Npl italiani, recuperi a rilento
Non sarà che i costi legati ai 170 miliardi e più di crediti deteriorati ceduti dalle banche italiane, in molti casi grazie alla presenza di garanzie pubbliche (Gacs), finiranno per scaricarsi sulle spalle dei contribuenti? Il dubbio è lecito e sembra esserselo posto anche la Banca d’Italia che secondo l’agenzia Reuters, che cita “due fonti di mercato” avrebbe avviato una raccolta d’informazioni dettagliate sull’andamento dei recuperi delle sofferenze.
Banca Ifis: solo 11 miliardi recuperati sinora
Alcune di tali operazioni, infatti, starebbero procedendo a un ritmo marcatamente più lento del previsto come ha segnalato Moody’s nella sua analisi semestrale del mercato delle cartolarizzazioni europee. Banca Ifis, a sua volta, in un report dedicato agli Npl italiani ha indicato recuperi finora pari ad appena 11 miliardi (circa il 6,5% dell’ammontare lordo complessivo delle cartolarizzazioni).
Suddivisione portafogli sarà strategia efficace?
Le difficoltà nel recupero di portafogli molto ampi e spesso molto parcellizzati stanno alimentando un secondo mercato fatto di cessioni di porzioni degli stessi, generando dubbi sul fatto se possa trattarsi di una strategia di recupero efficiente o non sia destinata a spostare semplicemente il conto finale più avanti.
Banca d’Italia potrebbe valutare contromisure
Per ora vista la durata pluriennale dei business plan, è ancora presto per dire se i ritardi nei recuperi si tradurranno in perdite concrete per gli investitori e di queste quante saranno scaricate sul Tesoro italiano attivando le Gacs. Queste peraltro sono state erogate solo per le tranche “investment grade” delle varie cartolarizzazioni. In ogni caso secondo le fonti citate da Reuters è possibile che se i dati risultassero in qualche modo allarmanti, Banca d’Italia studi contromisure ad hoc.
Autore: Luca Spoldi
Fonte: Gooruf
Npl italiani, recuperi a rilento
Non sarà che i costi legati ai 170 miliardi e più di crediti deteriorati ceduti dalle banche italiane, in molti casi grazie alla presenza di garanzie pubbliche (Gacs), finiranno per scaricarsi sulle spalle dei contribuenti? Il dubbio è lecito e sembra esserselo posto anche la Banca d’Italia che secondo l’agenzia Reuters, che cita “due fonti di mercato” avrebbe avviato una raccolta d’informazioni dettagliate sull’andamento dei recuperi delle sofferenze.
Banca Ifis: solo 11 miliardi recuperati sinora
Alcune di tali operazioni, infatti, starebbero procedendo a un ritmo marcatamente più lento del previsto come ha segnalato Moody’s nella sua analisi semestrale del mercato delle cartolarizzazioni europee. Banca Ifis, a sua volta, in un report dedicato agli Npl italiani ha indicato recuperi finora pari ad appena 11 miliardi (circa il 6,5% dell’ammontare lordo complessivo delle cartolarizzazioni).
Suddivisione portafogli sarà strategia efficace?
Le difficoltà nel recupero di portafogli molto ampi e spesso molto parcellizzati stanno alimentando un secondo mercato fatto di cessioni di porzioni degli stessi, generando dubbi sul fatto se possa trattarsi di una strategia di recupero efficiente o non sia destinata a spostare semplicemente il conto finale più avanti.
Banca d’Italia potrebbe valutare contromisure
Per ora vista la durata pluriennale dei business plan, è ancora presto per dire se i ritardi nei recuperi si tradurranno in perdite concrete per gli investitori e di queste quante saranno scaricate sul Tesoro italiano attivando le Gacs. Queste peraltro sono state erogate solo per le tranche “investment grade” delle varie cartolarizzazioni. In ogni caso secondo le fonti citate da Reuters è possibile che se i dati risultassero in qualche modo allarmanti, Banca d’Italia studi contromisure ad hoc.
Autore: Luca Spoldi
Fonte: Gooruf