Dalla Redazione In Evidenza NPL e crediti deteriorati

NPL, i servicer si preparano ad un autunno “caldo”

Il problema dei crediti deteriorati In Italia “non è ancora risolto e non va abbassato il livello di guardia visto il peggioramento delle prospettive macroeconomiche”. E’ quanto scrive il capo della Vigilanza della Bce Andrea Enria in un documento presentato nei giorni scorsi a Milano in cui si riconoscono “i notevoli progressi” compiuti dal nostro Paese nella riduzione delle consistenze dei crediti deteriorati.
Intanto il settore degli NPL continua ad evolversi e si registrano movimenti di consolidamento dei servicer italiani attivi nell’acquisto e gestione di grandi portafogli di crediti problematici. L’operazione più attesa è quella della possibile alleanza tra Credito Fondiario e Banca Ifis per la creazione di un veicolo comune dove far confluire le attività nei Non Performing Loan. Questa non è l’unica ipotesi sul tavolo di Credito Fondiario che potrebbe invece essere acquisita da altri operatori finanziari come Bain Capital Credit e Apollo (secondo i rumors questi ultimi avrebbero mostrato interesse ad Elliott, che su Credito Fondiario ha profuso importanti investimenti, per acquisirne il controllo).
Se comunque l’alleanza Credito Fondiario-Banca Ifis dovesse concretizzarsi potrebbe dar vita ad una grande stagione di aggregazioni che potrebbe coinvolgere anche i soggetti più in vista come Cerved e doValue. Il primo potrebbe entrare nel radar di qualche grande fondo di private equity oppure di qualche operatore specializzato del settore. Il secondo ha avviato un’espansione su altri mercati europei come Grecia e Spagna, acquisendo il gruppo spagnolo Altamira. E poi c’è Prelios che lo scorso agosto ha siglato l’atteso accordo (decennale) con Intesa Sanpaolo per la gestione di un portafoglio di circa 6,7 miliardi di Utp e la cessione di ulteriori 3 miliardi del segmento corporate e PMI.
Nel frattempo qualcosa si muove anche in casa SGA (Società per la Gestione di Attività), il soggetto che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze e che intende avere un ruolo di rilievo nella gestione delle Npe in Italia. SGA ha cambiato nome in Amco (Asset Management Company), rispecchiando la natura di full credit management company, ed ha annunciato per il primo semestre 2019 un utile netto di 8,2 milioni di euro. La società si sta preparando a sostenere la sfida futura, ovvero l’atteso progetto Cuvèe per gestire gli Utp immobiliari oggi sui bilanci delle banche italiane medio-grandi. Nel progetto Amco dovrebbe avere il ruolo di special servicer, occupandosi di recuperare nuova finanza. In cantiere c’è l’acquisizione di un portafoglio di Utp da 7 miliardi di euro da Mps