Il ricordo di quanto accadde nel 2008 nel mercato immobiliare, lo scoppio della bolla che travolse poi mercati finanziari e l’economia mondiale è ancora vivo nella mente dei risparmiatori. Quindi è una buona notizia quella che emerge dal nuovo studio di Ubs dal titolo “Real estate Usa: non è un nuovo 2008” curato da Jonathan Woloshin, Cfa, real estate & lodging analyst Americas di Ubs financial services.
“Nelle ultime settimane sono stati pubblicati diversi articoli che potrebbero indurre i lettori non esperti sul settore a ritenere che ci sia il pericolo che la storia si ripeta e che si avvicini un nuovo 2008. Contestiamo questa affermazione per una serie di motivi”, si legge nell’analisi che, tuttavia, riconosce che ci sia un forte livello dei debiti ipotecari negli Usa e un piccolo aumento dei tassi di default a livello mensile.
Ma questo, secondo l’esperto di Ubs, non implica che questi dati non siano sufficienti per aspettarsi una crisi come quella dei mutui subprime. In particolare l’esperto sottolinea che la caduta dei tassi di interesse ha fatto sì che oggi il peso della rata del mutuo pesi molto meno sul reddito medio di chi ha acceso un mutuo rispetto a quanto si registrava nel 2007. L’analisi ricorda che anche il rapporto tra ammontare del mutuo residuo e reddito di chi è indebitato continua a essere conservativo. Senza dimenticare poi la solidità del mercato del lavoro Usa.
Lo studio ricorda inoltre che grazie alla riduzione dei tassi di interesse molti mutui potranno essere rinegoziati per approfittare di condizioni più favorevoli. Infine anche il fenomeno del mercato dei prestiti non tradizionali, come quelli rappresentati dal peer to peer lending, va monitorato, ma non desta particolari preoccupazioni per il momento.
Autore: Roberta Castellarin
Fonte:
milano finanza
mercato immobiliare – real estate – bolla immobiliare
Il ricordo di quanto accadde nel 2008 nel mercato immobiliare, lo scoppio della bolla che travolse poi mercati finanziari e l’economia mondiale è ancora vivo nella mente dei risparmiatori. Quindi è una buona notizia quella che emerge dal nuovo studio di Ubs dal titolo “Real estate Usa: non è un nuovo 2008” curato da Jonathan Woloshin, Cfa, real estate & lodging analyst Americas di Ubs financial services.
“Nelle ultime settimane sono stati pubblicati diversi articoli che potrebbero indurre i lettori non esperti sul settore a ritenere che ci sia il pericolo che la storia si ripeta e che si avvicini un nuovo 2008. Contestiamo questa affermazione per una serie di motivi”, si legge nell’analisi che, tuttavia, riconosce che ci sia un forte livello dei debiti ipotecari negli Usa e un piccolo aumento dei tassi di default a livello mensile.
Ma questo, secondo l’esperto di Ubs, non implica che questi dati non siano sufficienti per aspettarsi una crisi come quella dei mutui subprime. In particolare l’esperto sottolinea che la caduta dei tassi di interesse ha fatto sì che oggi il peso della rata del mutuo pesi molto meno sul reddito medio di chi ha acceso un mutuo rispetto a quanto si registrava nel 2007. L’analisi ricorda che anche il rapporto tra ammontare del mutuo residuo e reddito di chi è indebitato continua a essere conservativo. Senza dimenticare poi la solidità del mercato del lavoro Usa.
Autore: Roberta Castellarin
Fonte:
milano finanza
mercato immobiliare – real estate – bolla immobiliare