Terziario sempre più nell’occhio del ciclone della crisi. L’allarme arriva dall’ultima analisi congiunturale di Confcommercio: ad agosto i consumi sono calati dell’8,7% rispetto lo stesso mese del 2019. Entrando nel dettaglio la situazione più grave si registra in quei settori legati al tempo libero. I servizi ricreativi vedono un -61,6%, gli alberghi si fermano a un -35% mentre i pubblici esercizi come bar e ristoranti un -26%. «Situazione drammatica» rimarca una nota dell’associazione. Per il termine del trimestre ci dovrebbe vedere l’atteso rimbalzo del Pil con un +10% sul secondo trimestre ma pur sempre con un -9,5% nel confronto annuo. Nonostante ciò questo rimbalzo «non salverà molte imprese del terziario dalla chiusura – fanno sapere da Confcommercio -. Le famiglie continuano a mantenere atteggiamenti ambivalenti nei confronti del consumo, tra voglia di ritorno alla vita pre-pandemia e paura per il futuro sia sanitario che economico». L’indicatore dei consumi ad agosto evidenzia incoraggianti segnali di miglioramento pur rimanendo in terreno negativo.
«Per rafforzare la crescita è necessario utilizzare tutte le risorse europee e superare i problemi strutturali del Paese senza dimenticare che la riforma fiscale, mai avviata, rimane una priorità – dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio -. Per il terzo trimestre ci attendiamo un forte rimbalzo statistico ma non ancora sufficiente per recuperare le perdite provocate dalla crisi Covid. Nel 2020, infatti, si prevede una caduta del Pil di oltre 9 punti percentuali».
Dal fronte della domanda arriva qualche segnale positivo come il dato delle immatricolazioni auto con un trend sostanzialmente stabile ottenuto anche grazie dagli incentivi governativi. Non altrettanto bene hanno fatto i consumi petroliferi in calo di oltre 11% rispetto l’agosto 2019, mentre i carburanti da autotrazione a volume registrano un -4,6%. Quest’anno poi il 1° agosto sono iniziati i saldi estivi. Elementi incoraggianti ma resta il gap con i valore pre pandemia.
«Il rilancio dei consumi passa attraverso il sostegno alla spesa delle famiglia e il supporto all’export delle imprese del Made in Italy – segnala Erika Andretta, Partner PwC e Consumer markets consulting leader -. Per recuperare volumi sui consumi soprattutto serve ricreare fiducia sostenendo non solo gli acquisti B2B come, per esempio, il Bonus filiera Italia ma soprattutto le spese dei cittadini». Secondo Erika Andretta verranno premiati i prodotti made in Italy, preferendo prodotti sicuri oltre che gratificanti oltre a un balzo in avanti decisivo per l’e-commerce, specie nella spesa online, abbondantemente testata nelle settimane del lockdown.
Da mesi tutte le associazioni chiedono misure a sostegno dei redditi e dei consumi, unico fattore per fare riprendere quota al commercio al dettaglio sempre più in crisi lotta per sopravvivere tra una domanda asfittica e costi fissi che sembrano incomprimibili. «La voce affitti incide tra il 10 e il 20% del fatturato di un negozio ma a fronte delle mancate vendite durante il lockdown molti commercianti hanno in sospeso gli affitti arretrati – avverte Mario Resca, presidente Confimprese -. È necessario che il Governo intervenga con contributi a fondo perduto per permettere ai retailer di pagare gli affitti evitando la risoluzione contrattuale degli stessi e quindi la chiusura». Chi può tratta con la proprietà. «Si cerca la rimodulazione temporanea del canone in questo periodo in cui i ricavi sono calati in media di un terzo e più – aggiunge Cristian Biasoni, ad Chef Express, oltre 300 bar e ristoranti in tutta Italia -. Una misura che permette alle aziende la sopravvivenza e di uscire da questo periodo». Trattative non facili perché per il momento le quotazioni degli affitti per gli spazi commerciali restano stabili.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Terziario sempre più nell’occhio del ciclone della crisi. L’allarme arriva dall’ultima analisi congiunturale di Confcommercio: ad agosto i consumi sono calati dell’8,7% rispetto lo stesso mese del 2019. Entrando nel dettaglio la situazione più grave si registra in quei settori legati al tempo libero. I servizi ricreativi vedono un -61,6%, gli alberghi si fermano a un -35% mentre i pubblici esercizi come bar e ristoranti un -26%. «Situazione drammatica» rimarca una nota dell’associazione. Per il termine del trimestre ci dovrebbe vedere l’atteso rimbalzo del Pil con un +10% sul secondo trimestre ma pur sempre con un -9,5% nel confronto annuo. Nonostante ciò questo rimbalzo «non salverà molte imprese del terziario dalla chiusura – fanno sapere da Confcommercio -. Le famiglie continuano a mantenere atteggiamenti ambivalenti nei confronti del consumo, tra voglia di ritorno alla vita pre-pandemia e paura per il futuro sia sanitario che economico». L’indicatore dei consumi ad agosto evidenzia incoraggianti segnali di miglioramento pur rimanendo in terreno negativo.
«Per rafforzare la crescita è necessario utilizzare tutte le risorse europee e superare i problemi strutturali del Paese senza dimenticare che la riforma fiscale, mai avviata, rimane una priorità – dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio -. Per il terzo trimestre ci attendiamo un forte rimbalzo statistico ma non ancora sufficiente per recuperare le perdite provocate dalla crisi Covid. Nel 2020, infatti, si prevede una caduta del Pil di oltre 9 punti percentuali».
Dal fronte della domanda arriva qualche segnale positivo come il dato delle immatricolazioni auto con un trend sostanzialmente stabile ottenuto anche grazie dagli incentivi governativi. Non altrettanto bene hanno fatto i consumi petroliferi in calo di oltre 11% rispetto l’agosto 2019, mentre i carburanti da autotrazione a volume registrano un -4,6%. Quest’anno poi il 1° agosto sono iniziati i saldi estivi. Elementi incoraggianti ma resta il gap con i valore pre pandemia.
«Il rilancio dei consumi passa attraverso il sostegno alla spesa delle famiglia e il supporto all’export delle imprese del Made in Italy – segnala Erika Andretta, Partner PwC e Consumer markets consulting leader -. Per recuperare volumi sui consumi soprattutto serve ricreare fiducia sostenendo non solo gli acquisti B2B come, per esempio, il Bonus filiera Italia ma soprattutto le spese dei cittadini». Secondo Erika Andretta verranno premiati i prodotti made in Italy, preferendo prodotti sicuri oltre che gratificanti oltre a un balzo in avanti decisivo per l’e-commerce, specie nella spesa online, abbondantemente testata nelle settimane del lockdown.
Da mesi tutte le associazioni chiedono misure a sostegno dei redditi e dei consumi, unico fattore per fare riprendere quota al commercio al dettaglio sempre più in crisi lotta per sopravvivere tra una domanda asfittica e costi fissi che sembrano incomprimibili. «La voce affitti incide tra il 10 e il 20% del fatturato di un negozio ma a fronte delle mancate vendite durante il lockdown molti commercianti hanno in sospeso gli affitti arretrati – avverte Mario Resca, presidente Confimprese -. È necessario che il Governo intervenga con contributi a fondo perduto per permettere ai retailer di pagare gli affitti evitando la risoluzione contrattuale degli stessi e quindi la chiusura». Chi può tratta con la proprietà. «Si cerca la rimodulazione temporanea del canone in questo periodo in cui i ricavi sono calati in media di un terzo e più – aggiunge Cristian Biasoni, ad Chef Express, oltre 300 bar e ristoranti in tutta Italia -. Una misura che permette alle aziende la sopravvivenza e di uscire da questo periodo». Trattative non facili perché per il momento le quotazioni degli affitti per gli spazi commerciali restano stabili.
Fonte: Il Sole 24 Ore