Dopo anni di tentativi senza successo, le carte di credito iniziano a fare breccia in Cina. Mastercard ha ottenuto l’approvazione alla creazione di un’istituzione di clearing per carte di credito in un Paese dove questo sistema di pagamento è al momento in secondo piano.
Il mercato cinese dei pagamenti, con un valore complessivo pari a 27mila miliardi di dollari, è di fatto monopolizzato dalle applicazioni locali di pagamento in mobilità, con Alipay e WeChat in prima fila. Recentemente anche PayPal ha fatto i primi passi per entrare nel ricco mercato cinese dei pagamenti: l’acquisto del 70% di GoPay la fa diventare la prima piattaforma straniera a fornire il servizio di pagamenti online in Cina.
La People’s Bank of China (PBOC), la banca centrale cinese, ha approvato la richiesta della joint venture cinese di Mastercard per condurre attività di compensazione delle carte di credito nel Paese. Secondo il National Enterprise Credit Information Publicity System, la joint venture, con un capitale sociale di 1 miliardo di yuan (circa 143 milioni di dollari),
appartiene per il 51% al circuito di carte di credito, mentre la quota rimanente è detenuta dalla società cinese NetsUnion Clearing Corporation.
La Banca centrale ha sottolineato come, rientrando nell’ambito degli sforzi per aprire ulteriormente il suo settore finanziario, l’apertura del mercato delle carte di credito contribuirà a promuovere l’internazionalizzazione dei servizi di pagamento e di regolamento della Cina e faciliterà tutti gli operatori del settore. La Pboc continuerà a procedere con l’apertura del mercato delle carte bancarie del Paese, migliorando al contempo il sistema di regolamentazione per mantenere la stabilità finanziaria.
In realtà Mastercard non è il primo circuito di carte di credito a ottenere il via libera a operare in Cina: due anni fa Amercan Express era stata autorizzata in via preliminare a operare nel clearing della carte di credito. Lo scorso gennaio Amex aveva ottenuto un amplamento delle possibilità operative grazie alla sua joint ventire con la cinese LianLian Group.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Dopo anni di tentativi senza successo, le carte di credito iniziano a fare breccia in Cina. Mastercard ha ottenuto l’approvazione alla creazione di un’istituzione di clearing per carte di credito in un Paese dove questo sistema di pagamento è al momento in secondo piano.
Il mercato cinese dei pagamenti, con un valore complessivo pari a 27mila miliardi di dollari, è di fatto monopolizzato dalle applicazioni locali di pagamento in mobilità, con Alipay e WeChat in prima fila. Recentemente anche PayPal ha fatto i primi passi per entrare nel ricco mercato cinese dei pagamenti: l’acquisto del 70% di GoPay la fa diventare la prima piattaforma straniera a fornire il servizio di pagamenti online in Cina.
La People’s Bank of China (PBOC), la banca centrale cinese, ha approvato la richiesta della joint venture cinese di Mastercard per condurre attività di compensazione delle carte di credito nel Paese. Secondo il National Enterprise Credit Information Publicity System, la joint venture, con un capitale sociale di 1 miliardo di yuan (circa 143 milioni di dollari),
appartiene per il 51% al circuito di carte di credito, mentre la quota rimanente è detenuta dalla società cinese NetsUnion Clearing Corporation.
La Banca centrale ha sottolineato come, rientrando nell’ambito degli sforzi per aprire ulteriormente il suo settore finanziario, l’apertura del mercato delle carte di credito contribuirà a promuovere l’internazionalizzazione dei servizi di pagamento e di regolamento della Cina e faciliterà tutti gli operatori del settore. La Pboc continuerà a procedere con l’apertura del mercato delle carte bancarie del Paese, migliorando al contempo il sistema di regolamentazione per mantenere la stabilità finanziaria.
In realtà Mastercard non è il primo circuito di carte di credito a ottenere il via libera a operare in Cina: due anni fa Amercan Express era stata autorizzata in via preliminare a operare nel clearing della carte di credito. Lo scorso gennaio Amex aveva ottenuto un amplamento delle possibilità operative grazie alla sua joint ventire con la cinese LianLian Group.
Fonte: Il Sole 24 Ore