In attesa che a Bruxelles ci si metta d’accordo sulla strada da percorrere per risolvere la crisi del credito e il problema degli NPL, il Parlamento italiano si prepara a discutere due proposte di legge, presentate dal Senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, che propongono alcune soluzioni interessanti. La prima proposta di legge riguarda i crediti deteriorati ceduti a terzi e prevede la possibilità per il debitore di riscattare il proprio pacchetto di NPL con modalità concordata e a un valore definito nella procedura già attivata dalla banca. La seconda proposta riguarda le prime case messe all’asta e prevede la possibilità per i proprietari in difficoltà di potersi riappropriare del bene attraverso una procedura concordata con la banca.
“Si tratta di soluzioni pratiche e di buon senso che risolvono, con il consenso del sistema bancario, un dramma sociale come quello abitativo e la ferita aperta da anni nel mondo del credito, e permettono alle persone di tornare in bonis, riprendendo in mano la propria vita, e al Paese di ripartire,” commenta il Senatore Urso intervistato da Credit Village.
Senatore, ci riassume in breve il contenuto delle sue proposte di legge?
Si tratta di due proposte che servono a sanare la grande crisi sociale determinata dalla crisi bancaria creditizia che ha posto in grave difficoltà centinaia di migliaia di persone che, non avendo potuto pagare il credito concesso loro, hanno visto il proprio bene collocato come numero in un veicolo finanziario che è stato poi svenduto dalla banca ad altre società specializzate. Queste società, a volte speculatrici, da una parte approfittano della debolezza delle banche, costrette a liberarsi delle sofferenze sotto l’impulso della BCE, e dall’altra si rivalgono con i loro mezzi sui debitori per cercare di ottenere un guadagno dall’investimento fatto. Quello che proponiamo nella proposta di legge sui crediti deteriorati è che, prima di vendere un credito deteriorato la banca informa il debitore che ha tre mesi di tempo per riscattarlo al prezzo valutato dall’istituto stesso al momento della transizione, cui si aggiunge un 20% in più che rappresenta secondo noi un valore congruo per il mercato. Per fare un esempio concreto, se ho un debito di 100.000 euro, che molto probabilmente è stato ceduto al 15-18% del suo valore, avrò il diritto di riacquistarlo direttamente dalla banca o dal terzo soggetto ad un prezzo che oscilla tra i 18.000 e i 21.600 euro. Se il mio debito è stato ceduto ad un soggetto terzo che ha già avviato un’azione legale per il recupero, potrò riacquistarlo ad un prezzo maggiorato del 40%, invece che del 20%. Questa soluzione produce un vantaggio anche per la società che ha acquistato il credito perché alla fine non potrà guadagnare molto di più.
La proposta di legge sulla prima casa, invece, cosa prevede?
La seconda proposta di legge segue la stessa logica della precedente e prevede la possibilità per il titolare che vede la propria prima casa messa all’asta, di riappropriarsene partendo dal prezzo a base d’asta fissato dal Tribunale e rinegoziando le condizioni del mutuo con la banca. A seguito della pesante crisi economica che ci ha investito, sono centinaia di migliaia le case all’asta che restano invendute, quindi a carico della banca che non sa come liberarsene. In questo modo, attraverso un percorso legislativo chiaro e trasparente, tutti ottengono un vantaggio ed abbiamo la possibilità di arginare il grande problema sociale dell’emergenza abitativa, evitando che si accresca il numero di persone in povertà e ricominciando con una società più sana.
Secondo lei queste proposte di legge incontreranno il favore dell’Europa?
L’altro giorno il presidente della Commissione Finanza e Tesoro Alberto Bagnai si è detto favorevole alle proposte. D’altronde nel parere alla direttiva europea sugli NPL è stato introdotto un concetto che riguarda proprio questi temi. Ora sta al Governo decidere se applicare la direttiva europea o percorrere la strada di una normativa nazionale.
Che impatto si può stimare?
La proposta di legge sui crediti deteriorati consentirebbe a un milione e 260mila persone, la gran parte artigiani e piccoli professionisti, di tornare in bonis liberandosi dalla schiavitù del debito e riprendendo la vita produttiva con un sollievo anche per la banca e ricadute positive per tutto il Paese.
In attesa che a Bruxelles ci si metta d’accordo sulla strada da percorrere per risolvere la crisi del credito e il problema degli NPL, il Parlamento italiano si prepara a discutere due proposte di legge, presentate dal Senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, che propongono alcune soluzioni interessanti. La prima proposta di legge riguarda i crediti deteriorati ceduti a terzi e prevede la possibilità per il debitore di riscattare il proprio pacchetto di NPL con modalità concordata e a un valore definito nella procedura già attivata dalla banca. La seconda proposta riguarda le prime case messe all’asta e prevede la possibilità per i proprietari in difficoltà di potersi riappropriare del bene attraverso una procedura concordata con la banca.
“Si tratta di soluzioni pratiche e di buon senso che risolvono, con il consenso del sistema bancario, un dramma sociale come quello abitativo e la ferita aperta da anni nel mondo del credito, e permettono alle persone di tornare in bonis, riprendendo in mano la propria vita, e al Paese di ripartire,” commenta il Senatore Urso intervistato da Credit Village.
Senatore, ci riassume in breve il contenuto delle sue proposte di legge?
Si tratta di due proposte che servono a sanare la grande crisi sociale determinata dalla crisi bancaria creditizia che ha posto in grave difficoltà centinaia di migliaia di persone che, non avendo potuto pagare il credito concesso loro, hanno visto il proprio bene collocato come numero in un veicolo finanziario che è stato poi svenduto dalla banca ad altre società specializzate. Queste società, a volte speculatrici, da una parte approfittano della debolezza delle banche, costrette a liberarsi delle sofferenze sotto l’impulso della BCE, e dall’altra si rivalgono con i loro mezzi sui debitori per cercare di ottenere un guadagno dall’investimento fatto. Quello che proponiamo nella proposta di legge sui crediti deteriorati è che, prima di vendere un credito deteriorato la banca informa il debitore che ha tre mesi di tempo per riscattarlo al prezzo valutato dall’istituto stesso al momento della transizione, cui si aggiunge un 20% in più che rappresenta secondo noi un valore congruo per il mercato. Per fare un esempio concreto, se ho un debito di 100.000 euro, che molto probabilmente è stato ceduto al 15-18% del suo valore, avrò il diritto di riacquistarlo direttamente dalla banca o dal terzo soggetto ad un prezzo che oscilla tra i 18.000 e i 21.600 euro. Se il mio debito è stato ceduto ad un soggetto terzo che ha già avviato un’azione legale per il recupero, potrò riacquistarlo ad un prezzo maggiorato del 40%, invece che del 20%. Questa soluzione produce un vantaggio anche per la società che ha acquistato il credito perché alla fine non potrà guadagnare molto di più.
La proposta di legge sulla prima casa, invece, cosa prevede?
La seconda proposta di legge segue la stessa logica della precedente e prevede la possibilità per il titolare che vede la propria prima casa messa all’asta, di riappropriarsene partendo dal prezzo a base d’asta fissato dal Tribunale e rinegoziando le condizioni del mutuo con la banca. A seguito della pesante crisi economica che ci ha investito, sono centinaia di migliaia le case all’asta che restano invendute, quindi a carico della banca che non sa come liberarsene. In questo modo, attraverso un percorso legislativo chiaro e trasparente, tutti ottengono un vantaggio ed abbiamo la possibilità di arginare il grande problema sociale dell’emergenza abitativa, evitando che si accresca il numero di persone in povertà e ricominciando con una società più sana.
Secondo lei queste proposte di legge incontreranno il favore dell’Europa?
L’altro giorno il presidente della Commissione Finanza e Tesoro Alberto Bagnai si è detto favorevole alle proposte. D’altronde nel parere alla direttiva europea sugli NPL è stato introdotto un concetto che riguarda proprio questi temi. Ora sta al Governo decidere se applicare la direttiva europea o percorrere la strada di una normativa nazionale.
Che impatto si può stimare?
La proposta di legge sui crediti deteriorati consentirebbe a un milione e 260mila persone, la gran parte artigiani e piccoli professionisti, di tornare in bonis liberandosi dalla schiavitù del debito e riprendendo la vita produttiva con un sollievo anche per la banca e ricadute positive per tutto il Paese.