Capitale più solido e sempre meno crediti deteriorati in portafoglio. È questa la fotografia che emerge dall’esercizio di trasparenza appena pubblicato dall’Eba sui bilanci di 127 banche europee. All’interno di questo quadro, che si basa sui bilanci chiusi al 31 dicembre (e quindi prima dell’emergenza Covid-19) le banche italiane si distinguono per i progressi fatti sul fronte della pulizia degli attivi e per un livello di accantonamenti ben oltre la media Ue.
Coperture su crediti al top
Le banche italiane mostrano un rapporto di copertura dei crediti deteriorati nettamente superiore alla media europea e sono ben quattro le banche nei primi venti posti della classifica elaborata dall’Eba. A fronte di una media europea al 44,7%, il dato medio in Italia è pari al 53,8%. Lontani i livelli di copertura delle banche francesi (50,7%), così come di quelle spagnole (42,9%) e tedesche (39,1%). UniCredit con un coverage ratio che a dicembre scorso era del 64,6% si piazza al settimo posto assoluto in Europa in questa classifica. Tra le prime venti banche europee anche Banca Popolare di Sondrio (13 esima), Cassa Centrale Banca (19esima) e Intesa SanPaolo (20esima). Posizioni alte in classifica anche per Credem, Bper, Iccrea e Monte dei Paschi che con un cover ratio del 47,4% è 32esima nella classifica Eba.
Indietro nella solidità patrimoniale
Le italiane scendono nella classifica europea se si va invece ad analizzare la solidità patrimoniale calcolata sulla base del rapporto di capitalizzazione Cet1 fully loaded (ossia a regime) calcolato a fine 2019. In questo caso la media italiana a dicembre scorso era del 13,2% mentre l’asticella media del ratio patrimoniale in Europa si attesta al 14,8 per cento. Tra le italiane spicca l’alta patrimonializzazione della Cassa Centrale Banca, capogruppo trentina del credito cooperativo, con il 17,8% seguita da Popolare di Sondrio con il 15,7% e da Iccrea con il 14 per cento. Percentuali più basse, tra le altre (Eba ha inserito nel suo esercizio 11 banche italiane) per Mps e Banco Bpm (12,7% per entrambe) e per Ubi (12,3%).
In generale in Europa il 75% delle banche riporta un ratio sopra il 13,4% e tutte le banche hanno un ratio sopra l’11%, cioè ben al di sopra dei requisiti regolamentari. L’Eba «conferma che il settore bancario Ue è entrato nella crisi con posizioni di capitale solide e una qualità degli asset migliorata» tuttavia aggiunge che l’esercizio «mostra anche la dispersione (dei risultati dell’analisi) significativa tra le banche». In ogni caso «rispetto alla crisi finanziaria 2008-2009 le banche attualmente hanno capitale e cuscinetti di liquidità più grandi».
Fonte: Il Sole 24 Ore
Capitale più solido e sempre meno crediti deteriorati in portafoglio. È questa la fotografia che emerge dall’esercizio di trasparenza appena pubblicato dall’Eba sui bilanci di 127 banche europee. All’interno di questo quadro, che si basa sui bilanci chiusi al 31 dicembre (e quindi prima dell’emergenza Covid-19) le banche italiane si distinguono per i progressi fatti sul fronte della pulizia degli attivi e per un livello di accantonamenti ben oltre la media Ue.
Coperture su crediti al top
Le banche italiane mostrano un rapporto di copertura dei crediti deteriorati nettamente superiore alla media europea e sono ben quattro le banche nei primi venti posti della classifica elaborata dall’Eba. A fronte di una media europea al 44,7%, il dato medio in Italia è pari al 53,8%. Lontani i livelli di copertura delle banche francesi (50,7%), così come di quelle spagnole (42,9%) e tedesche (39,1%). UniCredit con un coverage ratio che a dicembre scorso era del 64,6% si piazza al settimo posto assoluto in Europa in questa classifica. Tra le prime venti banche europee anche Banca Popolare di Sondrio (13 esima), Cassa Centrale Banca (19esima) e Intesa SanPaolo (20esima). Posizioni alte in classifica anche per Credem, Bper, Iccrea e Monte dei Paschi che con un cover ratio del 47,4% è 32esima nella classifica Eba.
Indietro nella solidità patrimoniale
Le italiane scendono nella classifica europea se si va invece ad analizzare la solidità patrimoniale calcolata sulla base del rapporto di capitalizzazione Cet1 fully loaded (ossia a regime) calcolato a fine 2019. In questo caso la media italiana a dicembre scorso era del 13,2% mentre l’asticella media del ratio patrimoniale in Europa si attesta al 14,8 per cento. Tra le italiane spicca l’alta patrimonializzazione della Cassa Centrale Banca, capogruppo trentina del credito cooperativo, con il 17,8% seguita da Popolare di Sondrio con il 15,7% e da Iccrea con il 14 per cento. Percentuali più basse, tra le altre (Eba ha inserito nel suo esercizio 11 banche italiane) per Mps e Banco Bpm (12,7% per entrambe) e per Ubi (12,3%).
In generale in Europa il 75% delle banche riporta un ratio sopra il 13,4% e tutte le banche hanno un ratio sopra l’11%, cioè ben al di sopra dei requisiti regolamentari. L’Eba «conferma che il settore bancario Ue è entrato nella crisi con posizioni di capitale solide e una qualità degli asset migliorata» tuttavia aggiunge che l’esercizio «mostra anche la dispersione (dei risultati dell’analisi) significativa tra le banche». In ogni caso «rispetto alla crisi finanziaria 2008-2009 le banche attualmente hanno capitale e cuscinetti di liquidità più grandi».
Fonte: Il Sole 24 Ore