Mancano ancora gli ultimi dettagli, e i prossimi dieci giorni saranno decisivi per cristallizzare l’accordo. Ma l’impianto dell’operazione relativa alla smaltimento di circa 10 miliardi di inadempienze probabili (unlikely to pay) di Intesa Sanpaolo è oramai definito e pronto a vedere la luce.
L’impianto tracciato
Dopo mesi di trattative – il cantiere dei lavori è partito lo scorso marzo, quando la banca guidata da Carlo Messina ha assegnato un’esclusiva al gruppo Prelios -, a quanto risulta al Sole 24Ore i punti fondamentali del deal sono di fatto incardinati: dei 10 miliardi oggetto del deal, circa 3,5 miliardi dovrebbero passare da Intesa a Prelios sostanzialmente al loro valore di libro. Un elemento, questo, che permetterebbe a Intesa – che è supportata dagli advisor Rothschild e Banca Imi – di non dover registrare minusvalenze a bilancio, ed evitare così possibili impatti patrimoniali. Dettaglio non banale quello del prezzo di cessione, visto che nelle scorse settimane alcuni rumors parlavano di una possibile vendita al 50-55% del valore contabile, a fronte di una copertura pari al 36,2% (dato a fine 2018). D’altra parte, difficile che Intesa – al pari di quanto accaduto nel caso delle sofferenze cedute a Intrum – varasse in autonomia un’operazione simile senza la certezza di non dover assorbire minusvalenze.
In via di definizione, ma nei fatti tracciata, anche la struttura finanziaria dell’operazione. Il portafoglio di 3,5 miliardi circa verrà ceduto a Prelios tramite una cartolarizzazione. Al momento, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe prevista l’emissione di una tranche senior pari al 70% circa del valore totale – su cui non ci sarà la garanzia pubblica Gacs, riservata invece alle sofferenze – una mezzanina (15% circa) e una tranche equity per il restante 15%.
Dieci giorni per chiudere
Va detto che si tratta di uno schema indicativo, e quindi passibile di qualche correzione. Il tranching definitivo, del resto, sarà fissato nel giro delle prossime due settimane, solo al termine di un delicato fine tuning che è ancora in corso. E che servirà a definire esattamente anche quali crediti passeranno di mano e quali rimarranno sui libri di Intesa Sanpaolo. Trattandosi di rapporti commerciali ancora vivi – quali sono per definizione gli Utp -, la banca intende agire con piena discrezionalità nella selezione e nello “smistamento” delle singole posizioni. In termini di principio, Intesa punta a contemperare le esigenze di una gestione ottimale delle politiche di bilancio, avendo a cura nello stesso tempo il mantenimento delle relazioni con i clienti. Di certo, con il deconsolidamento dei crediti dal bilancio, Intesa ridurrebbe il rapporto tra deteriorati e totale crediti (pari all’8,5% lordo a fine marzo), in linea con le attese della Vigilanza e delle indicazioni date al mercato dal ceo Messina.
La road map
Smarcato anche il tema del financing. A finanziare l’acquisto dovrebbe essere direttamente Davidson Kempner, azionista di maggioranza del servicer guidato da Riccardo Serrini. Stando alle indiscrezioni di mercato, insomma, non si renderebbe necessario il supporto di altri co-finanziatori. A Prelios, che nell’operazione è assistita dagli advisor finanziari Mediobanca e JpMorgan, andrà invece la gestione della parte rimanente del portafoglio di Utp oggetto della transazione: si tratta di un maxi-portafoglio da circa 6,5 miliardi di euro di Utp, che entreranno così nella piena gestione della società con un contratto di servicing puro.
I prossimi giorni, come detto, sono decisivi per finalizzare il tutto, anche se attorno al dossier c’è fiducia sull’esito positivo delle trattative. Il traguardo è fissato per fine luglio. L’obiettivo è infatti quello di approvare il deal all’ultimo Cda del mese della banca, calendarizzato per il 31 luglio, in occasione del giorno dell’approvazione della relazione semestrale. Lo stesso Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva detto di aspettarsi che l’esame per una possibile partnership potesse completarsi nel mese di luglio. Oggi si terrà un Cda della banca ma non è prevista alcuna informativa.
Autore: Luca Davi
Fonte: Il Sole 24 Ore
Mancano ancora gli ultimi dettagli, e i prossimi dieci giorni saranno decisivi per cristallizzare l’accordo. Ma l’impianto dell’operazione relativa alla smaltimento di circa 10 miliardi di inadempienze probabili (unlikely to pay) di Intesa Sanpaolo è oramai definito e pronto a vedere la luce.
L’impianto tracciato
Dopo mesi di trattative – il cantiere dei lavori è partito lo scorso marzo, quando la banca guidata da Carlo Messina ha assegnato un’esclusiva al gruppo Prelios -, a quanto risulta al Sole 24Ore i punti fondamentali del deal sono di fatto incardinati: dei 10 miliardi oggetto del deal, circa 3,5 miliardi dovrebbero passare da Intesa a Prelios sostanzialmente al loro valore di libro. Un elemento, questo, che permetterebbe a Intesa – che è supportata dagli advisor Rothschild e Banca Imi – di non dover registrare minusvalenze a bilancio, ed evitare così possibili impatti patrimoniali. Dettaglio non banale quello del prezzo di cessione, visto che nelle scorse settimane alcuni rumors parlavano di una possibile vendita al 50-55% del valore contabile, a fronte di una copertura pari al 36,2% (dato a fine 2018). D’altra parte, difficile che Intesa – al pari di quanto accaduto nel caso delle sofferenze cedute a Intrum – varasse in autonomia un’operazione simile senza la certezza di non dover assorbire minusvalenze.
In via di definizione, ma nei fatti tracciata, anche la struttura finanziaria dell’operazione. Il portafoglio di 3,5 miliardi circa verrà ceduto a Prelios tramite una cartolarizzazione. Al momento, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbe prevista l’emissione di una tranche senior pari al 70% circa del valore totale – su cui non ci sarà la garanzia pubblica Gacs, riservata invece alle sofferenze – una mezzanina (15% circa) e una tranche equity per il restante 15%.
Dieci giorni per chiudere
Va detto che si tratta di uno schema indicativo, e quindi passibile di qualche correzione. Il tranching definitivo, del resto, sarà fissato nel giro delle prossime due settimane, solo al termine di un delicato fine tuning che è ancora in corso. E che servirà a definire esattamente anche quali crediti passeranno di mano e quali rimarranno sui libri di Intesa Sanpaolo. Trattandosi di rapporti commerciali ancora vivi – quali sono per definizione gli Utp -, la banca intende agire con piena discrezionalità nella selezione e nello “smistamento” delle singole posizioni. In termini di principio, Intesa punta a contemperare le esigenze di una gestione ottimale delle politiche di bilancio, avendo a cura nello stesso tempo il mantenimento delle relazioni con i clienti. Di certo, con il deconsolidamento dei crediti dal bilancio, Intesa ridurrebbe il rapporto tra deteriorati e totale crediti (pari all’8,5% lordo a fine marzo), in linea con le attese della Vigilanza e delle indicazioni date al mercato dal ceo Messina.
La road map
Smarcato anche il tema del financing. A finanziare l’acquisto dovrebbe essere direttamente Davidson Kempner, azionista di maggioranza del servicer guidato da Riccardo Serrini. Stando alle indiscrezioni di mercato, insomma, non si renderebbe necessario il supporto di altri co-finanziatori. A Prelios, che nell’operazione è assistita dagli advisor finanziari Mediobanca e JpMorgan, andrà invece la gestione della parte rimanente del portafoglio di Utp oggetto della transazione: si tratta di un maxi-portafoglio da circa 6,5 miliardi di euro di Utp, che entreranno così nella piena gestione della società con un contratto di servicing puro.
I prossimi giorni, come detto, sono decisivi per finalizzare il tutto, anche se attorno al dossier c’è fiducia sull’esito positivo delle trattative. Il traguardo è fissato per fine luglio. L’obiettivo è infatti quello di approvare il deal all’ultimo Cda del mese della banca, calendarizzato per il 31 luglio, in occasione del giorno dell’approvazione della relazione semestrale. Lo stesso Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva detto di aspettarsi che l’esame per una possibile partnership potesse completarsi nel mese di luglio. Oggi si terrà un Cda della banca ma non è prevista alcuna informativa.
Autore: Luca Davi
Fonte: Il Sole 24 Ore