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Cerved rompe gli indugi: sul mercato la divisione Npl

Cerved è pronto a mettere sul mercato la propria divisione specializzata nella gestione dei crediti, in particolare deteriorati. Il gruppo, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, sarebbe al lavoro con Mediobanca per finalizzare un mandato alla valorizzazione della business unit che al 30 giugno scorso aveva in gestione 53,3 miliardi di crediti, di cui 43,8 miliardi deteriorati e il resto performing; sul tavolo, si apprende, ci sono diverse opzioni: la vendita della divisione, l’integrazione con altri operatori specializzati o partnership di carattere industriale.

Il servicer, tra i leader di mercato in Italia, si conferma epicentro della ripolarizzazione di un settore che sembra alla vigilia di una stagione di aggregazioni che ha visto muovere il primo passo – per lo meno tra i big – a Banca Ifis e Credito Fondiario, che a fine luglio hanno avviato una trattativa in esclusiva per tentare di unire le forze.

Commentando con gli analisti i risultati del primo semestre, chiuso con utili per 59,2 milioni in crescita del 12,5%, il ceo di Cerved Andrea Mignanelli aveva dichiarato: «Siamo flessibili, siamo ben coscienti di che cosa sta accadendo sul mercato e faremo del nostro meglio per cogliere le migliori opportunità». Proprio il manager aveva poi snocciolato le tre opportunità che al momento ci sono di fronte: acquisire altre società di gestione con relative masse, vendere la propria business unit in presenza di un’offerta interessante («Siamo una società, abbiamo bisogno di ottimizzare il nostro valore») oppure favorire dall’interno un processo di aggregazione con un altro soggetto in vista magari della quotazione di un veicolo di dimensioni maggiori rispetto a quelle attuali. «Ma potremmo anche conservare il controllo di un asset che cresce felicemente del 30% quest’anno», aveva chiosato Mignanelli. Dunque il mandato a Mediobanca (che non conferma le indiscrezioni) rappresenta la diretta conseguenza di questa visione, in un mercato – si diceva – in fermento dove si punta a fare massa critica: oltre all’asse Ifis-Fondiario, da cui può nascere un polo con 80 miliardi di crediti in gestione, gli occhi del mercato sono puntati su doValue, la ex doBank di proprietà degli americani di Fortress, che ha già avviato un’espansione su altri mercati europei come Grecia e Spagna, acquisendo in quest’ultima area grografica il gruppo Altamira. C’è poi Prelios, che ha una natura diversa rispetto agli altri competitor: è infatti un asset manager attivo anche nel real estate e per ora ha scelto una strategia stand alone, come raccontanto dal presidente, Fabrizio Palenzona, nell’intervista a Il Sole 24 Ore, il 6 agosto scorso.

Tornando a Cerved, nei sei mesi la divisione Credit management ha contabilizzato ricavi per 86,7 milioni (+30,5%) e un Ebitda di 30,9 milioni (+39,3%). Il gruppo può contare anche su una divisione credit information (146,8 milioni di ricavi a giugno) e un’altra dedicata alle marketing solutions (14,5 milioni): negli ultimi mesi è stato attivo nell’m&a rilevando Euro Legal Services, Mitigo Servizi e il 30,7% del capitale di Mbs (si veda Il Sole del 30 agosto scorso).


Autore: Carlo Festa
Fonte:

Il sole 24 ore

cervednplgestione dei crediticrediti deteriorati

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