I sindacati dei bancari chiedono di chiudere le filiali per 15 giorni. Come risponde il presidente Abi, Antonio Patuelli? «Non abbiamo deciso noi di dover garantire i servizi bancari ma il governo, decidendo quali attività chiudere. Noi facciamo uno sforzo infinito per aumentare la prevenzione ma per legge dobbiamo restare funzionanti. Lunedì notte è stato firmato un accordo molto importante fra Abi e i segretari delle confederazioni sindacali, un protocollo che ha fissato una serie di punti fermi di prevenzione e di lotta al Coronavirus che possono essere chiaramente ampliati da ciascuna banca. Quindi è un minimo comun denominatore. Ogni banca può ridurre orari, tenere i clienti a distanza».
«Abbiamo fatto appello ai cittadini: non andate in banca, telefonate se avete bisogno di qualcosa, usate gli sportelli automatici. Ma sa che cosa succede in questi giorni, e che sfugge alle cronache nazionali? Le banche sono soggette a un’aggressione delle malavita che fa esplodere i bancomat, di notte, per derubarli. Così devastano le filiali, sono atti di sciacallaggio terribili in una fase in cui si cerca di convincere la gente a usare quegli strumenti automatici».
Gli interventi del governo sul credito, con le garanzie, la soddisfano?
«Noi dobbiamo salvare i clienti dal rischio di crisi, così salviamo l’economia produttiva. Per prima cosa — usando un istituto di diritto privato — abbiamo disposto le moratorie, in accordo con le associazioni di categoria, Confindustria, Confcommercio, tutte le altre. Per le garanzie aspetto il testo del decreto. Ma serve che si muova l’europa. Le rigide norme dell’Unione Bancaria rispondevano a una crisi finanziaria, quella del 2008-2011 ma in pochi giorni, di fronte a un movimento tellurico come quello scatenato dalla crisi sanitaria, quelle logiche sono diventate anacronistiche. Sono indispensabili gli aiuti di Stato in momenti di emergenza, per le imprese e le persone. Ora mette in discussione le norme anche il commissario Margrethe Vestager, la sacerdotessa più rigida del divieto di aiuti di Stato».
«La liquidità immessa è un bene, anche se non si è arrivati ai livelli di Draghi. La vigilanza Bce guidata da Andrea Enria, ha varato importanti novità per dare più flessibilità alle banche nel gestire i crediti. Ma se in Ue si bloccano i settori produttivi, rallenterà la richiesta di liquidità. E se le imprese non la chiedono, non possiamo costringerle. Per questo chiediamo di dare la possibilità alle imprese di non esser ristrette in maglie troppo rigide per l’accesso al credito, e dall’altro che le anche non siano sottoposte a un calendario così accorciato, come lo è stato in questi anni, per valutare il deterioramento dei crediti. Perché questo accentua la crisi, anziché prevenirla o affrontarla».
Autore: Fabrizio Massaro
Fonte: Il Corriere della Sera
I sindacati dei bancari chiedono di chiudere le filiali per 15 giorni. Come risponde il presidente Abi, Antonio Patuelli? «Non abbiamo deciso noi di dover garantire i servizi bancari ma il governo, decidendo quali attività chiudere. Noi facciamo uno sforzo infinito per aumentare la prevenzione ma per legge dobbiamo restare funzionanti. Lunedì notte è stato firmato un accordo molto importante fra Abi e i segretari delle confederazioni sindacali, un protocollo che ha fissato una serie di punti fermi di prevenzione e di lotta al Coronavirus che possono essere chiaramente ampliati da ciascuna banca. Quindi è un minimo comun denominatore. Ogni banca può ridurre orari, tenere i clienti a distanza».
Che fare in alternativa?
«Abbiamo fatto appello ai cittadini: non andate in banca, telefonate se avete bisogno di qualcosa, usate gli sportelli automatici. Ma sa che cosa succede in questi giorni, e che sfugge alle cronache nazionali? Le banche sono soggette a un’aggressione delle malavita che fa esplodere i bancomat, di notte, per derubarli. Così devastano le filiali, sono atti di sciacallaggio terribili in una fase in cui si cerca di convincere la gente a usare quegli strumenti automatici».
Gli interventi del governo sul credito, con le garanzie, la soddisfano?
«Noi dobbiamo salvare i clienti dal rischio di crisi, così salviamo l’economia produttiva. Per prima cosa — usando un istituto di diritto privato — abbiamo disposto le moratorie, in accordo con le associazioni di categoria, Confindustria, Confcommercio, tutte le altre. Per le garanzie aspetto il testo del decreto. Ma serve che si muova l’europa. Le rigide norme dell’Unione Bancaria rispondevano a una crisi finanziaria, quella del 2008-2011 ma in pochi giorni, di fronte a un movimento tellurico come quello scatenato dalla crisi sanitaria, quelle logiche sono diventate anacronistiche. Sono indispensabili gli aiuti di Stato in momenti di emergenza, per le imprese e le persone. Ora mette in discussione le norme anche il commissario Margrethe Vestager, la sacerdotessa più rigida del divieto di aiuti di Stato».
La Bce sta aiutando?
«La liquidità immessa è un bene, anche se non si è arrivati ai livelli di Draghi. La vigilanza Bce guidata da Andrea Enria, ha varato importanti novità per dare più flessibilità alle banche nel gestire i crediti. Ma se in Ue si bloccano i settori produttivi, rallenterà la richiesta di liquidità. E se le imprese non la chiedono, non possiamo costringerle. Per questo chiediamo di dare la possibilità alle imprese di non esser ristrette in maglie troppo rigide per l’accesso al credito, e dall’altro che le anche non siano sottoposte a un calendario così accorciato, come lo è stato in questi anni, per valutare il deterioramento dei crediti. Perché questo accentua la crisi, anziché prevenirla o affrontarla».
Autore: Fabrizio Massaro
Fonte: Il Corriere della Sera