I consumi ed i risparmi sono due tematiche che fanno particolarmente discutere gli esperti in questo periodo, gli effetti del Covid 19 stanno, infatti, influenzando entrambi in maniera contrapposta. Gli italiani sono da sempre un popolo di ‘formichine’, ma la paura delle ristrettezze determinate dalla pandemia, il calo del lavoro ed il lungo periodo obbligatorio di lockdown hanno indotto non solo gli italiani a risparmiare ancor più del solito, ma anche francesi, spagnoli, inglesi.
Come dimostrano i dati della Bce e della Boe raccolti dal Financial Times i tassi di risparmio in quattro delle cinque principali economie europee, sono saliti a marzo, molto al di sopra delle medie di lungo periodo. Questo forte aumento dei risparmi in Europa, specifica il Financial Times, suggerisce che la parsimonia dei consumatori durante questa crisi da coronavirus potrebbe e di molto ostacolare la possibilità di una ripresa economica trainata dal consumo.
Philip Lane, capo economista della Bce, ha dichiarato: “Quest’anno c’è stato un notevole aumento dei risparmi delle famiglie E una delle grandi questioni macro che dovremo porci è quanto durerà questo ritardo delle famiglie nei consumi”.
Solo la Germania si é contraddistinta, non perché abbia consumato di più, ma perché i tedeschi preferiscono avere in casa maggiore liquidità quando sono in difficoltà ed hanno dunque prelevato i soldi dai loro conti correnti. Questa peculiarità era già emersa al culmine della crisi finanziaria del 2008. La Bundesbank ha fatto presente come il denaro in circolazione in Germania sia infatti aumentato di 39,7 miliardi di euro tra la fine di gennaio e l’inizio di maggio.
Dai dati emerge: ” che In Italia i risparmiatori hanno messo da parte 16,8 miliardi di euro, rispetto a una media mensile di 3,4 miliardi. In Francia i risparmiatori hanno lasciato in banca 20 miliardi di euro, contro una media di 3,8 miliardi. La Banca di Francia, in una ricerca a parte, ha poi mostrato che a metà maggio questo trend è accelerato e i soldi depositati in banca dai francesi sono lievitati a 60 miliardi di euro. In Spagna le famiglie hanno risparmiato a marzo 10,2 miliardi di euro, contro una media di 2,3 miliardi. E in Gran Bretagna i depositi sono cresciuti al livello record di 13,1 miliardi di sterline”.
Questa riluttanza a spendere denaro accumulato negli ultimi mesi, quando per forza di cose si doveva stare in casa ed i servizi accessori sono venuti meno, potrebbe creare non pochi problemi a quei settori che avrebbero invece bisogno, ora nella Fase 2 e poi 3 di ripartenza, di una spinta aggiuntiva. Il distanziamento sociale, le restrizioni vigenti ancora in molti ambiti, portano il consumatore a non sentirsi libero nel godere i servizi offerti e a preferire dunque rimandare il non necessario.
Tantissimi i settori durante colpiti in Europa dal Covid 19 che hanno danneggiato tanti negozianti che sul turismo ed i servizi vivevano, si stima che le vendite di auto nuove, le prenotazioni delle vacanze e ai ristoranti, così come piscine, palestre, cinema ed chi organizzava eventi ci metteranno mesi a riprendersi, su questo concordano tantissimi studi. Escludendo i rivenditori di generi alimentari che essendo rimasti aperti non hanno avuto cali, anzi in molti casi hanno incrementato le vendite ed aumentato i prezzi, per il resto la situazione degli altri commercianti é stata definita drammatica e la ripresa sarà lunga in molti settori.
Tornando ai consumi ed al caso specifico per l’Italia le stime preliminari diffuse dell’Istat relative al primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contestualmente, l’Istat sottolinea come “la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019”.
Inoltre durante il periodo di lockdown mentre alcuni consumi sono andati a picco, evidenzia l’Istat, altri sono aumentati notevolmente come ad esempio quello relativo al traffico telefonico sia da fisso che da mobile.
La ripresa dei consumi ‘accessori’ potrebbe inoltre essere condizionata negativamente dai beni di prima necessità che hanno visto un aumento considerevole nel periodo del Covid 19, si pensi al rincaro della frutta, + 8.4%, della verdura e del latte 5% entrambi, e salumi, 3.4% stando alle ultime stime di Coldiretti che ha lanciato l’allarme sugli aumenti, che porterebbero un aggravio per famiglia di circa 500 euro.
I consumi ed i risparmi sono due tematiche che fanno particolarmente discutere gli esperti in questo periodo, gli effetti del Covid 19 stanno, infatti, influenzando entrambi in maniera contrapposta. Gli italiani sono da sempre un popolo di ‘formichine’, ma la paura delle ristrettezze determinate dalla pandemia, il calo del lavoro ed il lungo periodo obbligatorio di lockdown hanno indotto non solo gli italiani a risparmiare ancor più del solito, ma anche francesi, spagnoli, inglesi.
Come dimostrano i dati della Bce e della Boe raccolti dal Financial Times i tassi di risparmio in quattro delle cinque principali economie europee, sono saliti a marzo, molto al di sopra delle medie di lungo periodo. Questo forte aumento dei risparmi in Europa, specifica il Financial Times, suggerisce che la parsimonia dei consumatori durante questa crisi da coronavirus potrebbe e di molto ostacolare la possibilità di una ripresa economica trainata dal consumo.
Philip Lane, capo economista della Bce, ha dichiarato: “Quest’anno c’è stato un notevole aumento dei risparmi delle famiglie E una delle grandi questioni macro che dovremo porci è quanto durerà questo ritardo delle famiglie nei consumi”.
Solo la Germania si é contraddistinta, non perché abbia consumato di più, ma perché i tedeschi preferiscono avere in casa maggiore liquidità quando sono in difficoltà ed hanno dunque prelevato i soldi dai loro conti correnti. Questa peculiarità era già emersa al culmine della crisi finanziaria del 2008. La Bundesbank ha fatto presente come il denaro in circolazione in Germania sia infatti aumentato di 39,7 miliardi di euro tra la fine di gennaio e l’inizio di maggio.
Dai dati emerge: ” che In Italia i risparmiatori hanno messo da parte 16,8 miliardi di euro, rispetto a una media mensile di 3,4 miliardi. In Francia i risparmiatori hanno lasciato in banca 20 miliardi di euro, contro una media di 3,8 miliardi. La Banca di Francia, in una ricerca a parte, ha poi mostrato che a metà maggio questo trend è accelerato e i soldi depositati in banca dai francesi sono lievitati a 60 miliardi di euro. In Spagna le famiglie hanno risparmiato a marzo 10,2 miliardi di euro, contro una media di 2,3 miliardi. E in Gran Bretagna i depositi sono cresciuti al livello record di 13,1 miliardi di sterline”.
Questa riluttanza a spendere denaro accumulato negli ultimi mesi, quando per forza di cose si doveva stare in casa ed i servizi accessori sono venuti meno, potrebbe creare non pochi problemi a quei settori che avrebbero invece bisogno, ora nella Fase 2 e poi 3 di ripartenza, di una spinta aggiuntiva. Il distanziamento sociale, le restrizioni vigenti ancora in molti ambiti, portano il consumatore a non sentirsi libero nel godere i servizi offerti e a preferire dunque rimandare il non necessario.
Tantissimi i settori durante colpiti in Europa dal Covid 19 che hanno danneggiato tanti negozianti che sul turismo ed i servizi vivevano, si stima che le vendite di auto nuove, le prenotazioni delle vacanze e ai ristoranti, così come piscine, palestre, cinema ed chi organizzava eventi ci metteranno mesi a riprendersi, su questo concordano tantissimi studi. Escludendo i rivenditori di generi alimentari che essendo rimasti aperti non hanno avuto cali, anzi in molti casi hanno incrementato le vendite ed aumentato i prezzi, per il resto la situazione degli altri commercianti é stata definita drammatica e la ripresa sarà lunga in molti settori.
Tornando ai consumi ed al caso specifico per l’Italia le stime preliminari diffuse dell’Istat relative al primo trimestre 2020 mostrano che le misure di contenimento della diffusione del Covid-19 hanno prodotto un calo di circa il 4% della spesa media mensile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contestualmente, l’Istat sottolinea come “la marcata riduzione dell’offerta e della domanda commerciale al dettaglio ha determinato una flessione delle spese diverse da quelle per prodotti alimentari e per l’abitazione di oltre il 12% rispetto al primo trimestre 2019”.
Inoltre durante il periodo di lockdown mentre alcuni consumi sono andati a picco, evidenzia l’Istat, altri sono aumentati notevolmente come ad esempio quello relativo al traffico telefonico sia da fisso che da mobile.
La ripresa dei consumi ‘accessori’ potrebbe inoltre essere condizionata negativamente dai beni di prima necessità che hanno visto un aumento considerevole nel periodo del Covid 19, si pensi al rincaro della frutta, + 8.4%, della verdura e del latte 5% entrambi, e salumi, 3.4% stando alle ultime stime di Coldiretti che ha lanciato l’allarme sugli aumenti, che porterebbero un aggravio per famiglia di circa 500 euro.