La fotografia scattata di recente dal Bollettino Economico di Banca d’Italia, dall’Istat e da Cer Confesercenti che hanno analizzato con indagini ad hoc i consumi medi degli italiani evidenziano come a causa dell’incertezza economica e della sfiducia dei consumatori vi sia stato un calo generalizzato nei consumi.
Le famiglie italiane, ad esempio, secondo quanto si legge nel Bollettino economico di Banca d’Italia “negli scorsi mesi hanno dato il loro contributo non esaltante alla domanda interna, frutto di una propensione al consumo debole a fronte di un aumento più marcato del reddito disponibile”.
Stando alla previsione di Cer Confesercenti, presentata in occasione dell’assemblea elettiva dell’Associazione, invece: “Nel 2019 la crescita dei consumi in Italia si ferma al +0,4%, il dato peggiore dal 2014 e l’espansione più bassa tra i grandi Paesi”. Confesercenti puntualizza come nonostante vi sia stato un recupero del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane, in realtà i consumi siano rimasti ‘ al palo ’.
Questo stando a quanto affermato dal Presidente Patrizia De Luise, dipende dal clima di sfiducia che percepiscono gli italiani: “Sono gli effetti, tangibili, della sfiducia generata fino ad oggi. In un clima di fiducia più disteso, i consumi sarebbero aumentati”. Il dato si fa ancora più evocativo se si considera che dal 2010 al 2019 la spesa delle famiglie italiane è calata di 6.1 miliardi. Molto pesa, stando ai calcoli effettuati dall’ufficio economico della Confederazione, la pressione discale che affligge l’Italia. In Italia la pressione fiscale, nel 2018, è al 42,1% del PIL, 0,7 punti percentuali in più rispetto alla media dell’area Euro. “Se il peso delle imposte italiane fosse allineato alla media europea, evidenzia Confesercenti, pagheremmo 12,6 miliardi di euro di tasse in meno all’anno”, e questo potrebbe essere, senza dubbio, una spinta aggiuntiva per i consumi.
A cambiare sono anche le abitudini dei consumatori che prima tentavano la sorte con lotterie, giochi e scommesse, la prudenza la fa da padrona anche in questo versante e condiziona le spese. A tracciarne i confini è l’Istat che evidenzia come si in forte calo anche la spesa media mensile per i giochi. Rispetto infatti a 12 mesi fa la spesa è calata, sempre secondo quanto riportato dall’Istat “Spese per i consumi – voce di spesa (ECoicop)”, del -8,9% visto che nel 2017 il valore della spesa mensile delle famiglie per tentare la fortuna era di 4,28 euro.
Il calo è ancora più determinante se si prende a riferimento quello di 5 anni fa quando la spesa era stata di 5,54 euro e quindi il dato 2019 registra una diminuzione del -30%. Il calo maggiore per la spesa mensile delle famiglie italiane per giochi, lotterie e scommesse, si evidenzia al Sud e nelle Isole ove lo scorso anno la spesa si è attestata sui 4,90 euro, rispetto ai 5,28 euro dei 12 mesi precedenti e agli 8,27 euro del 2014.
La fotografia scattata di recente dal Bollettino Economico di Banca d’Italia, dall’Istat e da Cer Confesercenti che hanno analizzato con indagini ad hoc i consumi medi degli italiani evidenziano come a causa dell’incertezza economica e della sfiducia dei consumatori vi sia stato un calo generalizzato nei consumi.
Le famiglie italiane, ad esempio, secondo quanto si legge nel Bollettino economico di Banca d’Italia “negli scorsi mesi hanno dato il loro contributo non esaltante alla domanda interna, frutto di una propensione al consumo debole a fronte di un aumento più marcato del reddito disponibile”.
Stando alla previsione di Cer Confesercenti, presentata in occasione dell’assemblea elettiva dell’Associazione, invece: “Nel 2019 la crescita dei consumi in Italia si ferma al +0,4%, il dato peggiore dal 2014 e l’espansione più bassa tra i grandi Paesi”. Confesercenti puntualizza come nonostante vi sia stato un recupero del potere d’acquisto da parte delle famiglie italiane, in realtà i consumi siano rimasti ‘ al palo ’.
Questo stando a quanto affermato dal Presidente Patrizia De Luise, dipende dal clima di sfiducia che percepiscono gli italiani: “Sono gli effetti, tangibili, della sfiducia generata fino ad oggi. In un clima di fiducia più disteso, i consumi sarebbero aumentati”. Il dato si fa ancora più evocativo se si considera che dal 2010 al 2019 la spesa delle famiglie italiane è calata di 6.1 miliardi. Molto pesa, stando ai calcoli effettuati dall’ufficio economico della Confederazione, la pressione discale che affligge l’Italia. In Italia la pressione fiscale, nel 2018, è al 42,1% del PIL, 0,7 punti percentuali in più rispetto alla media dell’area Euro. “Se il peso delle imposte italiane fosse allineato alla media europea, evidenzia Confesercenti, pagheremmo 12,6 miliardi di euro di tasse in meno all’anno”, e questo potrebbe essere, senza dubbio, una spinta aggiuntiva per i consumi.
A cambiare sono anche le abitudini dei consumatori che prima tentavano la sorte con lotterie, giochi e scommesse, la prudenza la fa da padrona anche in questo versante e condiziona le spese. A tracciarne i confini è l’Istat che evidenzia come si in forte calo anche la spesa media mensile per i giochi. Rispetto infatti a 12 mesi fa la spesa è calata, sempre secondo quanto riportato dall’Istat “Spese per i consumi – voce di spesa (ECoicop)”, del -8,9% visto che nel 2017 il valore della spesa mensile delle famiglie per tentare la fortuna era di 4,28 euro.
Il calo è ancora più determinante se si prende a riferimento quello di 5 anni fa quando la spesa era stata di 5,54 euro e quindi il dato 2019 registra una diminuzione del -30%. Il calo maggiore per la spesa mensile delle famiglie italiane per giochi, lotterie e scommesse, si evidenzia al Sud e nelle Isole ove lo scorso anno la spesa si è attestata sui 4,90 euro, rispetto ai 5,28 euro dei 12 mesi precedenti e agli 8,27 euro del 2014.