Questa volta la Banca Centrale Europea ha colpito con forza, di fronte alle notizie sempre più drammatiche sull’avanzata del contagio nel continente. Mentre ancora non si erano spente le polemiche per la reazione così debole del vertice Bce, e soprattutto della sua presidente Christine Lagarde, una settimana fa di fronte al dilagare della crisi economica e sociale causata dal coronavirus, il direttivo della banca europea si è riunito d’urgenza ieri sera, e in tre ore ha varato un piano d’intervento a favore degli Stati, delle loro imprese e dei loro cittadini di portata economica enorme, almeno 750 miliardi entro la fine di quest’anno, e ancora di più se la battaglia contro il virus dovesse continuare.
Il piano ha nome Pandemic emergency purchase programme, e al di là dell’acronimo col quale si dovrà familiarizzare, Pepp, ha già nella sua denominazione il senso del suo scopo. Un programma di acquisti massicci, a cominciare dai titoli di stato di tutti i paesi dell’area euro, ma allargandosi anche si titoli privati emessi dalle aziende e ai documenti d’impegno commerciali, di fatto le cambiali delle piccole e medie imprese. Il documento finale della riunione d’urgenza- svolta al telefono dai membri della Bce – dice questo: «Il Consiglio direttivo farà tutto ciò che sarà necessario nei limiti del suo mandato. Il Consiglio direttivo è pienamente preparato a incrementare il volume dei suoi programmi di riacquisto titoli e a modificarne la composizione, per quanto e fino a quando sarà necessario. Esplorerà tutte le opzioni e tutti gli strumenti per sostenere l’economia durante questo choc. Il Consiglio direttivo della Bce è impegnato nel giocare il suo ruolo di supporto di tutti i cittadini dell’area euro in questo periodo estremamente difficile. A questo scopo la Bce si assicurerà che tutti i settori economici possano beneficiare delle condizioni finanziarie di supporto che permettano loro di assorbire questo choc. E ciò si applica ugualmente a famiglie, aziende, banche e governi».
Ancora più esplicito il tweet di Christine Lagarde, che sapeva di essere marchiata dalle infelicissime parole di giovedì scorso. La presidente della Bce ha scritto: «Tempi straordinari richiedono un’azione straordinaria. Non ci sono limiti al nostro impegno per l’euro. Siamo determinati a sfruttare tutto il potenziale dei nostri strumenti, nell’ambito del nostro mandato».
Tra i primi a commentare il nostro premier (l’Italia a detta di tutti è il più diretto beneficiario del super bazooka della Bce). Ha twittato così Conte: «L’Europa batte un colpo! Forte, sonoro, adeguato alla gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando e dello shock economico che ne consegue. Bene la BCE».
E Macron: «Pieno sostegno. Ci vuole una più grande solidarietà finanziaria in seno alla zona euro. I nostri popoli e le nostre economie ne hanno bisogno». E nella notte europea è arrivato anche l’annuncio della Federal Reserve, la banca centrale americana, col suo terzo piano in due giorni, un programma di supporto al credito delle famiglie e delle imprese istituendo uno «Strumento di liquidità del fondo comune di investimento monetario».
Fonte: Open On line
Questa volta la Banca Centrale Europea ha colpito con forza, di fronte alle notizie sempre più drammatiche sull’avanzata del contagio nel continente. Mentre ancora non si erano spente le polemiche per la reazione così debole del vertice Bce, e soprattutto della sua presidente Christine Lagarde, una settimana fa di fronte al dilagare della crisi economica e sociale causata dal coronavirus, il direttivo della banca europea si è riunito d’urgenza ieri sera, e in tre ore ha varato un piano d’intervento a favore degli Stati, delle loro imprese e dei loro cittadini di portata economica enorme, almeno 750 miliardi entro la fine di quest’anno, e ancora di più se la battaglia contro il virus dovesse continuare.
Il piano ha nome Pandemic emergency purchase programme, e al di là dell’acronimo col quale si dovrà familiarizzare, Pepp, ha già nella sua denominazione il senso del suo scopo. Un programma di acquisti massicci, a cominciare dai titoli di stato di tutti i paesi dell’area euro, ma allargandosi anche si titoli privati emessi dalle aziende e ai documenti d’impegno commerciali, di fatto le cambiali delle piccole e medie imprese. Il documento finale della riunione d’urgenza- svolta al telefono dai membri della Bce – dice questo: «Il Consiglio direttivo farà tutto ciò che sarà necessario nei limiti del suo mandato. Il Consiglio direttivo è pienamente preparato a incrementare il volume dei suoi programmi di riacquisto titoli e a modificarne la composizione, per quanto e fino a quando sarà necessario. Esplorerà tutte le opzioni e tutti gli strumenti per sostenere l’economia durante questo choc. Il Consiglio direttivo della Bce è impegnato nel giocare il suo ruolo di supporto di tutti i cittadini dell’area euro in questo periodo estremamente difficile. A questo scopo la Bce si assicurerà che tutti i settori economici possano beneficiare delle condizioni finanziarie di supporto che permettano loro di assorbire questo choc. E ciò si applica ugualmente a famiglie, aziende, banche e governi».
Ancora più esplicito il tweet di Christine Lagarde, che sapeva di essere marchiata dalle infelicissime parole di giovedì scorso. La presidente della Bce ha scritto: «Tempi straordinari richiedono un’azione straordinaria. Non ci sono limiti al nostro impegno per l’euro. Siamo determinati a sfruttare tutto il potenziale dei nostri strumenti, nell’ambito del nostro mandato».
Tra i primi a commentare il nostro premier (l’Italia a detta di tutti è il più diretto beneficiario del super bazooka della Bce). Ha twittato così Conte: «L’Europa batte un colpo! Forte, sonoro, adeguato alla gravità dell’emergenza sanitaria che stiamo affrontando e dello shock economico che ne consegue. Bene la BCE».
E Macron: «Pieno sostegno. Ci vuole una più grande solidarietà finanziaria in seno alla zona euro. I nostri popoli e le nostre economie ne hanno bisogno». E nella notte europea è arrivato anche l’annuncio della Federal Reserve, la banca centrale americana, col suo terzo piano in due giorni, un programma di supporto al credito delle famiglie e delle imprese istituendo uno «Strumento di liquidità del fondo comune di investimento monetario».
Fonte: Open On line