La buona notizia è che Moody’s Investor Service nel suo Outlook 2020 sull’Italia prevede un anno di crescita economica debole ma condizioni del credito stabili, con riflessi positivi su tutte le classi. Di conseguenza i volumi di emissioni sono attesi piatti ad eccezione delle asset backed securities (Abs) legate al credito al consumo, soprattutto per la cessione del quinto dello stipendio, del settore auto e per le transazioni sugli Npl, che continueranno a fluire sul mercati. Queste ultime come effetto finale della pulizia dei bilanci bancari per aumentare la qualità del capitale primario. Anche la liquidità dovrebbe confermarsi a livelli sostenuti.
E in tal senso l’agenzia di rating annota che l’inflazione dei prezzi delle abitazioni è attesa attorno a zero nel 2020 e con una crescita attesa allo 0,5% del Pil e del 10% del tasso di disoccupazione (stabile), la creazione di nuovi Npl dovrebbe ridursi ai livelli pre-crisi, in modo da non appesantire i tribunali, che nel frattempo hanno accelerato il lavoro. Con la conseguenza che il recupero crediti si è fatto più veloce e i costi legali sono invece scesi.
Moody’s è andata poi a vedere come sta procedendo il recupero dei crediti in sofferenza (Npl) da parte del sistema bancario italiano sul fronte delle cartolarizzazioni fatte negli ultimi tre anni. Ha considerato nel calcolo la metrica dell’Interest Payment Date (IPD), le scansioni temporali (vanno da 3 a 6 mesi) con cui le società ricevono il pagamento di interessi sullo strumento di debito in loro possesso, parametrata ai ricavi lordi quale percentuale rispetto al valore lordo di libro (gross book value). Ovvero in quanto tempo si recupera un credito rispetto al valore in bilancio.
La cartolarizzazione Fino 1 di Unicredit del 2017 registra una media di 6 mesi ad un tasso di recupero di oltre il 5%, la Banca popolare di Bari 2016 ha una media di tre anni e mezzo a un tasso del 12%, Brisca Securitisation Srl ( Carige 2017) si colloca a 2 anni e sei mesi al 13% circa, Elrond 2017 ( Creval) a due anni e il 13%, le BCC 2018 si posizionano a un anno e mezzo con un 5%, Mps con Siena 2018 è a 3 anni e al 7% circa. In generale le maggiori tempistiche di rientro corrispondono a tassi di recupero più alti. Bisogna poi vedere i costi correlati con passare del tempo.
Autore: Elena Dal Maso
Fonte: Milano Finanza
La buona notizia è che Moody’s Investor Service nel suo Outlook 2020 sull’Italia prevede un anno di crescita economica debole ma condizioni del credito stabili, con riflessi positivi su tutte le classi. Di conseguenza i volumi di emissioni sono attesi piatti ad eccezione delle asset backed securities (Abs) legate al credito al consumo, soprattutto per la cessione del quinto dello stipendio, del settore auto e per le transazioni sugli Npl, che continueranno a fluire sul mercati. Queste ultime come effetto finale della pulizia dei bilanci bancari per aumentare la qualità del capitale primario. Anche la liquidità dovrebbe confermarsi a livelli sostenuti.
E in tal senso l’agenzia di rating annota che l’inflazione dei prezzi delle abitazioni è attesa attorno a zero nel 2020 e con una crescita attesa allo 0,5% del Pil e del 10% del tasso di disoccupazione (stabile), la creazione di nuovi Npl dovrebbe ridursi ai livelli pre-crisi, in modo da non appesantire i tribunali, che nel frattempo hanno accelerato il lavoro. Con la conseguenza che il recupero crediti si è fatto più veloce e i costi legali sono invece scesi.
Moody’s è andata poi a vedere come sta procedendo il recupero dei crediti in sofferenza (Npl) da parte del sistema bancario italiano sul fronte delle cartolarizzazioni fatte negli ultimi tre anni. Ha considerato nel calcolo la metrica dell’Interest Payment Date (IPD), le scansioni temporali (vanno da 3 a 6 mesi) con cui le società ricevono il pagamento di interessi sullo strumento di debito in loro possesso, parametrata ai ricavi lordi quale percentuale rispetto al valore lordo di libro (gross book value). Ovvero in quanto tempo si recupera un credito rispetto al valore in bilancio.
La cartolarizzazione Fino 1 di Unicredit del 2017 registra una media di 6 mesi ad un tasso di recupero di oltre il 5%, la Banca popolare di Bari 2016 ha una media di tre anni e mezzo a un tasso del 12%, Brisca Securitisation Srl ( Carige 2017) si colloca a 2 anni e sei mesi al 13% circa, Elrond 2017 ( Creval) a due anni e il 13%, le BCC 2018 si posizionano a un anno e mezzo con un 5%, Mps con Siena 2018 è a 3 anni e al 7% circa. In generale le maggiori tempistiche di rientro corrispondono a tassi di recupero più alti. Bisogna poi vedere i costi correlati con passare del tempo.
Autore: Elena Dal Maso
Fonte: Milano Finanza