Un falò da almeno 30 miliardi di euro. È questo il taglio degli utili che è da mettere in previsione sui bilanci delle banche europee nel prossimo triennio a causa dell’emergenza Coronavirus, secondo i calcoli di Goldman Sachs. Di questi, 5 miliardi potrebbero riguardare le banche italiane, che rischiano di vedere già un taglio degli utili del 22% solo nel 2020.
La banca d’affari americana, che proprio nei giorni scorsi aveva rivisto al ribasso le stime per il Pil italiano sul 2020 al -0,8%, vede dunque in arrivo un pesante colpo sulla capacità reddituale delle banche, complice la diffusione su scala globale del virus Covid-19. Le stime sui profitti netti delle banche europee vengono dunque ridotte del 7% (pari a 30 miliardi) a valere sul triennio cumulato 2020-2023. A spingere gli analisti a rivedere così profondamente le previsioni sono di fatto tre ragioni: un aumento stimato del costo del rischio sui crediti; l’attesa di ricavi più deboli, complici volumi più bassi, tassi negativi e fees ridotte; costi sostanzialmente piatti.
A pagare le conseguenze di uno scenario macro a tinte fosche saranno in particolare le banche segnate da una bassa profittabilità, tra cui quelle tedesche, italiane e greche.
Guardiamo al comparto domestico italiano, in particolare: qui gli analisti mettono in conto un calo aggregato di circa 5 miliardi, pari al 13%. Solo sul 2020, l’impatto sui profitti è destinato ad essere del 22%, pari a circa 2 miliardi, che potrebbe ridursi a un miliardo (-11%) per i due anni successivi. E complice la già bassa profittabilità, l’effetto sulla remunerazione delle singole azioni (Eps) è destinata a essere maggiore al 25% tra le banche minori italiane. Un po’ più contenute, invece, dovrebbero essere le conseguenze sugli utili delle banche francesi, dell’area Benelux e in generale per quelle sistemiche.
Le valutazioni di Goldman Sachs arrivano in una fase in cui l’emergenza è in atto da giorni in Italia, mentre nel resto d’Europa sembra essere ancora all’inizio. Servirà dunque tempo per capire davvero quanto la crisi è diffusa a livello globale e fare dunque valutazioni puntuali sugli effetti economici e sui bilanci degli istituti. Ma è certo che il rapido deterioramento delle condizioni macroeconomiche avrà inevitabili impatti sulle principali voci del conto economico delle banche. A partire dai ricavi che come detto sono destinati a risentire di volumi in discesa, e che gli analisti vedono in calo del 2% annuo nel prossimo triennio a livello Ue. A questo si aggiungerà il peso di tassi bassi e di commissioni depotenziate complici le turbolenze sui mercati. L’altro elemento critico è quello relativo alle perdite attese su crediti. Gli analisti si aspettano un deterioramento della qualità degli attivi nel 2020 e un aumento delle svalutazioni del 15% a livello aggregato, che porterebbero così il costo del rischio a 52 punti base, 8 punti in più rispetto alle stime. Gli economisti si attendono un lieve miglioramento nella seconda parte del 2020, emergenza sanitaria permettendo.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Un falò da almeno 30 miliardi di euro. È questo il taglio degli utili che è da mettere in previsione sui bilanci delle banche europee nel prossimo triennio a causa dell’emergenza Coronavirus, secondo i calcoli di Goldman Sachs. Di questi, 5 miliardi potrebbero riguardare le banche italiane, che rischiano di vedere già un taglio degli utili del 22% solo nel 2020.
La banca d’affari americana, che proprio nei giorni scorsi aveva rivisto al ribasso le stime per il Pil italiano sul 2020 al -0,8%, vede dunque in arrivo un pesante colpo sulla capacità reddituale delle banche, complice la diffusione su scala globale del virus Covid-19. Le stime sui profitti netti delle banche europee vengono dunque ridotte del 7% (pari a 30 miliardi) a valere sul triennio cumulato 2020-2023. A spingere gli analisti a rivedere così profondamente le previsioni sono di fatto tre ragioni: un aumento stimato del costo del rischio sui crediti; l’attesa di ricavi più deboli, complici volumi più bassi, tassi negativi e fees ridotte; costi sostanzialmente piatti.
A pagare le conseguenze di uno scenario macro a tinte fosche saranno in particolare le banche segnate da una bassa profittabilità, tra cui quelle tedesche, italiane e greche.
Guardiamo al comparto domestico italiano, in particolare: qui gli analisti mettono in conto un calo aggregato di circa 5 miliardi, pari al 13%. Solo sul 2020, l’impatto sui profitti è destinato ad essere del 22%, pari a circa 2 miliardi, che potrebbe ridursi a un miliardo (-11%) per i due anni successivi. E complice la già bassa profittabilità, l’effetto sulla remunerazione delle singole azioni (Eps) è destinata a essere maggiore al 25% tra le banche minori italiane. Un po’ più contenute, invece, dovrebbero essere le conseguenze sugli utili delle banche francesi, dell’area Benelux e in generale per quelle sistemiche.
Le valutazioni di Goldman Sachs arrivano in una fase in cui l’emergenza è in atto da giorni in Italia, mentre nel resto d’Europa sembra essere ancora all’inizio. Servirà dunque tempo per capire davvero quanto la crisi è diffusa a livello globale e fare dunque valutazioni puntuali sugli effetti economici e sui bilanci degli istituti. Ma è certo che il rapido deterioramento delle condizioni macroeconomiche avrà inevitabili impatti sulle principali voci del conto economico delle banche. A partire dai ricavi che come detto sono destinati a risentire di volumi in discesa, e che gli analisti vedono in calo del 2% annuo nel prossimo triennio a livello Ue. A questo si aggiungerà il peso di tassi bassi e di commissioni depotenziate complici le turbolenze sui mercati. L’altro elemento critico è quello relativo alle perdite attese su crediti. Gli analisti si aspettano un deterioramento della qualità degli attivi nel 2020 e un aumento delle svalutazioni del 15% a livello aggregato, che porterebbero così il costo del rischio a 52 punti base, 8 punti in più rispetto alle stime. Gli economisti si attendono un lieve miglioramento nella seconda parte del 2020, emergenza sanitaria permettendo.
Fonte: Il Sole 24 Ore