L’incertezza del mercato dovuta al coronavirus a un calo delle performance dei portafogli di sofferenze (in termini di net cash flow) dell’ordine del 3-5% nel migliore dei casi e del 18-20% nel peggiore. Lo prevede una simulazione condotta da EY su un portafoglio modello rappresentativo degli investimenti effettuati dagli investitori in Npl e servicer con licenza bancaria, simulando una serie di scenari per stimarne gli impatti sui flussi di cassa netti (si veda qui lo studio completo). Ovviamente l’impatto negativo varia in funzione dell’andamento degli indicatori macroeconomici, della tipologia di controparte (retail o corporate) e della presenza di garanzie a supporto del credito.
Lo scenario ottimista di EY sull’evoluzione della crisi prevede:
– tre mesi di rallentamenti derivanti dai tribunali
– slittamento delle durate di vendita degli asset di sei mesi, recuperate negli anni successivi
– slittamento di dodici mesi dei cash flow unsecured su una percentuale ridotta del portafoglio (2020- 2022, maggiormente stressata su corporate)
– haircut cash flow unsecured ridotto (2020-2022, maggiormente stressata su corporate)
– incidenza ridotta di dipendenti pubblici e pensionati (portafogli retail)
Lo scenario pessimista d EY sull’evoluzione della crisi prevede invece:
– sei mesi di rallentamenti derivanti dai tribunali
– incremento delle aste con riduzione di valore in relazione alla tipologia di immobile sottostante
– slittamento di dodici mesi dei cash flow unsecured su una percentuale elevata del portafoglio (2020- 2023, maggiormente stressata su corporate)
– haircut cash flow unsecured elevato (2020-2023, maggiormente stressata su corporate)
– incidenza elevata di dipendenti pubblici e pensionati (portafogli retail)
Quanto all’impatto sulla redditività di breve periodo, dipenderà dalla composizione dei portafogli, dove per alcuni operatori risulta un mero posticipo temporale di alcuni incassi, che si stima vengano recuperati già nei primi mesi di ripresa, mentre per altri potrebbero esserci impatti fino a -20%.Per quanto riguarda i recuperi del 2020, la loro contrazione dipenderà dalle caratteristiche dei singoli portafogli: vintage; stato della lavorazione; natura del credito; collocazione geografica degli asset a garanzia.
Sul tema delle performance di recupero, ricordiamo che il Decreto Rilancio ha previsto una norma che ammorbidisce gli obiettivi di performance dei servicer delle cartolarizzazioni di Npl con GACS il cui mancato rispetto è causa di sostituzione del soggetto incaricato della riscossione dei crediti (servicer) oppure differimento della parte dei compensi dovuti condizionata agli obiettivi di performance.
Gli operatori si aspettano nel medio periodo una diminuzione della competizione da parte degli investitori internazionali, dovuta ai maggiori rendimenti attesi e al reindirizzamento verso asset class più liquide. Alcuni operatori vedono anche diverse opportunità nel mercato secondario, in particolare le cartolarizzazioni di portafogli assistite da garanzia statale Gacs.
Tutti concordano nel non ravvisare tensioni nell’accesso a nuove fonti di finanziamento e neppure problemi di finanziamento delle nuove operazioni di acquisto di Npl nel medio-lungo termine.
A livello di settori industriali, quelli più in difficoltà sono turistico, retail e trasporti. Tuttavia, per ora investitori in Npl e i servicer stanno ricevendo richieste di rimodulazione per meno del 30% dei portafogli di Utp in gestione. Rispetto agli altri operatori, gli investitori in Npe e servicer con licenza bancaria sono abilitati a offrire nuova finanza, nonché a costituire sgr specializzate in fondi di ristrutturazione del credito. Quest’ultima soluzione può costituire un’alternativa alle cessioni tradizionali.
Interpellati sulle misure del Governo, gli operatori hanno accolto positivamente quella che incentivano le cessioni di nuovi crediti deteriorati alla luce dei vantaggi fiscali sotto forma di Deferred Tax Assets (DTA) fino al 5% del GBV in cessione. Tuttavia, gli investitori in Npl e i servicer ritengono indispensabili anche: l’incremento dell’operatività dei tribunali; l’alleggerimento degli iter burocratici nella gestione delle procedure transattive; la velocizzazione tramite via telematica degli atti notarili e dell’iter dei procedimenti esecutivi; la distribuzione di almeno il 75% dei riparti giacenti, stimati attorno a 10 miliardi di euro; la sospensione totale o parziale del pagamento del contributo di pubblicazione sul portale delle vendite pubbliche (contributo PVP) per almeno 12 mesi; il ripristino dell’imposta agevolata per i trasferimenti di proprietà in suddette vendite.
Autore: Valentina Magri
Fonte: Bebeez
L’incertezza del mercato dovuta al coronavirus a un calo delle performance dei portafogli di sofferenze (in termini di net cash flow) dell’ordine del 3-5% nel migliore dei casi e del 18-20% nel peggiore. Lo prevede una simulazione condotta da EY su un portafoglio modello rappresentativo degli investimenti effettuati dagli investitori in Npl e servicer con licenza bancaria, simulando una serie di scenari per stimarne gli impatti sui flussi di cassa netti (si veda qui lo studio completo). Ovviamente l’impatto negativo varia in funzione dell’andamento degli indicatori macroeconomici, della tipologia di controparte (retail o corporate) e della presenza di garanzie a supporto del credito.
Lo scenario ottimista di EY sull’evoluzione della crisi prevede:
– tre mesi di rallentamenti derivanti dai tribunali
– slittamento delle durate di vendita degli asset di sei mesi, recuperate negli anni successivi
– slittamento di dodici mesi dei cash flow unsecured su una percentuale ridotta del portafoglio (2020- 2022, maggiormente stressata su corporate)
– haircut cash flow unsecured ridotto (2020-2022, maggiormente stressata su corporate)
– incidenza ridotta di dipendenti pubblici e pensionati (portafogli retail)
Lo scenario pessimista d EY sull’evoluzione della crisi prevede invece:
– sei mesi di rallentamenti derivanti dai tribunali
– incremento delle aste con riduzione di valore in relazione alla tipologia di immobile sottostante
– slittamento di dodici mesi dei cash flow unsecured su una percentuale elevata del portafoglio (2020- 2023, maggiormente stressata su corporate)
– haircut cash flow unsecured elevato (2020-2023, maggiormente stressata su corporate)
– incidenza elevata di dipendenti pubblici e pensionati (portafogli retail)
Quanto all’impatto sulla redditività di breve periodo, dipenderà dalla composizione dei portafogli, dove per alcuni operatori risulta un mero posticipo temporale di alcuni incassi, che si stima vengano recuperati già nei primi mesi di ripresa, mentre per altri potrebbero esserci impatti fino a -20%.Per quanto riguarda i recuperi del 2020, la loro contrazione dipenderà dalle caratteristiche dei singoli portafogli: vintage; stato della lavorazione; natura del credito; collocazione geografica degli asset a garanzia.
Sul tema delle performance di recupero, ricordiamo che il Decreto Rilancio ha previsto una norma che ammorbidisce gli obiettivi di performance dei servicer delle cartolarizzazioni di Npl con GACS il cui mancato rispetto è causa di sostituzione del soggetto incaricato della riscossione dei crediti (servicer) oppure differimento della parte dei compensi dovuti condizionata agli obiettivi di performance.
Gli operatori si aspettano nel medio periodo una diminuzione della competizione da parte degli investitori internazionali, dovuta ai maggiori rendimenti attesi e al reindirizzamento verso asset class più liquide. Alcuni operatori vedono anche diverse opportunità nel mercato secondario, in particolare le cartolarizzazioni di portafogli assistite da garanzia statale Gacs.
Tutti concordano nel non ravvisare tensioni nell’accesso a nuove fonti di finanziamento e neppure problemi di finanziamento delle nuove operazioni di acquisto di Npl nel medio-lungo termine.
A livello di settori industriali, quelli più in difficoltà sono turistico, retail e trasporti. Tuttavia, per ora investitori in Npl e i servicer stanno ricevendo richieste di rimodulazione per meno del 30% dei portafogli di Utp in gestione. Rispetto agli altri operatori, gli investitori in Npe e servicer con licenza bancaria sono abilitati a offrire nuova finanza, nonché a costituire sgr specializzate in fondi di ristrutturazione del credito. Quest’ultima soluzione può costituire un’alternativa alle cessioni tradizionali.
Interpellati sulle misure del Governo, gli operatori hanno accolto positivamente quella che incentivano le cessioni di nuovi crediti deteriorati alla luce dei vantaggi fiscali sotto forma di Deferred Tax Assets (DTA) fino al 5% del GBV in cessione. Tuttavia, gli investitori in Npl e i servicer ritengono indispensabili anche: l’incremento dell’operatività dei tribunali; l’alleggerimento degli iter burocratici nella gestione delle procedure transattive; la velocizzazione tramite via telematica degli atti notarili e dell’iter dei procedimenti esecutivi; la distribuzione di almeno il 75% dei riparti giacenti, stimati attorno a 10 miliardi di euro; la sospensione totale o parziale del pagamento del contributo di pubblicazione sul portale delle vendite pubbliche (contributo PVP) per almeno 12 mesi; il ripristino dell’imposta agevolata per i trasferimenti di proprietà in suddette vendite.
Autore: Valentina Magri
Fonte: Bebeez