I Millennials sono nati tra il 1980 e il 1995 e rappresentano il 17% della popolazione italiana, a fotografare le loro tendenze di consumo e a tracciarne i confini , davvero interessanti, ci ha pensato un’indagine presentata da Bain & Company da cui emerge lo stravolgimento dei consumi degli under 40.
Si tratta di consumatori che sono sempre più connessi, ma che ancora non disdegnano fare shopping nei negozi fisici; sono però, questo emerge chiaramente, poco “fedeli” ai gestori di servizi e preferiscono cambiare spesso piuttosto aderendo alle migliori offerte del momento. Inoltre il 60% ordina cibo a domicilio almeno una volta al mese. Sono amanti della sharing economy, pratica che non riguarda solo le auto, infatti se è vero che il 55% del campione usa il car sharing, la tendenza influisce anche sui vestiti, il 36% è interessato al pay per use.
Quello che emerge dall’indagine è che i Millennials consumano soprattutto emozioni, i brand hanno dunque a disposizione solo 12 secondi per catturare l’attenzione degli under 40, questo dato è significativo per le aziende perché fa comprendere i tempi rapidi entro cui devono riuscire a convincere col proprio prodotto il mercato dei più giovani.
Nell’era dei social network la vita delle aziende si fa più complessa, non è semplice trovare la giusta chiave per catturare l’attenzione dei millennials, ‘bombardati’ da informazioni e pubblicità 24 ore al giorno, la chiave vincente, stando ai dati emersi dall’analisi sui consumi da cui vengono attratti starebbe nell’emozione che il prodotto riesce a trasmettere.
“Non prodotti ma emozioni, non per tutti ma per me” questo il motto che emerge dalla ricerca presentata durante il Next Gen Summit 2019 al Sole24Ore. Più che i bisogni, giacché i Millennials hanno pressoché tutto, a spingere verso il consumo sono le emozioni, un prodotto per catturare l’attenzione del ‘nuovo ‘ consumatore deve apparire come ‘pensato su misura, ed esclusivo’. Questo è quello che porta a spendere con maggiore facilità il proprio denaro poiché regala un’emozione positiva.
Per le aziende è importante conoscere e soprattutto studiare da subito queste nuove tendenze di settore perché stando allo Studio di Bain, sarà con la generazione Z, quella dei nati tra il 1996 e il 2010, che vi sarà la vera e propria rivoluzione nei consumi. La generazione Z è una generazione phigital, pragmatica e attivista, mentre i millennials sono nati in un mondo analogico e poi sono migrati o stanno migrando sempre più rapidamente nel digitale, i giovanissimi Z sono già nati in un contesto ove il digital è ormai più che noto, mentre, paradossalmente, l’esperienza fisica resta da scoprire.
Proprio per questo dicono gli esperti dei consumi, sarà con la generazione Z che il mondo dei consumi cambierà ancora più radicalmente in quanto sempre più si affideranno all’online per fare acquisti. La sfida che si trovano dinanzi i brand oggi è proprio questa cambiare e scardinare le vecchie regole di mercato dei consumi che hanno funzionato per la generazione X, che ricomprende i nati tra il 1960 ed il 1979, ma che hanno iniziato a traballare con i millennials e che rischieranno di non essere più appetibili per una fetta di mercato importante, la generazione Z, la prima generazione nativa digitale.
I Millennials sono nati tra il 1980 e il 1995 e rappresentano il 17% della popolazione italiana, a fotografare le loro tendenze di consumo e a tracciarne i confini , davvero interessanti, ci ha pensato un’indagine presentata da Bain & Company da cui emerge lo stravolgimento dei consumi degli under 40.
Si tratta di consumatori che sono sempre più connessi, ma che ancora non disdegnano fare shopping nei negozi fisici; sono però, questo emerge chiaramente, poco “fedeli” ai gestori di servizi e preferiscono cambiare spesso piuttosto aderendo alle migliori offerte del momento. Inoltre il 60% ordina cibo a domicilio almeno una volta al mese. Sono amanti della sharing economy, pratica che non riguarda solo le auto, infatti se è vero che il 55% del campione usa il car sharing, la tendenza influisce anche sui vestiti, il 36% è interessato al pay per use.
Quello che emerge dall’indagine è che i Millennials consumano soprattutto emozioni, i brand hanno dunque a disposizione solo 12 secondi per catturare l’attenzione degli under 40, questo dato è significativo per le aziende perché fa comprendere i tempi rapidi entro cui devono riuscire a convincere col proprio prodotto il mercato dei più giovani.
Nell’era dei social network la vita delle aziende si fa più complessa, non è semplice trovare la giusta chiave per catturare l’attenzione dei millennials, ‘bombardati’ da informazioni e pubblicità 24 ore al giorno, la chiave vincente, stando ai dati emersi dall’analisi sui consumi da cui vengono attratti starebbe nell’emozione che il prodotto riesce a trasmettere.
“Non prodotti ma emozioni, non per tutti ma per me” questo il motto che emerge dalla ricerca presentata durante il Next Gen Summit 2019 al Sole24Ore. Più che i bisogni, giacché i Millennials hanno pressoché tutto, a spingere verso il consumo sono le emozioni, un prodotto per catturare l’attenzione del ‘nuovo ‘ consumatore deve apparire come ‘pensato su misura, ed esclusivo’. Questo è quello che porta a spendere con maggiore facilità il proprio denaro poiché regala un’emozione positiva.
Per le aziende è importante conoscere e soprattutto studiare da subito queste nuove tendenze di settore perché stando allo Studio di Bain, sarà con la generazione Z, quella dei nati tra il 1996 e il 2010, che vi sarà la vera e propria rivoluzione nei consumi. La generazione Z è una generazione phigital, pragmatica e attivista, mentre i millennials sono nati in un mondo analogico e poi sono migrati o stanno migrando sempre più rapidamente nel digitale, i giovanissimi Z sono già nati in un contesto ove il digital è ormai più che noto, mentre, paradossalmente, l’esperienza fisica resta da scoprire.
Proprio per questo dicono gli esperti dei consumi, sarà con la generazione Z che il mondo dei consumi cambierà ancora più radicalmente in quanto sempre più si affideranno all’online per fare acquisti. La sfida che si trovano dinanzi i brand oggi è proprio questa cambiare e scardinare le vecchie regole di mercato dei consumi che hanno funzionato per la generazione X, che ricomprende i nati tra il 1960 ed il 1979, ma che hanno iniziato a traballare con i millennials e che rischieranno di non essere più appetibili per una fetta di mercato importante, la generazione Z, la prima generazione nativa digitale.