La pandemia coronavirus e il conseguente lockdown arrivano nel momento in cui lo strumento Reoco/SVA si stava consolidando nell’operatività del settore.
Salvo qualche (lieve) dubbio interpretativo sull’applicazione della norma, lo scenario operativo sembrava entrato negli standard degli operatori e di tutti coloro che si occupano di NPL-UTP ipotecari. Il quadro normativo era delineato, temi quali segregazione patrimoniale e neutralità fiscale superati e accettati. Insomma, il repossess degli immobili posti a garanzia dei crediti non era più una peculiarità di alcuni servicer specializzati nell’attività immobiliare ma una tipica way-out da considerare per ogni credito ipotecario.
E ora?
Viviamo un periodo di incertezza su scala globale, la maggior parte dei settori economici sono in questa situazione e il mondo del recupero crediti non fa di certo eccezione. I servicer che hanno consolidato da poco la loro attività immobiliare potrebbero avere qualche dubbio in più nella contingenza ed è possibile che nei prossimi mesi la cessione dei crediti possa diventare uno strumento privilegiato per attenuare l’impatto negativo sul cashflow.
Gli antichi ci insegnano a percorrere la via “negativa”; pertanto prima di inventarci qualcosa di nuovo, è bene togliere il superfluo e concentrarsi sulle azioni che hanno funzionato e continueranno a funzionare.
Nel caso delle SVA e del mercato immobiliare, ci sono almeno quattro capisaldi da cui ripartire:
- Datio in solutum: in questo periodo di sospensione dei termini processuali, le azioni stragiudiziali fanno la differenza. Ecco che l’acquisizione di un immobile nella modalità datio in solutum può diventare determinante per il recupero di un credito in tempi utili; lo è a prescindere, ma lo diventa a maggior ragione ora che nel conteggio giudiziale dovremmo aggiungere tempi e costi dovuti all’emergenza Covid-19;
- Riqualificazione a medio termine: è probabile che il mercato immobiliare dei prossimi mesi sconterà la questione coronavirus, trattasi di capire in che misura; questo significa che tutti i progetti di repossess/riqualificazione a medio-termine trovano maggior senso in questo periodo storico. L’operatore si trova spesso al centro della scelta amletica tra vendere as is/giudizialmente e acquisire l’asset per riqualificarlo e trarne maggior profitto. Ora è probabile che la seconda opzione abbia più forza;
- Location3: la regola d’oro del mercato immobiliare continuerà a valere in ogni epoca. Il repossess di immobili in una buona posizione è sempre di partenza una buona idea: alzi la mano chi non avrebbe voluto trascorrere la quarantena in una villa sul mare a Vulcano o in una tenuta in Toscana;
- Amenities: in questi giorni ci siamo accorti di quanto terrazzi, giardini e spazi esterni siano importanti per un’abitazione; in realtà per gli operatori lo sono sempre stati e hanno sempre rappresentato un punto differenziante nella scelta di un immobile da acquistare. Attenzione perciò alle nuove frontiere del comfort: qualità dell’aria ed efficientamento energetico stanno finalmente per diventare dei driver.
La pandemia coronavirus e il conseguente lockdown arrivano nel momento in cui lo strumento Reoco/SVA si stava consolidando nell’operatività del settore.
Salvo qualche (lieve) dubbio interpretativo sull’applicazione della norma, lo scenario operativo sembrava entrato negli standard degli operatori e di tutti coloro che si occupano di NPL-UTP ipotecari. Il quadro normativo era delineato, temi quali segregazione patrimoniale e neutralità fiscale superati e accettati. Insomma, il repossess degli immobili posti a garanzia dei crediti non era più una peculiarità di alcuni servicer specializzati nell’attività immobiliare ma una tipica way-out da considerare per ogni credito ipotecario.
E ora?
Viviamo un periodo di incertezza su scala globale, la maggior parte dei settori economici sono in questa situazione e il mondo del recupero crediti non fa di certo eccezione. I servicer che hanno consolidato da poco la loro attività immobiliare potrebbero avere qualche dubbio in più nella contingenza ed è possibile che nei prossimi mesi la cessione dei crediti possa diventare uno strumento privilegiato per attenuare l’impatto negativo sul cashflow.
Gli antichi ci insegnano a percorrere la via “negativa”; pertanto prima di inventarci qualcosa di nuovo, è bene togliere il superfluo e concentrarsi sulle azioni che hanno funzionato e continueranno a funzionare.
Nel caso delle SVA e del mercato immobiliare, ci sono almeno quattro capisaldi da cui ripartire: