Molto interessanti le ultime ricerche che si stanno interrogando non più solo sui disastrosi effetti del Covid 19 sui consumi, ma anche sulle prospettive future degli stessi. Un po’ il voler vedere il ‘bicchiere mezzo pieno’ da parte di alcuni istituti di ricerca che hanno intervistato esperti o analizzato dati al fine di comprendere come potrebbero cambiare le abitudini di consumo post epidemia o come queste stiano già in realtà mutando a seconda delle fasi emergenziali. Prometeia ad esempio ha raccolto i dati sui consumi pre Covid in Italia utilizzando la categorizzazione Istat e li ha raggruppati per area di consumo, distinguendo l’analisi in tre fasi: emergenza (lockdown forzato), convivenza (Fase 2) e superamento (ripartenza) che hanno caratterizzato o caratterizzeranno il nostro vivere ai tempi del Covid 19.
Si parla spesso di “nuova normalità”, ma la domanda che molti centri di ricerca si stanno ponendo è: “Quali scenari si profilano dal punto di vista dei consumi, del sentimenti e della comunicazione?” Di questo, ad esempio, si è parlato nel corso del live event “Attivarsi per la Fase 2: insight GfK su Largo Consumo, Media e Comunicazione”, dove moltissimi esperti Gfk hanno voluto fornire spunti e riflessioni alle aziende, un modo per affrontare insieme la ripartenza. Suggerimenti per fornire una visuale a 360° per comprendere anche meglio e sapere leggere, attraverso i dati emersi in questo periodo di crisi, le nuove necessità dei consumatori, al fine di tarare i prodotti e i servizi in base alle nuove esigenze. Vediamo in linea di massima cosa è emerso.
Prometeia ad esempio ha enfatizzato come i bisogni siano variati e ancora cambieranno a seconda delle tre fasi segnalate, nella fase emergenziale vi è stata una ricerca di certezze e sicurezze da parte dei consumatori, che hanno fatto soprattutto ‘scorte’ di beni alimentari e dotazioni sanitarie, facendo scendere inesorabilmente le spese per i consumi voluttuari e per quelli legati alla mobilità.
Nella fase di convivenza, la Fase due in cui il lockdown è stato allentato, ossia dal 4 maggio scorso, i consumi, dice l’istituto di ricerca, saranno ancora molto legati alle attività da remoto, alla didattica online e alla ricerca si sicurezza dettata dall’igiene personale, ancora penalizzati, seppur in maniera minore rispetto alla fase di emergenza, resteranno i beni voluttuari.
Ma il rilancio dovrebbe vedersi con la fase che tutti stanno attendendo con ansia, ossia la fase di superamento, Prometeia vede in questa fase la risalita certa dei bisogni legati alla socializzazione e al tempo libero, quelli rimasti latenti, per intenderci, nel periodo di maggiore tensione sanitaria. Palestre, centri benessere, parrucchieri, ristoranti, viaggi, vacanze torneranno servizi importanti e risaliranno nella scala delle priorità non appena le persone si sentiranno più tranquille. Certo, spiega il centro di ricerca, una prudenza maggiore resterà in quanto il Covid 19 avrà comunque segnato le persone e indirettamente anche i consumi.
Le attività che, invece, hanno avuto un incremento notevole in questo periodo sono tutte quelle legate al digitale, in poco tempo moltissime persone hanno dovuto, volenti o nolenti, interfacciarsi con differenti tecnologie. La ricerca sostiene altresì che al termine della pandemia le famiglie resteranno tendenzialmente più prudenti anche a livello economico, in quanto sono state duramente colpite e dovranno riaffrontare la ripartenza con diverse condizioni reddituali. Ma nonostante questo la ricerca di socializzazione ed il desiderio di ‘normalità’ porterà le attività in stand-by da mesi a ripartire.
Di parere analogo anche gli esperti di Gfk , eccovi alcune considerazioni sulla ripartenza e su come sono cambiati i consumi:
Nel suo intervento “FMCG Shopper unlocked” Marco Pellizzoni, Commercial Lead Consumer Panels, ha sottolineato come l’emergenza Covid-19 abbia rivoluzionato le abitudini di acquisto nel Largo Consumo: “Le categorie con maggiore prospettiva di crescita sono quelle che hanno attivato Penetrazione aggiuntiva nelle ultime settimane e che sono in linea con le nuove occasioni di consumo che, in molti casi, continueranno anche nella Fase 2. Vengono meno le leve tattiche da azione in-store e ritorna centrale la comunicazione, anche da indirizzare a target di acquirenti profondamente diversi dal solito. Poi dà suggerimenti sulla Fase 2 e sulla ripartenza post Covid: “ Per sostenere la crescita durante la Fase 2, sarà centrale focalizzarsi sul mantenimento della Penetrazione, ripensare il ruolo dei Canali e stare più vicino al Consumatore, anche valutando il Direct to Consumer”.
Tra gli esperti che hanno detto la loro anche Giuseppe Minoia (Insight Advisor) che ha presentato una riflessione sul ruolo “salvavita” che ha avuto l’Entertainment durante lockdown e che avrà anche nella Fase 2 “ Gli italiani non vedono l’ora di uscire con gli amici, fare un viaggio, fare shopping non da soli, andare al bar e al ristorante, tornare dall’estetista e in palestra, entrare di nuovo in un cinema, in un teatro, in uno stadio, in un evento. Per ora non si può fare, ma i consumatori di Entertainment non vedono l’ora di poter essere i primi ad uscire per condividere questi consumi che ieri chiamavamo esperienze”.
Molto interessanti le ultime ricerche che si stanno interrogando non più solo sui disastrosi effetti del Covid 19 sui consumi, ma anche sulle prospettive future degli stessi. Un po’ il voler vedere il ‘bicchiere mezzo pieno’ da parte di alcuni istituti di ricerca che hanno intervistato esperti o analizzato dati al fine di comprendere come potrebbero cambiare le abitudini di consumo post epidemia o come queste stiano già in realtà mutando a seconda delle fasi emergenziali. Prometeia ad esempio ha raccolto i dati sui consumi pre Covid in Italia utilizzando la categorizzazione Istat e li ha raggruppati per area di consumo, distinguendo l’analisi in tre fasi: emergenza (lockdown forzato), convivenza (Fase 2) e superamento (ripartenza) che hanno caratterizzato o caratterizzeranno il nostro vivere ai tempi del Covid 19.
Si parla spesso di “nuova normalità”, ma la domanda che molti centri di ricerca si stanno ponendo è: “Quali scenari si profilano dal punto di vista dei consumi, del sentimenti e della comunicazione?” Di questo, ad esempio, si è parlato nel corso del live event “Attivarsi per la Fase 2: insight GfK su Largo Consumo, Media e Comunicazione”, dove moltissimi esperti Gfk hanno voluto fornire spunti e riflessioni alle aziende, un modo per affrontare insieme la ripartenza. Suggerimenti per fornire una visuale a 360° per comprendere anche meglio e sapere leggere, attraverso i dati emersi in questo periodo di crisi, le nuove necessità dei consumatori, al fine di tarare i prodotti e i servizi in base alle nuove esigenze. Vediamo in linea di massima cosa è emerso.
Prometeia ad esempio ha enfatizzato come i bisogni siano variati e ancora cambieranno a seconda delle tre fasi segnalate, nella fase emergenziale vi è stata una ricerca di certezze e sicurezze da parte dei consumatori, che hanno fatto soprattutto ‘scorte’ di beni alimentari e dotazioni sanitarie, facendo scendere inesorabilmente le spese per i consumi voluttuari e per quelli legati alla mobilità.
Nella fase di convivenza, la Fase due in cui il lockdown è stato allentato, ossia dal 4 maggio scorso, i consumi, dice l’istituto di ricerca, saranno ancora molto legati alle attività da remoto, alla didattica online e alla ricerca si sicurezza dettata dall’igiene personale, ancora penalizzati, seppur in maniera minore rispetto alla fase di emergenza, resteranno i beni voluttuari.
Ma il rilancio dovrebbe vedersi con la fase che tutti stanno attendendo con ansia, ossia la fase di superamento, Prometeia vede in questa fase la risalita certa dei bisogni legati alla socializzazione e al tempo libero, quelli rimasti latenti, per intenderci, nel periodo di maggiore tensione sanitaria. Palestre, centri benessere, parrucchieri, ristoranti, viaggi, vacanze torneranno servizi importanti e risaliranno nella scala delle priorità non appena le persone si sentiranno più tranquille. Certo, spiega il centro di ricerca, una prudenza maggiore resterà in quanto il Covid 19 avrà comunque segnato le persone e indirettamente anche i consumi.
Le attività che, invece, hanno avuto un incremento notevole in questo periodo sono tutte quelle legate al digitale, in poco tempo moltissime persone hanno dovuto, volenti o nolenti, interfacciarsi con differenti tecnologie. La ricerca sostiene altresì che al termine della pandemia le famiglie resteranno tendenzialmente più prudenti anche a livello economico, in quanto sono state duramente colpite e dovranno riaffrontare la ripartenza con diverse condizioni reddituali. Ma nonostante questo la ricerca di socializzazione ed il desiderio di ‘normalità’ porterà le attività in stand-by da mesi a ripartire.
Di parere analogo anche gli esperti di Gfk , eccovi alcune considerazioni sulla ripartenza e su come sono cambiati i consumi:
Nel suo intervento “FMCG Shopper unlocked” Marco Pellizzoni, Commercial Lead Consumer Panels, ha sottolineato come l’emergenza Covid-19 abbia rivoluzionato le abitudini di acquisto nel Largo Consumo: “Le categorie con maggiore prospettiva di crescita sono quelle che hanno attivato Penetrazione aggiuntiva nelle ultime settimane e che sono in linea con le nuove occasioni di consumo che, in molti casi, continueranno anche nella Fase 2. Vengono meno le leve tattiche da azione in-store e ritorna centrale la comunicazione, anche da indirizzare a target di acquirenti profondamente diversi dal solito. Poi dà suggerimenti sulla Fase 2 e sulla ripartenza post Covid: “ Per sostenere la crescita durante la Fase 2, sarà centrale focalizzarsi sul mantenimento della Penetrazione, ripensare il ruolo dei Canali e stare più vicino al Consumatore, anche valutando il Direct to Consumer”.
Tra gli esperti che hanno detto la loro anche Giuseppe Minoia (Insight Advisor) che ha presentato una riflessione sul ruolo “salvavita” che ha avuto l’Entertainment durante lockdown e che avrà anche nella Fase 2 “ Gli italiani non vedono l’ora di uscire con gli amici, fare un viaggio, fare shopping non da soli, andare al bar e al ristorante, tornare dall’estetista e in palestra, entrare di nuovo in un cinema, in un teatro, in uno stadio, in un evento. Per ora non si può fare, ma i consumatori di Entertainment non vedono l’ora di poter essere i primi ad uscire per condividere questi consumi che ieri chiamavamo esperienze”.