Unicredit continua il suo derisking e vuole accelerare la sua dismissione di crediti deteriorati, specialmente quelli non core. Lo ha dichiarato ieri l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier nella call con gli analisti a commento della trimestrale della banca.
Mustier ha chiarito che la dismissione del portafoglio di Npl non core dovrebbe andare significativamente oltre l’obiettivo del 2019 di 14,9 miliardi e sarà “più vicina a 10 miliardi“.
Alla fine del primo trimestre 2019 i crediti deteriorati lordi sono scesi a 37,6 miliardi di euro (in calo di 600 milioni da fine 2018). Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi di gruppo è così diminuito dell’1,9% su base annua attestandosi al 7,6%, con un tasso di copertura del 61,8% nel primo trimestre. Le esposizioni deteriorate core sono scese a 19,8 miliardi, con un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 4,1% (-0,7%) e vicino alla media Eba. Il tasso di copertura è rimasto solido al 58,1%. L’esposizione a crediti deteriorati lorda per la parte non core è scesa a 17,7 miliardi, in calo del 22,5% rispetto all’anno precedente e del 4,1% rispetto al trimestre precedente.
Attualmente Unicredit sta per cedere tre portafogli di Npl per un controvalore complessivo di 2,4 miliardi. Si tratta del portafoglio Roma, da 1,4 miliardi di crediti non garantiti, del portafoglio Matera, da 750 milioni di crediti garantiti; e del portafoglio Capri, che comprende 300 milioni di Npl assistiti da garanzie.
Intanto procede l’operazione Sandokan 2, cioé la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati costituito soprattutto da unlikley to pay immobiliari, quindi secured, che sarebbe la riedizione del progetto Sandokan, varato nell’autunno 2015, che aveva poi portato il gruppo bancario a cartolarizzare un portafoglio da 1,3 miliardi di euro. Questa volta, però, il portafoglio in questione avrebbe una dimensione maggiore, tra i 2 e i 3 miliardi di euro. L’istituto di credito non dovrebbe lanciare una gara ma rivolgersi direttamente agli interlocutori della prima operazione conclusa a fine 2016, cioè Pimco, Gwm e Finance Roma, tramite la newco Aurora Recovery Capital.
Fonte: BeBeez
Unicredit continua il suo derisking e vuole accelerare la sua dismissione di crediti deteriorati, specialmente quelli non core. Lo ha dichiarato ieri l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier nella call con gli analisti a commento della trimestrale della banca.
Mustier ha chiarito che la dismissione del portafoglio di Npl non core dovrebbe andare significativamente oltre l’obiettivo del 2019 di 14,9 miliardi e sarà “più vicina a 10 miliardi“.
Alla fine del primo trimestre 2019 i crediti deteriorati lordi sono scesi a 37,6 miliardi di euro (in calo di 600 milioni da fine 2018). Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi di gruppo è così diminuito dell’1,9% su base annua attestandosi al 7,6%, con un tasso di copertura del 61,8% nel primo trimestre. Le esposizioni deteriorate core sono scese a 19,8 miliardi, con un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi al 4,1% (-0,7%) e vicino alla media Eba. Il tasso di copertura è rimasto solido al 58,1%. L’esposizione a crediti deteriorati lorda per la parte non core è scesa a 17,7 miliardi, in calo del 22,5% rispetto all’anno precedente e del 4,1% rispetto al trimestre precedente.
Attualmente Unicredit sta per cedere tre portafogli di Npl per un controvalore complessivo di 2,4 miliardi. Si tratta del portafoglio Roma, da 1,4 miliardi di crediti non garantiti, del portafoglio Matera, da 750 milioni di crediti garantiti; e del portafoglio Capri, che comprende 300 milioni di Npl assistiti da garanzie.
Intanto procede l’operazione Sandokan 2, cioé la cessione di un portafoglio di crediti deteriorati costituito soprattutto da unlikley to pay immobiliari, quindi secured, che sarebbe la riedizione del progetto Sandokan, varato nell’autunno 2015, che aveva poi portato il gruppo bancario a cartolarizzare un portafoglio da 1,3 miliardi di euro. Questa volta, però, il portafoglio in questione avrebbe una dimensione maggiore, tra i 2 e i 3 miliardi di euro. L’istituto di credito non dovrebbe lanciare una gara ma rivolgersi direttamente agli interlocutori della prima operazione conclusa a fine 2016, cioè Pimco, Gwm e Finance Roma, tramite la newco Aurora Recovery Capital.
Fonte: BeBeez