vendita di questi, la maggior parte prefigura che tali effetti si prolungheranno anche nel 2021.
Rispetto alla precedente rilevazione, è salita dal 40.1% al 46,3 %la quota di operatori che si aspetta un impatto positivo dell’epidemia sull’offerta di abitazioni.