Interessanti e differenti le prime analisi e stime che si stanno diffondendo in queste ore e che rispecchiano l’andamento iniziale dei saldi, solo su un aspetto paiono convergere tutte le fonti accreditate che hanno ‘scattato’ una prima fotografia del fenomeno, ossia sull’atteggiamento dei consumatori; che vengono descritti come: attenti, oculati e prudenti in fase di acquisto, oltreché attratti sempre più dal web.
Vi riproponiamo una carrellata delle prime dichiarazioni e dati diffusi da più enti di ricerca a dalle associazioni dei consumatori per evidenziare come talune stime siano state più ottimistiche nei confronti dei saldi invernali, mentre altre risultino più pessimiste. Una panoramica dunque a 360°, affinché ognuno possa fare le proprie valutazioni sui saldi invernali.
Secondo le stime elaborate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori: “In Italia oltre 9 milioni di famiglie, quindi il 38% del totale approfitteranno dei saldi. La spesa media ammonterà circa a 179.20 euro”. Più ottimistico il parere di Confcommercio: “Questi saldi interesseranno 15,6 milioni di famiglie (su un totale di 26 milioni di famiglie italiane quindi oltre il 50%), muoveranno in totale 5,1 miliardi di euro con una spesa media a famiglia di 324 euro, circa 140 euro a persona”.Per il Codacons, invece,“Gli acquisti durante il periodo di sconti faranno registrare una pesante flessione, pari a circa il -10% su anno e una spesa media a famiglia che scende a quota 145 euro, appena il 40% degli italiani approfitterà degli sconti. Così Il Presidente Carlo Rienzi: “In tale contesto i saldi di fine stagione appaiono inutili e obsoleti e andrebbero eliminati del tutto, per fare posto sia a iniziative come il “black friday” che registrano il grande favore dei consumatori, sia alla liberalizzazione degli sconti, lasciando agli esercenti la facoltà di scegliere quando e come scontare la propria merce”.
Anche Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, è dello stesso avviso: “Stagione dopo stagione emerge sempre più evidente l’esigenza di ripensare l’attuale modello, a cominciare dalla data d’inizio.In passato i saldi avevano l’obiettivo di consentire ai commercianti il ricambio dell’assortimento, consentendo risparmi alla clientela.Oggi invece sono eccessivamente anticipati e questo ne ha modificato il significato.A ciò si aggiunga che tra ‘pre-saldi’, promozioni continue spesso fuori legge (come quelle fatte più o meno sottobanco nei trenta giorni antecedenti) e iniziative come il BlackFriday si è generata una spirale dannosa non solo per il commercio di prossimità, ma anche per i clienti, per i quali è sempre più arduo orientarsi e distinguere tra le offerte reali e le promozioni fasulle.Dunque, sarebbe il caso di aprire un confronto fra tutti i soggetti interessati – commercianti, associazioni, politica – per elaborare una nuova formula“. Certo siamo agli inizi, un quadro più completo , aggiunge, potrà essere fatto nelle prossime settimane, ma difficile vi possa essere un incremento significativo nelle spese per i saldi, anche perché: “I consumatori sono molto cauti e l’acquisto d’impulso, tipico dei saldi di qualche anno fa, è sempre meno frequente: le famiglie valutano con attenzione le loro scelte e raramente superano il livello di spesa che avevano stabilito, puntando sulla qualità e non sulla quantità”.
Interessanti altresì i risultati principali dell’indagine sugli acquisti degli italiani in occasione della stagione dei saldi invernali 2019 realizzata da Confcommercio Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Researchche evidenzia come érimasta sostanzialmente stabile la percentuale di italiani che, rispetto a un anno fa (saldi di gennaio 2019) intendono acquistare in saldo (61,8% contro il 61,6% di gennaio 2019). Dieci anni fa questa quota era risultata pari al 69. Dall’analisi emerge altresì come continui a crescere il web a cui ricorre il 21,3% dei consumatori, +2,4% rispetto al 2019, una percentuale che sale al 44% per gli acquista dei prodotti di moda. Un vero è proprio successo, quello del web, prevalentemente legato a motivazioni di convenienza economica.
Fiducioso invece della forza emotiva e sensoriale che il negozio fisico può ancora avere rispetto all’online è presidente cittadino di Confcommercio Stefano Gola che sostiene: “Il 2020 sarà un anno all’insegna della sostenibilità anche per il settore moda e gli stessi saldi saranno ‘sostenibili’: i consumatori potranno fare acquisti consapevoli dal punto di vista non solo socio-economico, ma anche etico-ambientale. Comprare nei negozi di prossimità, quelli che animano i nostri centri urbani, significa infatti scegliere colori e tendenze dei prodotti di moda, toccare con mano la qualità, provare e trovare le taglie e le misure giuste”. Poi contro gli acquisti online dice fiero: “Confcommercio ha chiesto e apprezzato l’introduzione della web digital tax per i colossi del web che vendono in Italia auspicando una regolamentazione comune da parte della Ue, ma occorre fare ancora di più per sostenere le attività che rendono vive le nostre città con più luce, decoro, sicurezza, relazioni. Comprare nei negozi è certamente più sostenibile dal punto di vista ambientale e decisamente molto più stimolante dal punto di vista relazionale ed emozionale”.
Interessanti e differenti le prime analisi e stime che si stanno diffondendo in queste ore e che rispecchiano l’andamento iniziale dei saldi, solo su un aspetto paiono convergere tutte le fonti accreditate che hanno ‘scattato’ una prima fotografia del fenomeno, ossia sull’atteggiamento dei consumatori; che vengono descritti come: attenti, oculati e prudenti in fase di acquisto, oltreché attratti sempre più dal web.
Vi riproponiamo una carrellata delle prime dichiarazioni e dati diffusi da più enti di ricerca a dalle associazioni dei consumatori per evidenziare come talune stime siano state più ottimistiche nei confronti dei saldi invernali, mentre altre risultino più pessimiste. Una panoramica dunque a 360°, affinché ognuno possa fare le proprie valutazioni sui saldi invernali.
Secondo le stime elaborate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori: “In Italia oltre 9 milioni di famiglie, quindi il 38% del totale approfitteranno dei saldi. La spesa media ammonterà circa a 179.20 euro”. Più ottimistico il parere di Confcommercio: “Questi saldi interesseranno 15,6 milioni di famiglie (su un totale di 26 milioni di famiglie italiane quindi oltre il 50%), muoveranno in totale 5,1 miliardi di euro con una spesa media a famiglia di 324 euro, circa 140 euro a persona”. Per il Codacons, invece, “Gli acquisti durante il periodo di sconti faranno registrare una pesante flessione, pari a circa il -10% su anno e una spesa media a famiglia che scende a quota 145 euro, appena il 40% degli italiani approfitterà degli sconti. Così Il Presidente Carlo Rienzi: “In tale contesto i saldi di fine stagione appaiono inutili e obsoleti e andrebbero eliminati del tutto, per fare posto sia a iniziative come il “black friday” che registrano il grande favore dei consumatori, sia alla liberalizzazione degli sconti, lasciando agli esercenti la facoltà di scegliere quando e come scontare la propria merce”.
Anche Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, è dello stesso avviso: “Stagione dopo stagione emerge sempre più evidente l’esigenza di ripensare l’attuale modello, a cominciare dalla data d’inizio. In passato i saldi avevano l’obiettivo di consentire ai commercianti il ricambio dell’assortimento, consentendo risparmi alla clientela. Oggi invece sono eccessivamente anticipati e questo ne ha modificato il significato. A ciò si aggiunga che tra ‘pre-saldi’, promozioni continue spesso fuori legge (come quelle fatte più o meno sottobanco nei trenta giorni antecedenti) e iniziative come il BlackFriday si è generata una spirale dannosa non solo per il commercio di prossimità, ma anche per i clienti, per i quali è sempre più arduo orientarsi e distinguere tra le offerte reali e le promozioni fasulle. Dunque, sarebbe il caso di aprire un confronto fra tutti i soggetti interessati – commercianti, associazioni, politica – per elaborare una nuova formula“. Certo siamo agli inizi, un quadro più completo , aggiunge, potrà essere fatto nelle prossime settimane, ma difficile vi possa essere un incremento significativo nelle spese per i saldi, anche perché: “I consumatori sono molto cauti e l’acquisto d’impulso, tipico dei saldi di qualche anno fa, è sempre meno frequente: le famiglie valutano con attenzione le loro scelte e raramente superano il livello di spesa che avevano stabilito, puntando sulla qualità e non sulla quantità”.
Interessanti altresì i risultati principali dell’indagine sugli acquisti degli italiani in occasione della stagione dei saldi invernali 2019 realizzata da Confcommercio Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research che evidenzia come é rimasta sostanzialmente stabile la percentuale di italiani che, rispetto a un anno fa (saldi di gennaio 2019) intendono acquistare in saldo (61,8% contro il 61,6% di gennaio 2019). Dieci anni fa questa quota era risultata pari al 69. Dall’analisi emerge altresì come continui a crescere il web a cui ricorre il 21,3% dei consumatori, +2,4% rispetto al 2019, una percentuale che sale al 44% per gli acquista dei prodotti di moda. Un vero è proprio successo, quello del web, prevalentemente legato a motivazioni di convenienza economica.
Fiducioso invece della forza emotiva e sensoriale che il negozio fisico può ancora avere rispetto all’online è presidente cittadino di Confcommercio Stefano Gola che sostiene: “Il 2020 sarà un anno all’insegna della sostenibilità anche per il settore moda e gli stessi saldi saranno ‘sostenibili’: i consumatori potranno fare acquisti consapevoli dal punto di vista non solo socio-economico, ma anche etico-ambientale. Comprare nei negozi di prossimità, quelli che animano i nostri centri urbani, significa infatti scegliere colori e tendenze dei prodotti di moda, toccare con mano la qualità, provare e trovare le taglie e le misure giuste”. Poi contro gli acquisti online dice fiero: “Confcommercio ha chiesto e apprezzato l’introduzione della web digital tax per i colossi del web che vendono in Italia auspicando una regolamentazione comune da parte della Ue, ma occorre fare ancora di più per sostenere le attività che rendono vive le nostre città con più luce, decoro, sicurezza, relazioni. Comprare nei negozi è certamente più sostenibile dal punto di vista ambientale e decisamente molto più stimolante dal punto di vista relazionale ed emozionale”.