Il mercato immobiliare nel primo semestre del 2019 ha restituito buoni segnali relativi al comparto residenziale nuovo o ristrutturato, mentre sul fronte complessivo degli scambi e dei prezzi ancora risulta in stallo, su tale fotografia concordano differenti ricerche del settore. L’Osservatorio di Immobiliare.it, ad esempio, analizzando i prezzi medi richiesti da gennaio a giugno 2019 per le case in vendita ha, infatti, rilevato oscillazioni minime dei valori immobiliari, la fase di stasi è analoga in tutte le Aree del Paese, con un picco negativo nelle aree del Sud, ove i prezzi sono scesi, registrando un 1% in negativo, a 1.552 euro al mq. Mentre nel Nord si registra, seppur con una crescita minima, un trend positivo, facendo registrare un più 0.5%. Per il mercato immobiliare un cambio di marcia vi sarà solo nel 2021 stando alla sintesi della terza edizione di Meteo Immobiliare, studio condotto dal centro ricerca Rur , l’acronimo sta per Rete Urbana delle Rappresentanze, e dalla società di consulenza Yard, che si basa su un panel di tecnici, operatori ed esperti del real estate.
Nel 2018, riferiscono i dati elaborati dalla terza edizione della ricerca, il mercato immobiliare residenziale ha fatto registrare circa 580 mila transazioni, le stime ipotizzano che nel 2019 tali transazioni arriveranno alle 600mila, indicando un trend crescente, ma la vera novità, dicono gli esperti che si sono prestati alla ricerca, sarà nel 2021 quando sarà lecito attendersi una prima significativa svolta del mercato immobiliare, nonostante sul settore potrebbero ancora gravare alcune incognite quali l’inasprimento della tassazione e una possibile stretta di credito da parte delle banche sul fronte concessione mutui.
Il 49% degli esperti intervistati segnalano, infatti, che nel prossimo triennio vi sarà un aumento delle compravendite del residenziale nuovo, il dato appare ottimistico se si considera che nel 2017 erano il 34%, gli esperti che ipotizzavano una ripresa del mercato immobiliare a stretto giro. Se si osservano i dati a livello territoriale, si evince già quest’anno un primo cambiamento in alcune zone, infatti, il 50% degli operatori nel Nord-Ovest, che comprende Milano e l’Emilia Romagna, definisce già “in ripresa” il 2019, ma nella media nazionale il 52,4% indica una situazione stabile, mentre un 10% degli operatori del Centro e delle Isole ha dovuto fare i conti con una contrazione del business.
Al momento i prezzi della vendita degli immobili risultano fermi, solo un quinto degli esperti interpellati ritiene che vi sarà un aumento dei prezzi limitato però unicamente al ‘nuovo/ristrutturato’. Mentre tutti i facenti parte del panel concordano sul fatto che nel prossimo triennio si registrerà un aumento dei valori per il residenziale nelle zone centrali, che però porterà ad una riduzione ulteriore di prezzo per gli immobili situati in periferia.
Giuseppe Roma, presidente Rur, dalla sua, commentando i dati emersi dal rapporto, asserisce soddisfatto: “Gli italiani confermano un grande attaccamento alla proprietà della casa che costituisce un ascensore sociale funzionante” .
Il mercato immobiliare nel primo semestre del 2019 ha restituito buoni segnali relativi al comparto residenziale nuovo o ristrutturato, mentre sul fronte complessivo degli scambi e dei prezzi ancora risulta in stallo, su tale fotografia concordano differenti ricerche del settore. L’Osservatorio di Immobiliare.it, ad esempio, analizzando i prezzi medi richiesti da gennaio a giugno 2019 per le case in vendita ha, infatti, rilevato oscillazioni minime dei valori immobiliari, la fase di stasi è analoga in tutte le Aree del Paese, con un picco negativo nelle aree del Sud, ove i prezzi sono scesi, registrando un 1% in negativo, a 1.552 euro al mq. Mentre nel Nord si registra, seppur con una crescita minima, un trend positivo, facendo registrare un più 0.5%. Per il mercato immobiliare un cambio di marcia vi sarà solo nel 2021 stando alla sintesi della terza edizione di Meteo Immobiliare, studio condotto dal centro ricerca Rur , l’acronimo sta per Rete Urbana delle Rappresentanze, e dalla società di consulenza Yard, che si basa su un panel di tecnici, operatori ed esperti del real estate.
Nel 2018, riferiscono i dati elaborati dalla terza edizione della ricerca, il mercato immobiliare residenziale ha fatto registrare circa 580 mila transazioni, le stime ipotizzano che nel 2019 tali transazioni arriveranno alle 600mila, indicando un trend crescente, ma la vera novità, dicono gli esperti che si sono prestati alla ricerca, sarà nel 2021 quando sarà lecito attendersi una prima significativa svolta del mercato immobiliare, nonostante sul settore potrebbero ancora gravare alcune incognite quali l’inasprimento della tassazione e una possibile stretta di credito da parte delle banche sul fronte concessione mutui.
Il 49% degli esperti intervistati segnalano, infatti, che nel prossimo triennio vi sarà un aumento delle compravendite del residenziale nuovo, il dato appare ottimistico se si considera che nel 2017 erano il 34%, gli esperti che ipotizzavano una ripresa del mercato immobiliare a stretto giro. Se si osservano i dati a livello territoriale, si evince già quest’anno un primo cambiamento in alcune zone, infatti, il 50% degli operatori nel Nord-Ovest, che comprende Milano e l’Emilia Romagna, definisce già “in ripresa” il 2019, ma nella media nazionale il 52,4% indica una situazione stabile, mentre un 10% degli operatori del Centro e delle Isole ha dovuto fare i conti con una contrazione del business.
Al momento i prezzi della vendita degli immobili risultano fermi, solo un quinto degli esperti interpellati ritiene che vi sarà un aumento dei prezzi limitato però unicamente al ‘nuovo/ristrutturato’. Mentre tutti i facenti parte del panel concordano sul fatto che nel prossimo triennio si registrerà un aumento dei valori per il residenziale nelle zone centrali, che però porterà ad una riduzione ulteriore di prezzo per gli immobili situati in periferia.
Giuseppe Roma, presidente Rur, dalla sua, commentando i dati emersi dal rapporto, asserisce soddisfatto: “Gli italiani confermano un grande attaccamento alla proprietà della casa che costituisce un ascensore sociale funzionante” .