Un primo trimestre che si chiude con un numero di transazioni di crediti non performing quasi invariato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con molte incognite e variabili sul futuro.
Sono 73 i deal censiti dall’Osservatorio Nazionale del Mercato dei crediti deteriorati di Credit Village, che dal gennaio 2016 monitora e censisce tutte le transazioni di crediti sia sul mercato primario che quello secondario.
Nel medesimo arco temporale dello scorso anno ne erano state censite 76.
Se l’impatto apparentemente è stato molto lieve rispetto quindi al trend riscontrato nel 2019, come ci spiega Roberto Sergio, AD di credit Village e responsabile dell’Osservatorio, ai fini di una valutazione coerente e trasparente, è doveroso fare una serie di considerazioni.
Il confronto fra i primi quarter 2019-2020 è poco significativo in quanto nella quasi totalità delle operazioni completate, gli accordi e le “binding offer” erano state sottoposte ed accettate dalle cedenti in periodo pre- Covid e parte di queste, nell’esattezza 16 closing sono da attribuire a contratti di cessione Forward Flow siglati addirittura molti mesi prima.
In termini di volumi di GBV transato le nostre previsioni, in momenti non sospetti, erano comunque piuttosto conservative e non ci attendevamo importi particolarmente significativi. Diverse erano invece le attese sul numero delle operazioni che vedevano un mese di marzo in forte incremento sia sul primario che sul secondario. Inevitabilmente molte offerte non vincolanti sono state ritirate, prorogate o in fase di rinegoziazione .
L’investitore più attivo sul mercato nel trimestre è stato il gruppo svedese Hoist che ha completato 8 deal per oltre un miliardo di GBV soprattutto riferito ad asset class unsecured acquisiti da istituti bancari e da società finanziarie.
Il 35% delle operazioni è stato realizzato sul mercato secondario e 22 delle 70 transazioni hanno riguardato portafogli single name con meno di 10 posizioni ciascuno.
Per poter iniziare a fare previsioni più attendibili, dovremmo attendere I dati del secondo trimestre, che ci aiuteranno sicuramente ad interpretare meglio quelli che saranno gli scenari futuri, anche perché i numeri dei deal completati dal 1 aprile al 30 giugno dello scorso anno sono stati ben 122.
Un primo trimestre che si chiude con un numero di transazioni di crediti non performing quasi invariato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con molte incognite e variabili sul futuro.
Sono 73 i deal censiti dall’Osservatorio Nazionale del Mercato dei crediti deteriorati di Credit Village, che dal gennaio 2016 monitora e censisce tutte le transazioni di crediti sia sul mercato primario che quello secondario.
Nel medesimo arco temporale dello scorso anno ne erano state censite 76.
Se l’impatto apparentemente è stato molto lieve rispetto quindi al trend riscontrato nel 2019, come ci spiega Roberto Sergio, AD di credit Village e responsabile dell’Osservatorio, ai fini di una valutazione coerente e trasparente, è doveroso fare una serie di considerazioni.
Il confronto fra i primi quarter 2019-2020 è poco significativo in quanto nella quasi totalità delle operazioni completate, gli accordi e le “binding offer” erano state sottoposte ed accettate dalle cedenti in periodo pre- Covid e parte di queste, nell’esattezza 16 closing sono da attribuire a contratti di cessione Forward Flow siglati addirittura molti mesi prima.
In termini di volumi di GBV transato le nostre previsioni, in momenti non sospetti, erano comunque piuttosto conservative e non ci attendevamo importi particolarmente significativi. Diverse erano invece le attese sul numero delle operazioni che vedevano un mese di marzo in forte incremento sia sul primario che sul secondario. Inevitabilmente molte offerte non vincolanti sono state ritirate, prorogate o in fase di rinegoziazione .
L’investitore più attivo sul mercato nel trimestre è stato il gruppo svedese Hoist che ha completato 8 deal per oltre un miliardo di GBV soprattutto riferito ad asset class unsecured acquisiti da istituti bancari e da società finanziarie.
Il 35% delle operazioni è stato realizzato sul mercato secondario e 22 delle 70 transazioni hanno riguardato portafogli single name con meno di 10 posizioni ciascuno.
Per poter iniziare a fare previsioni più attendibili, dovremmo attendere I dati del secondo trimestre, che ci aiuteranno sicuramente ad interpretare meglio quelli che saranno gli scenari futuri, anche perché i numeri dei deal completati dal 1 aprile al 30 giugno dello scorso anno sono stati ben 122.