Secondo l’ European Payment Report predisposto da Intrum mentre in Europa cresce il Payment Gap la Pubblica Amministrazione italiana paga in maniera più regolare i suoi fornitori.
Il payment gap è il tempo che passa fra i tempi di pagamento concordati e l’effettiva transazione. Più questo periodo si allunga e più le aziende soffrono: il 61% delle aziende italiane accetta termini di pagamento sfavorevoli pur di non perdere clienti contro una media europea del 69% e il 43%, volontariamente, estende i termini di pagamento contro una media europea del 41%.
E’ chiaro quindi che la crisi legata al Covid-19 mette sotto pressione il cash flow aziendale. Nel Business to Consumer (B2C) lo scarto fra tempi di pagamento offerti ed effettivi è pari ad un giorno (32 giorni offerti e 31 effettivi) mentre nel B2B i tempi di pagamento offerti e quelli effettivi coincidono (49 giorni) e sono addirittura più bassi delle media europea che è pari a 60 giorni.
Ma il vero miglioramento è quello relativo alla Pubblica Amministrazione del nostro Paese. I tempi offerti alla P.A ammontano a 57 giorni mentre i tempi effettivi di pagamento sono di 60 giorni, addirittura inferiori alla media europea pari a 68 giorni. Confrontando i dati attuali sui pagamenti del report di quest’anno e quelli degli anni scorsi emerge come la P.A. Italiana abbia fatto passi da gigante per rispettare i suoi impegni. Nel 2016 la P.A. pagava in media in 131 giorni, nel 2017 in 95 giorni nel 2018 in 104 giorni e nel 2019 in 67 giorni.
Per quanto riguarda il Business To Business nel 2016 le aziende pagavano in media le loro controparti aziende in 80 giorni, nel 2017 in 52 giorni, nel 2018 in 56 giorni e nel 2019 in 48 giorni. Un lieve peggioramento si ha nel 2020: 49 giorni. Per il Business to Consumer nel 2016 consumatori pagavano le aziende in media in 37 giorni nel 2017 in 39 giorni nel 2018 in 28 giorni e nel 2019 in 24 giorni.
Secondo l’ European Payment Report predisposto da Intrum mentre in Europa cresce il Payment Gap la Pubblica Amministrazione italiana paga in maniera più regolare i suoi fornitori.
Il payment gap è il tempo che passa fra i tempi di pagamento concordati e l’effettiva transazione. Più questo periodo si allunga e più le aziende soffrono: il 61% delle aziende italiane accetta termini di pagamento sfavorevoli pur di non perdere clienti contro una media europea del 69% e il 43%, volontariamente, estende i termini di pagamento contro una media europea del 41%.
E’ chiaro quindi che la crisi legata al Covid-19 mette sotto pressione il cash flow aziendale. Nel Business to Consumer (B2C) lo scarto fra tempi di pagamento offerti ed effettivi è pari ad un giorno (32 giorni offerti e 31 effettivi) mentre nel B2B i tempi di pagamento offerti e quelli effettivi coincidono (49 giorni) e sono addirittura più bassi delle media europea che è pari a 60 giorni.
Ma il vero miglioramento è quello relativo alla Pubblica Amministrazione del nostro Paese. I tempi offerti alla P.A ammontano a 57 giorni mentre i tempi effettivi di pagamento sono di 60 giorni, addirittura inferiori alla media europea pari a 68 giorni. Confrontando i dati attuali sui pagamenti del report di quest’anno e quelli degli anni scorsi emerge come la P.A. Italiana abbia fatto passi da gigante per rispettare i suoi impegni. Nel 2016 la P.A. pagava in media in 131 giorni, nel 2017 in 95 giorni nel 2018 in 104 giorni e nel 2019 in 67 giorni.
Per quanto riguarda il Business To Business nel 2016 le aziende pagavano in media le loro controparti aziende in 80 giorni, nel 2017 in 52 giorni, nel 2018 in 56 giorni e nel 2019 in 48 giorni. Un lieve peggioramento si ha nel 2020: 49 giorni. Per il Business to Consumer nel 2016 consumatori pagavano le aziende in media in 37 giorni nel 2017 in 39 giorni nel 2018 in 28 giorni e nel 2019 in 24 giorni.