Da più di due mesi il mondo intero è investito da un’emergenza sanitaria mai vista negli ultimi 100 anni. La pandemia da Coronavirus si sta portando dietro, oltre alle migliaia di morti, anche una crisi economica che metterà in difficoltà aziende e famiglie. Mentre l’Europa cerca di dare una risposta forte ai suoi Stati membri, per evitare il collasso di molti Paesi, c’è spazio anche per qualche buona notizia. In un momento così complicato è bene ricordare che la Commissione Europea ha in mano uno strumento con cui può finanziare aziende e start-up innovative con sovvenzioni pubbliche fino a 2,5 milioni di euro e investimenti a titolo di capitale di rischio (equity) fino a 15 milioni di euro per realizzare progetti europei nuovi e dirompenti.
Da sempre, soprattutto nel nostro Continente, i ricercatori e gli imprenditori innovativi soffrono di una forte mancanza di risorse: si stima un deficit complessivo di fondi propri di circa 70 miliardi di euro. Ma l’Europa ha già messo a punto uno strumento in grado di colmare questo deficit e forse dovremmo partire proprio da questo per trovare una via d’uscita alla crisi. Si tratta dell’European Innovation Council che per il biennio 2019-2020 ha messo in campo 2,2 miliardi di euro per aiutare
aziende, startup e PMI a trovare il capitale per sviluppare più velocemente il loro business e raggiungere lo stadio in cui sono coinvolti gli investitori del settore privato.
Per ottenere il finanziamento le PMI e le start-up devono far parte dell’UE o di uno dei paesi associati, devono fornire una presentazione dei prodotti, servizi o progetti innovativi, un Business Plan e una presentazione del progetto con il relativo piano finanziario (circa 30 pagine).
A spiegarci come funziona il meccanismo è il dottor Mauro Andriotto, docente di economia alle Università Bocconi di Milano, di Pisa e di Ginevra, uno dei massimi esperti in materia di finanza e gestione dei rischi, che è stato selezionato tra i 10 italiani membri della giuria EIC della Commissione europea. Andriotto è anche Fondatore e CEO della Andriotto Financial Services, società che assiste le aziende nella richiesta dei finanziamenti e ci spiega un po’ come funziona il meccanismo.
Qual è la percentuale di successo delle richieste da parte delle aziende?
M.A. La percentuale è fra il 5-10% e noi la stiamo portando al 20%.
Quali sono i costi per chiedere aiuto alla Commissione europea?
M.A. Un professionista esperto di Business Plan, in grado di documentare il piano finanziario e le peculiarità del progetto, servizio o prodotto, potrebbe chiedere dai 5mila ai 20mila euro. E se il progetto fosse rigettato dalla Commissione europea, la documentazione ottenuta viene utilizzata per cercare altre fonti di finanziamento.
Come si gestiscono le numerose richieste che arrivano?
M.A. Al ricevimento delle domande da parte dell’impresa, si fa compilare un form le cui risposte ci permettono di fare una prima veloce valutazione per capire se invitare l’azienda a proseguire o a fermarsi. Dopodiché l’azienda viene invitata a collegarsi ad una nostra piattaforma che con molta minuziosità e con molte più domande, approfondisce tutti i singoli dettagli allo scopo di produrre la documentazione necessaria per essere esaminata dalla Commissione Europea.
Quale investimento è richiesto?
M.A. La piattaforma ci ha permesso di portare la richiesta monetaria a poche centinaia di euro e il compenso viene richiesto al solo buon fine tramite delle success fee concordate all’inizio dell’opera ed incluse nel piano finanziario.
Quanti progetti sono passati dalla sua supervisione?
M.A. Abbiamo valutato e presentato più di 500 proposte. E’ stato distribuito più di un miliardo e a budget ce n’è un altro per il 2020. Abbiamo raggiunto il più alto risultato sul mercato.
Sovvenzioni non rimborsabili, investimenti in private equity e capitali di rischio nella fase di Pilota avanzato dell’EIC
A marzo 2019 la Commissione europea ha lanciato la fase avanzata del Pilot European Innovation Council – EIC con alcune novità che anticipano la futura programmazione Horizon Europe 2021-2027. Il Pilota avanzato (Enhanced pilot) dell’EIC parte con un budget di circa 2,2 miliardi di euro dedicati a ricercatori e innovatori in grado di sviluppare idee dirompenti che possano creare nuovi mercati e promuovere nuovi posti di lavoro, crescita e prosperità in Europa. L’obiettivo è quello di fornire un sostegno ad innovatori, start up, PMI e ricercatori, provenienti da tutta Europa, che portano avanti progetti brillanti, che si differenzino da prodotti, servizi o business model esistenti, che comportino un alto rischio ed abbiano un alto potenziale di crescita sui mercati internazionali (scale up). Lo strumento può finanziare idee afferenti ad ogni settore tecnologico e di mercato, incluse nuove combinazioni di tecnologie e business model, che riceveranno un supporto in tutti gli stadi di sviluppo, dalla verifica di fattibilità alla fase di scaling up.
Sono 3 le principali novità contenute nel Pilota avanzato:
- introduzione di nuovi strumenti di finanziamento semplificati;
- un approccio gestionale più flessibile e pro-attivo, adatto a progetti ad alto rischio e a tecnologie e mercati in rapido sviluppo;
- un nuovo modello di governance con l’introduzione di un Advisory Board composto da esperti provenienti dagli ecosistemi di innovazione europei.
Due le azioni principali che costituiscono lo strumento:
- il Pathfinder, un contributo nella forma di grant, che comprende gli schemi di finanziamento dei precedenti FET-Open e FET-Proactive e andrà a supporto di ambiziosi progetti di ricerca collaborativa focalizzati su tecnologie emergenti;
- l’Accelerator, uncontributo nella forma di grant o blended finance (grant + equity) strutturato sulla esperienza SME Instrument, che sarà dedicato ad aziende e start up a vocazione fortemente innovativa, con l’obiettivo di accelerare i loro processi di crescita sui mercati europei e globali.
Il Pilota avanzato EIC comprende anche altre tipologie di bandi e azioni, quali il Fast Track to Innovation (FTI) e i Prizes di Horizon 2020.
Per le PMI selezionate in un progetto EIC, oltre al finanziamento, sono previsti servizi di coaching per supportare l’azienda nello sviluppo del business e mentoring dedicato a fondatori, AD dell’azienda per sviluppare capacità di leadership, soft skill e visione strategica.
Da più di due mesi il mondo intero è investito da un’emergenza sanitaria mai vista negli ultimi 100 anni. La pandemia da Coronavirus si sta portando dietro, oltre alle migliaia di morti, anche una crisi economica che metterà in difficoltà aziende e famiglie. Mentre l’Europa cerca di dare una risposta forte ai suoi Stati membri, per evitare il collasso di molti Paesi, c’è spazio anche per qualche buona notizia. In un momento così complicato è bene ricordare che la Commissione Europea ha in mano uno strumento con cui può finanziare aziende e start-up innovative con sovvenzioni pubbliche fino a 2,5 milioni di euro e investimenti a titolo di capitale di rischio (equity) fino a 15 milioni di euro per realizzare progetti europei nuovi e dirompenti.
Da sempre, soprattutto nel nostro Continente, i ricercatori e gli imprenditori innovativi soffrono di una forte mancanza di risorse: si stima un deficit complessivo di fondi propri di circa 70 miliardi di euro. Ma l’Europa ha già messo a punto uno strumento in grado di colmare questo deficit e forse dovremmo partire proprio da questo per trovare una via d’uscita alla crisi. Si tratta dell’European Innovation Council che per il biennio 2019-2020 ha messo in campo 2,2 miliardi di euro per aiutare
aziende, startup e PMI a trovare il capitale per sviluppare più velocemente il loro business e raggiungere lo stadio in cui sono coinvolti gli investitori del settore privato.
Per ottenere il finanziamento le PMI e le start-up devono far parte dell’UE o di uno dei paesi associati, devono fornire una presentazione dei prodotti, servizi o progetti innovativi, un Business Plan e una presentazione del progetto con il relativo piano finanziario (circa 30 pagine).
A spiegarci come funziona il meccanismo è il dottor Mauro Andriotto, docente di economia alle Università Bocconi di Milano, di Pisa e di Ginevra, uno dei massimi esperti in materia di finanza e gestione dei rischi, che è stato selezionato tra i 10 italiani membri della giuria EIC della Commissione europea. Andriotto è anche Fondatore e CEO della Andriotto Financial Services, società che assiste le aziende nella richiesta dei finanziamenti e ci spiega un po’ come funziona il meccanismo.
Qual è la percentuale di successo delle richieste da parte delle aziende?
M.A. La percentuale è fra il 5-10% e noi la stiamo portando al 20%.
Quali sono i costi per chiedere aiuto alla Commissione europea?
M.A. Un professionista esperto di Business Plan, in grado di documentare il piano finanziario e le peculiarità del progetto, servizio o prodotto, potrebbe chiedere dai 5mila ai 20mila euro. E se il progetto fosse rigettato dalla Commissione europea, la documentazione ottenuta viene utilizzata per cercare altre fonti di finanziamento.
Come si gestiscono le numerose richieste che arrivano?
M.A. Al ricevimento delle domande da parte dell’impresa, si fa compilare un form le cui risposte ci permettono di fare una prima veloce valutazione per capire se invitare l’azienda a proseguire o a fermarsi. Dopodiché l’azienda viene invitata a collegarsi ad una nostra piattaforma che con molta minuziosità e con molte più domande, approfondisce tutti i singoli dettagli allo scopo di produrre la documentazione necessaria per essere esaminata dalla Commissione Europea.
Quale investimento è richiesto?
M.A. La piattaforma ci ha permesso di portare la richiesta monetaria a poche centinaia di euro e il compenso viene richiesto al solo buon fine tramite delle success fee concordate all’inizio dell’opera ed incluse nel piano finanziario.
Quanti progetti sono passati dalla sua supervisione?
M.A. Abbiamo valutato e presentato più di 500 proposte. E’ stato distribuito più di un miliardo e a budget ce n’è un altro per il 2020. Abbiamo raggiunto il più alto risultato sul mercato.
Sovvenzioni non rimborsabili, investimenti in private equity e capitali di rischio nella fase di Pilota avanzato dell’EIC
A marzo 2019 la Commissione europea ha lanciato la fase avanzata del Pilot European Innovation Council – EIC con alcune novità che anticipano la futura programmazione Horizon Europe 2021-2027. Il Pilota avanzato (Enhanced pilot) dell’EIC parte con un budget di circa 2,2 miliardi di euro dedicati a ricercatori e innovatori in grado di sviluppare idee dirompenti che possano creare nuovi mercati e promuovere nuovi posti di lavoro, crescita e prosperità in Europa. L’obiettivo è quello di fornire un sostegno ad innovatori, start up, PMI e ricercatori, provenienti da tutta Europa, che portano avanti progetti brillanti, che si differenzino da prodotti, servizi o business model esistenti, che comportino un alto rischio ed abbiano un alto potenziale di crescita sui mercati internazionali (scale up). Lo strumento può finanziare idee afferenti ad ogni settore tecnologico e di mercato, incluse nuove combinazioni di tecnologie e business model, che riceveranno un supporto in tutti gli stadi di sviluppo, dalla verifica di fattibilità alla fase di scaling up.
Sono 3 le principali novità contenute nel Pilota avanzato:
Due le azioni principali che costituiscono lo strumento:
Il Pilota avanzato EIC comprende anche altre tipologie di bandi e azioni, quali il Fast Track to Innovation (FTI) e i Prizes di Horizon 2020.
Per le PMI selezionate in un progetto EIC, oltre al finanziamento, sono previsti servizi di coaching per supportare l’azienda nello sviluppo del business e mentoring dedicato a fondatori, AD dell’azienda per sviluppare capacità di leadership, soft skill e visione strategica.