Il mercato immobiliare britannico stava vivendo un momento vivace prima della pandemia, nonostante le incognite della Brexit il mattone del Regno Unito era appetibile. Ma il coronavirus potrebbe presentare un conto da oltre 16 miliardi di euro al mercato immobiliare di sua Maestà. È quanto ha stimato Knight Frank, società di consulenza immobiliare internazionale: gli esperti valutano che il lockdown introdotto da Boris Johnson possa riflettersi in 526mila compravendite di abitazioni in meno quest’anno (rispetto a un totale di 1.175.00 atti dello scorso anno) e 350.000 autorizzazioni ipotecarie in meno, tra cui 150mila mutui per la prima casa. L’acquisto di una casa, si sa, ha poi un effetto a cascata su tutta la filiera edile: le mancate compravendite taglieranno di 9 miliardi di euro gli investimenti nelle ristrutturazioni degli immobili, poi ci saranno quasi 7 miliardi in meno tra tasse e imposte. Anche il settore dei traslochi sarà colpito: l’attività nel 2020 si contrarrà per circa 450 milioni di euro.
Insomma, una bella batosta per un comparto che nel 2018 ha generato un valore di oltre 114 miliardi di euro, contribuendo per il 7% alla ricchezza prodotta nel Regno Unito. Ma l’impatto economico complessivo, ha ammonito Knight Frank, sarà molto più ampio, perché si dovrà tenere conto anche della perdita dei posti di lavoro collegati all’immobiliare e un effetto moltiplicatore in tutta l’economia britannica.
Liam Bailey, responsabile della ricerca in Knight Frank, ha spiegato al Guardian: «Il mercato immobiliare era in una posizione forte a gennaio e febbraio. Un deciso aumento delle vendite e della crescita dei prezzi è stato registrato in tutto il Regno Unito, con persino il principale mercato centrale di Londra che ha visto un’inversione delle quotazioni dopo un declino dei prezzi lungo cinque anni».
Anche Savills, storica agenzia fondata nel Regno Unito nel 1855 e tra i leader immobiliari globali, stima la contrazione del mercato immobiliare del Regno Unito, indicando fino a un massimo di 566 mila compravendite in meno, pari a una riduzione del 52% rispetto alle previsioni precedenti, pre pandemia, che ammontavano a circa 1,2 milioni. Anche i prezzi delle case, ha fatto notare la società, potrebbero scendere in una forbice tra il 5 e il 10%.
La Reuters ha spiegato che l’economia britannica potrebbe ridursi del 13% quest’anno, mentre nel secondo trimestre l’effetto coronavirus potrebbe far crollare del 35% la produzione economica portando la disoccupazione in doppia cifra, sopra al 10%. Uno scenario economico che in Inghilterra non si era mai visto.
Tornando al mattone, Guy Robinson, direttore di un’agenzia affiliata a Christie’s International Real Estate, ha spiegato che «l’intera attività delle agenzie immobiliari nel Regno Unito è stata sospesa dalle restrizioni del governo, quindi come settore vedremo un calo complessivo delle transazioni immobiliari». Le sue stime? Per il mercato interno da una diminuzione dal 25% al 40% a seconda di quanto dureranno le misure restrittive.
Il settore immobiliare inglese rischia dunque di entrare in affanno e i protagonisti del comparto chiedono un forte stimolo da parte del governo: da interventi di alleggerimento fiscale a incentivi per le ristrutturazioni. Ma prima serve la riapertura.
Autore: Maicol Mercuriali
Fonte: Italia Oggi
Il mercato immobiliare britannico stava vivendo un momento vivace prima della pandemia, nonostante le incognite della Brexit il mattone del Regno Unito era appetibile. Ma il coronavirus potrebbe presentare un conto da oltre 16 miliardi di euro al mercato immobiliare di sua Maestà. È quanto ha stimato Knight Frank, società di consulenza immobiliare internazionale: gli esperti valutano che il lockdown introdotto da Boris Johnson possa riflettersi in 526mila compravendite di abitazioni in meno quest’anno (rispetto a un totale di 1.175.00 atti dello scorso anno) e 350.000 autorizzazioni ipotecarie in meno, tra cui 150mila mutui per la prima casa. L’acquisto di una casa, si sa, ha poi un effetto a cascata su tutta la filiera edile: le mancate compravendite taglieranno di 9 miliardi di euro gli investimenti nelle ristrutturazioni degli immobili, poi ci saranno quasi 7 miliardi in meno tra tasse e imposte. Anche il settore dei traslochi sarà colpito: l’attività nel 2020 si contrarrà per circa 450 milioni di euro.
Insomma, una bella batosta per un comparto che nel 2018 ha generato un valore di oltre 114 miliardi di euro, contribuendo per il 7% alla ricchezza prodotta nel Regno Unito. Ma l’impatto economico complessivo, ha ammonito Knight Frank, sarà molto più ampio, perché si dovrà tenere conto anche della perdita dei posti di lavoro collegati all’immobiliare e un effetto moltiplicatore in tutta l’economia britannica.
Liam Bailey, responsabile della ricerca in Knight Frank, ha spiegato al Guardian: «Il mercato immobiliare era in una posizione forte a gennaio e febbraio. Un deciso aumento delle vendite e della crescita dei prezzi è stato registrato in tutto il Regno Unito, con persino il principale mercato centrale di Londra che ha visto un’inversione delle quotazioni dopo un declino dei prezzi lungo cinque anni».
Anche Savills, storica agenzia fondata nel Regno Unito nel 1855 e tra i leader immobiliari globali, stima la contrazione del mercato immobiliare del Regno Unito, indicando fino a un massimo di 566 mila compravendite in meno, pari a una riduzione del 52% rispetto alle previsioni precedenti, pre pandemia, che ammontavano a circa 1,2 milioni. Anche i prezzi delle case, ha fatto notare la società, potrebbero scendere in una forbice tra il 5 e il 10%.
La Reuters ha spiegato che l’economia britannica potrebbe ridursi del 13% quest’anno, mentre nel secondo trimestre l’effetto coronavirus potrebbe far crollare del 35% la produzione economica portando la disoccupazione in doppia cifra, sopra al 10%. Uno scenario economico che in Inghilterra non si era mai visto.
Tornando al mattone, Guy Robinson, direttore di un’agenzia affiliata a Christie’s International Real Estate, ha spiegato che «l’intera attività delle agenzie immobiliari nel Regno Unito è stata sospesa dalle restrizioni del governo, quindi come settore vedremo un calo complessivo delle transazioni immobiliari». Le sue stime? Per il mercato interno da una diminuzione dal 25% al 40% a seconda di quanto dureranno le misure restrittive.
Il settore immobiliare inglese rischia dunque di entrare in affanno e i protagonisti del comparto chiedono un forte stimolo da parte del governo: da interventi di alleggerimento fiscale a incentivi per le ristrutturazioni. Ma prima serve la riapertura.
Autore: Maicol Mercuriali
Fonte: Italia Oggi