Così come Intesa Sanpaolo sta definendo con Prelios un’operazione relativa a 10 miliardi di euro di Utp, di cui 3,5-4 miliardi potrebbero essere ceduti e il resto dato in gestione, Unicredit avrebbe a sua volta intenzione di mettere in piedi un’operazione simile, relativa a un portafoglio di Utp da 13,3 miliardi. Lo ha scritto nei giorni scorsi Il Messaggero,precisando che la banca avrebbe già contattato gestori di fondi come Dea Capital e Clessidra sgr (che ha appena lanciato un fondo dedicato agli Utp, che sarà gestito dall’ex ad della stessa Unicredit Federico Ghizzoni e dall’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi, il servicer do Value (la ex piattaforma di gestione di Unicredit) e il servicer e investitore Intrum.
Le esposizioni deteriorate lorde di gruppo Unicredit sono diminuite a 37,6 miliardi di euro a fine marzo, con un miglioramento del rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 7,6% (14,4 miliardi quelle nette, con NPE ratio netto del 3%). Le sofferenze lorde di gruppo erano scese a 21,4 miliardi, le inadempienze probabili lorde (Utp) erano scese a 15,3 miliardi e le posizioni scadute erano salite a 900 milioni.
Il piano industriale di Unicredit prevede la riduzione del portafoglio di Npl non core da 14,9 a 10 miliardi nel 2019. A inizio giugno la banca ha già annunciato l’avvio della seconda fase del programma Sandokan con la sigla dell’accordo per affidare la gestione e le attività di special servicing relative al portafoglio di crediti unlikely to pay immobiliari battezzato Sandokan 2 a Pimco, Gwm e Arec (Aurora Recovery Capital) per un importo massimo di 2 miliardi di euro, da cedere in più tranche successive.
Unicredit ha poi messo sul mercato tre portafogli di Npl per un controvalore complessivo di altri 2,4 miliardi. Si tratta del portafoglio Roma (1,4 miliardi di crediti non garantiti), del portafoglio Matera (da 750 milioni di crediti garantiti) e del portafoglio Capri (300 milioni di Npl secured).
Fonte: BeBeez
Così come Intesa Sanpaolo sta definendo con Prelios un’operazione relativa a 10 miliardi di euro di Utp, di cui 3,5-4 miliardi potrebbero essere ceduti e il resto dato in gestione, Unicredit avrebbe a sua volta intenzione di mettere in piedi un’operazione simile, relativa a un portafoglio di Utp da 13,3 miliardi. Lo ha scritto nei giorni scorsi Il Messaggero,precisando che la banca avrebbe già contattato gestori di fondi come Dea Capital e Clessidra sgr (che ha appena lanciato un fondo dedicato agli Utp, che sarà gestito dall’ex ad della stessa Unicredit Federico Ghizzoni e dall’ex ad di Banca Ifis Giovanni Bossi, il servicer do Value (la ex piattaforma di gestione di Unicredit) e il servicer e investitore Intrum.
Le esposizioni deteriorate lorde di gruppo Unicredit sono diminuite a 37,6 miliardi di euro a fine marzo, con un miglioramento del rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 7,6% (14,4 miliardi quelle nette, con NPE ratio netto del 3%). Le sofferenze lorde di gruppo erano scese a 21,4 miliardi, le inadempienze probabili lorde (Utp) erano scese a 15,3 miliardi e le posizioni scadute erano salite a 900 milioni.
Il piano industriale di Unicredit prevede la riduzione del portafoglio di Npl non core da 14,9 a 10 miliardi nel 2019. A inizio giugno la banca ha già annunciato l’avvio della seconda fase del programma Sandokan con la sigla dell’accordo per affidare la gestione e le attività di special servicing relative al portafoglio di crediti unlikely to pay immobiliari battezzato Sandokan 2 a Pimco, Gwm e Arec (Aurora Recovery Capital) per un importo massimo di 2 miliardi di euro, da cedere in più tranche successive.
Unicredit ha poi messo sul mercato tre portafogli di Npl per un controvalore complessivo di altri 2,4 miliardi. Si tratta del portafoglio Roma (1,4 miliardi di crediti non garantiti), del portafoglio Matera (da 750 milioni di crediti garantiti) e del portafoglio Capri (300 milioni di Npl secured).
Fonte: BeBeez