Nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio si è svolta, lo scorso 30 settembre, la nona edizione dell’NPL Meeting di Banca Ifis dedicata alla “New Wave” ovvero alla nuova ondata di crediti deteriorati che sta per arrivare nel nostro Paese. L’evento si è svolto nel rispetto delle norme anti Covid con circa 300 ospiti presenti in sala e oltre mille in collegamento streaming. Partendo da un’analisi dell’attuale scenario macroeconomico, i protagonisti si sono confrontati sui temi più caldi per la credit industry, dalla gestione delle attività durante la pandemia all’effetto delle moratorie sui bilanci delle banche, dall’opportunità di creare una bad bank nazionale alle Gacs.
Tre i panel sul palco moderati dal giornalista Andrea Cabrini.
Il primo panel ha visto la partecipazione di Corrado Passera, Ceo di Illimity, Mark Knothe, Ceo Intrum, Riccardo Serrini CEO Prelios e Andrea Mangoni, CEO DoValue, che hanno discusso di come i principali operatori hanno affrontato e stanno tuttora gestendo la sfida del Covid-19 e di come l’industria del servicing si sta oggi preparando ai nuovi flussi di NPL.
Il secondo panel è stato dedicato al settore banking che si è espresso sull’effetto delle moratorie sui bilanci degli istituti con Biagio Giacalone, Head of Active Credit Portfolio Steering di Intesa Sanpaolo, Josè Brena, Head off Non-Core Asset Management Unicredit, Pietro Modiano ex Commissario Carige e la visione “trasversale” di Carlo Vanini, Head of Capital Markets Italy Cushman & Wakefield sul mercato immobiliare.
Infine, c’è stato il dibattito sul progetto di una bad bank nazionale e sulle linee guida del calendar provisioning: Yves Mersch, membro dell’Executive Board dell’ECB, Gianfranco Torriero, Vicedirettore Generale ABI e Stefano Cappiello, Presidente Amco e Direttore della Direzione Sistema Bancario e Finanziario del MEF si sono confrontati sugli impatti e sulle possibili soluzioni tra vecchie regole e nuove risposte dell’autorità alla crisi.
Ospite d’eccezione il Premio Nobel per l’Economia Michel Spence.
In occasione dell’NPL Meeting sono stati diffusi i dati della 12° edizione del report Market Watch NPL a cura dell’Ufficio Studi di Banca Ifis secondo cui la nuova ondata di crediti deteriorati porterà a fine anno lo stock complessivo, tra sofferenze e inadempienze probabili (UTP) ancora presenti a bilancio bancario e quelle già cedute, a quota 338 miliardi di euro con un aumento del 5% sul 2019. A fine 2021 questo valore potrebbe arrivare a 385 miliardi e subire un ulteriore incremento nel 2022. Un mercato che si conferma più che dinamico, con 34 miliardi di euro di vendite previste nel 2020 e una stima di ulteriori 34 miliardi per il 2021.
Il tasso di deterioramento dei crediti raddoppierà, passando dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021, mentre il rapporto tra Npe (l’insieme dei crediti deteriorati, che comprende le sofferenze, gli incagli e i crediti scaduti) e il totale dei crediti erogati salirà dall’attuale 6,2% al 7,3% del 2021. Di una cosa, però, siamo sicuri e cioè che il sistema sarà pronto a gestire questa ondata con più efficienza del passato.
Secondo l’Ad di Banca Ifis Luciano Colombini “i risultati negativi di questa crisi sono inferiori alla crisi precedente, quando il default rate fu al 4,5%”. “Il sistema finanziario è ben posizionato rispetto alla precedente crisi perché le banche hanno implementato sistemi di rilevazione/monitoraggio e modalità attive di gestione dei crediti NPE nei diversi stadi di deterioramento. Gli operatori NPL – ha concluso Colombini – sono infatti una vera e propria industria con circa 8.000 addetti e 230 miliardi di euro di NPE in gestione, capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli NPL. Per i mesi a venire vogliamo essere ottimisti e guardare con fiducia ai segnali di ripresa in grado di azionare nuovi circoli virtuosi per la nostra economia”.
Nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio si è svolta, lo scorso 30 settembre, la nona edizione dell’NPL Meeting di Banca Ifis dedicata alla “New Wave” ovvero alla nuova ondata di crediti deteriorati che sta per arrivare nel nostro Paese. L’evento si è svolto nel rispetto delle norme anti Covid con circa 300 ospiti presenti in sala e oltre mille in collegamento streaming. Partendo da un’analisi dell’attuale scenario macroeconomico, i protagonisti si sono confrontati sui temi più caldi per la credit industry, dalla gestione delle attività durante la pandemia all’effetto delle moratorie sui bilanci delle banche, dall’opportunità di creare una bad bank nazionale alle Gacs.
Tre i panel sul palco moderati dal giornalista Andrea Cabrini.
Il primo panel ha visto la partecipazione di Corrado Passera, Ceo di Illimity, Mark Knothe, Ceo Intrum, Riccardo Serrini CEO Prelios e Andrea Mangoni, CEO DoValue, che hanno discusso di come i principali operatori hanno affrontato e stanno tuttora gestendo la sfida del Covid-19 e di come l’industria del servicing si sta oggi preparando ai nuovi flussi di NPL.
Il secondo panel è stato dedicato al settore banking che si è espresso sull’effetto delle moratorie sui bilanci degli istituti con Biagio Giacalone, Head of Active Credit Portfolio Steering di Intesa Sanpaolo, Josè Brena, Head off Non-Core Asset Management Unicredit, Pietro Modiano ex Commissario Carige e la visione “trasversale” di Carlo Vanini, Head of Capital Markets Italy Cushman & Wakefield sul mercato immobiliare.
Infine, c’è stato il dibattito sul progetto di una bad bank nazionale e sulle linee guida del calendar provisioning: Yves Mersch, membro dell’Executive Board dell’ECB, Gianfranco Torriero, Vicedirettore Generale ABI e Stefano Cappiello, Presidente Amco e Direttore della Direzione Sistema Bancario e Finanziario del MEF si sono confrontati sugli impatti e sulle possibili soluzioni tra vecchie regole e nuove risposte dell’autorità alla crisi.
Ospite d’eccezione il Premio Nobel per l’Economia Michel Spence.
In occasione dell’NPL Meeting sono stati diffusi i dati della 12° edizione del report Market Watch NPL a cura dell’Ufficio Studi di Banca Ifis secondo cui la nuova ondata di crediti deteriorati porterà a fine anno lo stock complessivo, tra sofferenze e inadempienze probabili (UTP) ancora presenti a bilancio bancario e quelle già cedute, a quota 338 miliardi di euro con un aumento del 5% sul 2019. A fine 2021 questo valore potrebbe arrivare a 385 miliardi e subire un ulteriore incremento nel 2022. Un mercato che si conferma più che dinamico, con 34 miliardi di euro di vendite previste nel 2020 e una stima di ulteriori 34 miliardi per il 2021.
Il tasso di deterioramento dei crediti raddoppierà, passando dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021, mentre il rapporto tra Npe (l’insieme dei crediti deteriorati, che comprende le sofferenze, gli incagli e i crediti scaduti) e il totale dei crediti erogati salirà dall’attuale 6,2% al 7,3% del 2021. Di una cosa, però, siamo sicuri e cioè che il sistema sarà pronto a gestire questa ondata con più efficienza del passato.
Secondo l’Ad di Banca Ifis Luciano Colombini “i risultati negativi di questa crisi sono inferiori alla crisi precedente, quando il default rate fu al 4,5%”. “Il sistema finanziario è ben posizionato rispetto alla precedente crisi perché le banche hanno implementato sistemi di rilevazione/monitoraggio e modalità attive di gestione dei crediti NPE nei diversi stadi di deterioramento. Gli operatori NPL – ha concluso Colombini – sono infatti una vera e propria industria con circa 8.000 addetti e 230 miliardi di euro di NPE in gestione, capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli NPL. Per i mesi a venire vogliamo essere ottimisti e guardare con fiducia ai segnali di ripresa in grado di azionare nuovi circoli virtuosi per la nostra economia”.