Si ricomincia domattina, con il consiglio straordinario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e si continua il giorno successivo, con l’assemblea. Già una volta Fitd ha salvato Carige, sottoscrivendo 318 milioni di prestito subordinato, lo scorso autunno, consentendo alla banca di rientrare nei parametri della Bce. Il Fondo aveva detto sì, con una maggioranza risicata, certo che a dicembre l’assemblea avrebbe approvato l’aumento di capitale da 400 milioni, funzionale proprio a restituire il prestito. Così non è andata a finire, come noto, l’aumento è stato respinto e a inizio anno Bce ha commissariato la banca imponendo di fatto agli ex amministratori diventati commissari di procedere spediti verso la “business combination”, cioè l’aggregazione. Il piano industriale presentato a fine febbraio ha indicato in 630 milioni l’aumento di capitale necessario a garantire solidità patrimoniale all’istituto e in parallelo sono iniziati i dialoghi riservati con i potenziali alleati. Alla fine, uno solo è rimasto a trattare con i commissari, l’americana BlackRock, leader al mondo nella gestione del risparmio, che nei giorni scorsi ha però deciso di ritirare l’offerta. A questo punto si ricomincia, ma prima di arrivare alla soluzione finale, la nazionalizzazione sul modello Monte dei Paschi di Siena, si tenterà ancora una soluzione di mercato, cercando banche o fondi disponibili a sostenere l’operazione. Il Fondo Interbancario, di fronte a un progetto industriale forte, non farebbe mancare il suo sostegno e lo stesso dovrebbe fare l’attuale primo azionista, la Malacalza Investimenti. Fra i nomi più accreditati per riaprire il dossier dell’alleanza, il fondo Apollo, già proprietario delle assicurazioni.
Autore: Massimo Minella
Fonte: Repubblica
Si ricomincia domattina, con il consiglio straordinario del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e si continua il giorno successivo, con l’assemblea. Già una volta Fitd ha salvato Carige, sottoscrivendo 318 milioni di prestito subordinato, lo scorso autunno, consentendo alla banca di rientrare nei parametri della Bce. Il Fondo aveva detto sì, con una maggioranza risicata, certo che a dicembre l’assemblea avrebbe approvato l’aumento di capitale da 400 milioni, funzionale proprio a restituire il prestito. Così non è andata a finire, come noto, l’aumento è stato respinto e a inizio anno Bce ha commissariato la banca imponendo di fatto agli ex amministratori diventati commissari di procedere spediti verso la “business combination”, cioè l’aggregazione. Il piano industriale presentato a fine febbraio ha indicato in 630 milioni l’aumento di capitale necessario a garantire solidità patrimoniale all’istituto e in parallelo sono iniziati i dialoghi riservati con i potenziali alleati. Alla fine, uno solo è rimasto a trattare con i commissari, l’americana BlackRock, leader al mondo nella gestione del risparmio, che nei giorni scorsi ha però deciso di ritirare l’offerta. A questo punto si ricomincia, ma prima di arrivare alla soluzione finale, la nazionalizzazione sul modello Monte dei Paschi di Siena, si tenterà ancora una soluzione di mercato, cercando banche o fondi disponibili a sostenere l’operazione. Il Fondo Interbancario, di fronte a un progetto industriale forte, non farebbe mancare il suo sostegno e lo stesso dovrebbe fare l’attuale primo azionista, la Malacalza Investimenti. Fra i nomi più accreditati per riaprire il dossier dell’alleanza, il fondo Apollo, già proprietario delle assicurazioni.
Autore: Massimo Minella
Fonte: Repubblica