Creval al lavoro sul cantiere dei crediti deteriorati. Nelle scorse settimane la banca valtellinese avrebbe ricevuto alcune manifestazioni di interesse non vincolanti per la vendita del portafoglio denominato Magenta, dossier costituito da circa 250 milioni di euro lordi di posizioni finite prevalentemente in stato di sofferenza. Si tratta di una prima tranche del pacchetto più grande, del perimetro di circa 800 milioni di euro lordi, che la banca ha pianificato di smaltire nel corso dell’anno. La data room è aperta e i soggetti interessati starebbero esaminando più da vicino il dossier in vista di una possibile offerta. Tra i soggetti che starebbero analizzando il file, a quanto risulta al Sole 24Ore, ci sarebbero Banca Ifis e Illimity, che potrebbero lavorare in cordata, mentre contatti ci sarebbero stati con Intrum, che però avrebbe deciso di non partecipare al deal.
Si vedrà quali saranno gli esiti di questo processo di vendita, che vedrebbe Rothschild nel ruolo di advisor per la banca. Va detto che l’istituto guidato da Luigi Lovaglio non ha particolare fretta di vendere. Se è vero che il target di cessioni di Npl per il 2020 rimane fissato a 800 milioni, come da indicazioni del piano industriale presentato a giugno 2019, l’istituto potrebbe muoversi con cautela per evitare rischi di svendita del portafoglio. Non è un caso che la strategia adottata sia quella di procedere per step, suddividendo in più tranche il portafoglio da cedere progressivamente: così facendo, l’istituto punta a rendere più omogeneo il sottostante così da ottimizzare il processo e massimizzare il prezzo di vendita, riducendo eventuali impatti a bilancio. Molto dell’esito finale dipenderà dunque dalla valutazione del trade off tra riduzione dello stock e valutazione economica. A settembre 2019 la copertura dei crediti deteriorati era pari ak 59,3%, in aumento sia rispetto a giugno (58,9%) che rispettoa fine dicembre (55,9%). La copertura sofferenze era invece pari all’82,7%, in progresso rispetto a giugno 2019 (81,4%) e a dicembre 18 (75,1%).
Di certo, nei piani della banca c’è l’intenzione di ridurre dell’80% lo stock di Npe – oggi pari a circa 1,9 miliardi – entro l’orizzonte di piano, datato 2023. A tendere, l’Npe ratio netto è atteso in calo al di sotto del 7% lordo (pari al 3,5% netto) nel 2021 in calo rispetto all’11% circa di settembre 2019. Accanto alla cessione di sofferenze, la banca punta d’altra parte ad agire sul fronte degli Utp. In questo senso è possibile che l’istituto punti a una strategia che preveda sia un miglioramento del recupero interno, sia l’assegnazione di una porzione di Utp ad soggetti terzi specializzati. Al netto delle previste cessioni di circa 800 milioni, il resto del portafoglio non core viene gestito da una struttura interna dedicata alla quale sono impegnate circa 50 unità.
Ieri intanto è stata perfezionata la cessione dell’attività di credito su pegno della banca a Custodia Valore – Credito su Pegno, società del gruppo viennese Dorotheum. Nell’ambito dell’accordo, Creval fornirà credito a Custodia Valore, a supporto dell’attività ordinaria e darà supporto con servizi di information technology. Per Creval il deal genera una plusvalenza da 33 milioni lordi, a fronte di un incasso di 38 milioni di euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Creval al lavoro sul cantiere dei crediti deteriorati. Nelle scorse settimane la banca valtellinese avrebbe ricevuto alcune manifestazioni di interesse non vincolanti per la vendita del portafoglio denominato Magenta, dossier costituito da circa 250 milioni di euro lordi di posizioni finite prevalentemente in stato di sofferenza. Si tratta di una prima tranche del pacchetto più grande, del perimetro di circa 800 milioni di euro lordi, che la banca ha pianificato di smaltire nel corso dell’anno. La data room è aperta e i soggetti interessati starebbero esaminando più da vicino il dossier in vista di una possibile offerta. Tra i soggetti che starebbero analizzando il file, a quanto risulta al Sole 24Ore, ci sarebbero Banca Ifis e Illimity, che potrebbero lavorare in cordata, mentre contatti ci sarebbero stati con Intrum, che però avrebbe deciso di non partecipare al deal.
Si vedrà quali saranno gli esiti di questo processo di vendita, che vedrebbe Rothschild nel ruolo di advisor per la banca. Va detto che l’istituto guidato da Luigi Lovaglio non ha particolare fretta di vendere. Se è vero che il target di cessioni di Npl per il 2020 rimane fissato a 800 milioni, come da indicazioni del piano industriale presentato a giugno 2019, l’istituto potrebbe muoversi con cautela per evitare rischi di svendita del portafoglio. Non è un caso che la strategia adottata sia quella di procedere per step, suddividendo in più tranche il portafoglio da cedere progressivamente: così facendo, l’istituto punta a rendere più omogeneo il sottostante così da ottimizzare il processo e massimizzare il prezzo di vendita, riducendo eventuali impatti a bilancio. Molto dell’esito finale dipenderà dunque dalla valutazione del trade off tra riduzione dello stock e valutazione economica. A settembre 2019 la copertura dei crediti deteriorati era pari ak 59,3%, in aumento sia rispetto a giugno (58,9%) che rispettoa fine dicembre (55,9%). La copertura sofferenze era invece pari all’82,7%, in progresso rispetto a giugno 2019 (81,4%) e a dicembre 18 (75,1%).
Di certo, nei piani della banca c’è l’intenzione di ridurre dell’80% lo stock di Npe – oggi pari a circa 1,9 miliardi – entro l’orizzonte di piano, datato 2023. A tendere, l’Npe ratio netto è atteso in calo al di sotto del 7% lordo (pari al 3,5% netto) nel 2021 in calo rispetto all’11% circa di settembre 2019. Accanto alla cessione di sofferenze, la banca punta d’altra parte ad agire sul fronte degli Utp. In questo senso è possibile che l’istituto punti a una strategia che preveda sia un miglioramento del recupero interno, sia l’assegnazione di una porzione di Utp ad soggetti terzi specializzati. Al netto delle previste cessioni di circa 800 milioni, il resto del portafoglio non core viene gestito da una struttura interna dedicata alla quale sono impegnate circa 50 unità.
Ieri intanto è stata perfezionata la cessione dell’attività di credito su pegno della banca a Custodia Valore – Credito su Pegno, società del gruppo viennese Dorotheum. Nell’ambito dell’accordo, Creval fornirà credito a Custodia Valore, a supporto dell’attività ordinaria e darà supporto con servizi di information technology. Per Creval il deal genera una plusvalenza da 33 milioni lordi, a fronte di un incasso di 38 milioni di euro.
Fonte: Il Sole 24 Ore