Crèdit Agricole Italia sta lavorando a una cessione di Utp per qualche centinaio di milioni di euro. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui la banca starebbe anche studiando il contratto con un servicer esterno per gestire un altro miliardo di Npe. Tra i candidati, rientrano: l’italiana Illimity, la spagnola doValue e il gruppo svedese Intrum.
L’operazione di Crèdit Agricole Italia potrebbe ricalcare l’accordo per la cessione e gestione di un portafoglio di Utp siglato nel luglio 2019 da Intesa Sanpaolo con il gruppo Prelios.
L’operazione riguarderebbe la totalità o quasi delle posizioni residue in Utp a fine 2019 del gruppo Crèdit Agricole Italia. Il bilancio 2019, infatti, mostra 1,9 miliardi di euro lordi di sofferenze, 1,6 miliardi di Utp e 30,5 milioni di scaduti, per un totale di 3,5 miliardi di euro di crediti deteriorati (da poco meno di 3,7 miliardi a fine 2018), con un NPE lordo del 7,1%, in calo dal 7,6% del 2018. Nel corso dell’anno sono state concluse infatti operazioni di cessione di crediti deteriorati per un valore lordo di circa 176 milioni, di cui 117 milioni di sofferenze unsecured.
L’indice di copertura, rapporto fra le rettifiche di valore cumulate e l’ammontare dei crediti deteriorati lordi si è mantenuto stabile al 52,6%, con l’indice di copertura delle sofferenze al 67,6% e quello delle inadempienze probabili al 35,8% (in crescita dal 34% di fine 2018).
Ricordiamo che nel luglio 2018 Crédit Agricole Cariparma, Crédit Agricole Friuladria e Crédit Agricole Carispezia avevano ceduto a Bain Capital Credit un portafoglio da 450 milioni di euro di crediti Unlikely-to-Pay (Utp), battezzato Project Valery. L’operazione è stata strutturata con il supporto del servicer italiano Aquileia Capital Services controllato da Bain Capital Credit. Si è trattato della prima cessione di Utp su larga scala registrata in Italia e della settima acquisizione condotta in Italia da Bain Capital Credit sul mercato dei crediti deteriorati, dopo aver acquisito nel febbraio 2017 Heta Asset Resolution Italia srl (Harit), la bad bank di Hypo Alpe-Adria Bank (poi ribattezzata Aquileia Capital Services), i suoi 90 dipendenti e un portafoglio di asset da 570 milioni di euro lordi .
Sul fronte delle sofferenze, invece, nell’agosto 2018 Crédit Agricole Cariparma, Crédit Agricole Friuladria e Crédit Agricole Carispezia avevano ceduto a Pimco un portafoglio di 700 milioni di euro di Npl cartolarizzato attraverso il veicolo Valerie spv .
C’è infine sempre l’ipotesi di cessione sul secondario da parte dell’investment banking di Crédit Agricole di un portafoglio di Npl italiani superdatati. Inizialmente, nel febbraio 2018, si parlava di 6 miliardi di euro. Si trattava per la maggior parte di finanziamenti per la maggior parte unsecured concessi sul mercato italiano a privati e pmi e poi cartolarizzati tra il 2006 e il 2008.. L’operazione, battezzata Puppy, era curata dall’advisor Kpmg . Successivamente nel luglio 2018, Cerberus e Banca Ifis avevano fatto un’offerta congiunta per acquistare una quota di 4,3 miliardi del pacchetto da 6 miliardi di euro. In precedenza, si diceva che anche Arrow Global, Hoist Finance, D.E. Shaw e la Spac Spaxs avessero avanzato offerte. Un anno dopo, nel febbraio 2019, il perimetro era stato ridimensionato a 2 miliardi e il portafoglio in questione aveva cambiato nome: da Progetto Puppy a Progetto Pelican. Il portafoglio comprende crediti secured e unsecured distinti tra due diverse spv, battezzati Sagrantino e Calliope . Da allora però di quell’asta non si è più saputo nulla.
Autore: Valentina Magri
Fonte: BeBeez
Crèdit Agricole Italia sta lavorando a una cessione di Utp per qualche centinaio di milioni di euro. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, secondo cui la banca starebbe anche studiando il contratto con un servicer esterno per gestire un altro miliardo di Npe. Tra i candidati, rientrano: l’italiana Illimity, la spagnola doValue e il gruppo svedese Intrum.
L’operazione di Crèdit Agricole Italia potrebbe ricalcare l’accordo per la cessione e gestione di un portafoglio di Utp siglato nel luglio 2019 da Intesa Sanpaolo con il gruppo Prelios.
L’operazione riguarderebbe la totalità o quasi delle posizioni residue in Utp a fine 2019 del gruppo Crèdit Agricole Italia. Il bilancio 2019, infatti, mostra 1,9 miliardi di euro lordi di sofferenze, 1,6 miliardi di Utp e 30,5 milioni di scaduti, per un totale di 3,5 miliardi di euro di crediti deteriorati (da poco meno di 3,7 miliardi a fine 2018), con un NPE lordo del 7,1%, in calo dal 7,6% del 2018. Nel corso dell’anno sono state concluse infatti operazioni di cessione di crediti deteriorati per un valore lordo di circa 176 milioni, di cui 117 milioni di sofferenze unsecured.
L’indice di copertura, rapporto fra le rettifiche di valore cumulate e l’ammontare dei crediti deteriorati lordi si è mantenuto stabile al 52,6%, con l’indice di copertura delle sofferenze al 67,6% e quello delle inadempienze probabili al 35,8% (in crescita dal 34% di fine 2018).
Ricordiamo che nel luglio 2018 Crédit Agricole Cariparma, Crédit Agricole Friuladria e Crédit Agricole Carispezia avevano ceduto a Bain Capital Credit un portafoglio da 450 milioni di euro di crediti Unlikely-to-Pay (Utp), battezzato Project Valery. L’operazione è stata strutturata con il supporto del servicer italiano Aquileia Capital Services controllato da Bain Capital Credit. Si è trattato della prima cessione di Utp su larga scala registrata in Italia e della settima acquisizione condotta in Italia da Bain Capital Credit sul mercato dei crediti deteriorati, dopo aver acquisito nel febbraio 2017 Heta Asset Resolution Italia srl (Harit), la bad bank di Hypo Alpe-Adria Bank (poi ribattezzata Aquileia Capital Services), i suoi 90 dipendenti e un portafoglio di asset da 570 milioni di euro lordi .
Sul fronte delle sofferenze, invece, nell’agosto 2018 Crédit Agricole Cariparma, Crédit Agricole Friuladria e Crédit Agricole Carispezia avevano ceduto a Pimco un portafoglio di 700 milioni di euro di Npl cartolarizzato attraverso il veicolo Valerie spv .
C’è infine sempre l’ipotesi di cessione sul secondario da parte dell’investment banking di Crédit Agricole di un portafoglio di Npl italiani superdatati. Inizialmente, nel febbraio 2018, si parlava di 6 miliardi di euro. Si trattava per la maggior parte di finanziamenti per la maggior parte unsecured concessi sul mercato italiano a privati e pmi e poi cartolarizzati tra il 2006 e il 2008.. L’operazione, battezzata Puppy, era curata dall’advisor Kpmg . Successivamente nel luglio 2018, Cerberus e Banca Ifis avevano fatto un’offerta congiunta per acquistare una quota di 4,3 miliardi del pacchetto da 6 miliardi di euro. In precedenza, si diceva che anche Arrow Global, Hoist Finance, D.E. Shaw e la Spac Spaxs avessero avanzato offerte. Un anno dopo, nel febbraio 2019, il perimetro era stato ridimensionato a 2 miliardi e il portafoglio in questione aveva cambiato nome: da Progetto Puppy a Progetto Pelican. Il portafoglio comprende crediti secured e unsecured distinti tra due diverse spv, battezzati Sagrantino e Calliope . Da allora però di quell’asta non si è più saputo nulla.
Autore: Valentina Magri
Fonte: BeBeez