Il dossier della controllata Finecobank torna sul tavolo di Unicredit. Secondo quanto anticipato su Il Sole 24 Ore oggi in edicola, la banca guidata da Jean Pierre Mustier sta valutando di mettere sul mercato una quota del capitale della propria banca multicanale tramite vendita accelerata. Stamattina, intanto, i cda delle due banche hanno reso noto che cda di UniCredit e di FinecoBank di aver « approvato una serie di azioni e procedure» che pongono le basi per la piena indipendenza di FinecoBank e che consentono a «UniCredit di cogliere qualsiasi opportunità di mercato, anche nel breve termine, in relazione alla sua quota».
Nello specifico, l’accordo prevede la concessione da parte di UniCredit di una garanzia finanziaria a favore di Fineco al fine di neutralizzare l’esposizione al rischio di credito della controllata fino alla scadenza naturale delle obbligazioni di UniCredit nel 2024.
Alla data di ieri, Fineco deteneva circa 8,3 miliardi di euro di obbligazioni UniCredit. Dal punto di vista del capitale regolamentare, l’attuale esposizione di Fineco nei confronti di UniCredit è pari a zero, essendo parte dello stesso gruppo. Le garanzie sono concesse al fine di mantenere sostanzialmente inalterata l’attuale esposizione regolamentare in caso di potenziale uscita futura di Unicredit da Fineco.
UniCredit e Fineco mantengono inoltre in vigore l’attuale contratto di licenza del marchio. L’intesa include anche l’opzione per Fineco di acquistare il marchio in futuro, sulla base di una serie di finestre di esercizio dell’opzione di acquisto stabilite fino al 2032. Il Consiglio di UniCredit si è inoltre impegnato, in caso di eventuale futura uscita di Fineco dal gruppo, a rinunciare a qualsiasi diritto amministrativo – relativo all’eventuale quota residua detenuta in Fineco – a nominare o revocare il board. Tutta l’operazione non prevede impatti significativi sulla redditività né sui coefficienti di adeguatezza patrimoniale di Fineco.
Infine l’operazione, che dovrebbe essere approvata dal cda in calendario domani – in occasione del quale saranno anche validati i conti del trimestre -, prevede a stretto giro la messa in vendita di una quota significativa della realtà attiva anche nel digital banking: a quanto risulta da fonti di mercato, la quota potrebbe aggirarsi tra il 10-15 per cento. Interpellata sul tema, UniCredit non ha rilasciato alcun commento.
Un dato è certo: con un titolo che quota oltre 11 euro, più del doppio del valore a cui piazza Gae Aulenti aveva ceduto altre due quote nell’estate 2016, si profila una elevata plusvalenza.
Fineco, intanto, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto pari a 62,6 milioni (+6,1% anno su anno, -4,6% su quarto trimestre 2018 chiuso 65,6 milioni). I ricavi ammontano a 158,2 milioni (in crescita dell’1,8%) trainati dall’area Investing (+15,2% anno su anno). La raccolta è stata pari a 1.711 milioni (+3% anno su anno).
Autore: Luca Davi e Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore
Il dossier della controllata Finecobank torna sul tavolo di Unicredit. Secondo quanto anticipato su Il Sole 24 Ore oggi in edicola, la banca guidata da Jean Pierre Mustier sta valutando di mettere sul mercato una quota del capitale della propria banca multicanale tramite vendita accelerata. Stamattina, intanto, i cda delle due banche hanno reso noto che cda di UniCredit e di FinecoBank di aver « approvato una serie di azioni e procedure» che pongono le basi per la piena indipendenza di FinecoBank e che consentono a «UniCredit di cogliere qualsiasi opportunità di mercato, anche nel breve termine, in relazione alla sua quota».
Nello specifico, l’accordo prevede la concessione da parte di UniCredit di una garanzia finanziaria a favore di Fineco al fine di neutralizzare l’esposizione al rischio di credito della controllata fino alla scadenza naturale delle obbligazioni di UniCredit nel 2024.
Alla data di ieri, Fineco deteneva circa 8,3 miliardi di euro di obbligazioni UniCredit. Dal punto di vista del capitale regolamentare, l’attuale esposizione di Fineco nei confronti di UniCredit è pari a zero, essendo parte dello stesso gruppo. Le garanzie sono concesse al fine di mantenere sostanzialmente inalterata l’attuale esposizione regolamentare in caso di potenziale uscita futura di Unicredit da Fineco.
UniCredit e Fineco mantengono inoltre in vigore l’attuale contratto di licenza del marchio. L’intesa include anche l’opzione per Fineco di acquistare il marchio in futuro, sulla base di una serie di finestre di esercizio dell’opzione di acquisto stabilite fino al 2032. Il Consiglio di UniCredit si è inoltre impegnato, in caso di eventuale futura uscita di Fineco dal gruppo, a rinunciare a qualsiasi diritto amministrativo – relativo all’eventuale quota residua detenuta in Fineco – a nominare o revocare il board. Tutta l’operazione non prevede impatti significativi sulla redditività né sui coefficienti di adeguatezza patrimoniale di Fineco.
Infine l’operazione, che dovrebbe essere approvata dal cda in calendario domani – in occasione del quale saranno anche validati i conti del trimestre -, prevede a stretto giro la messa in vendita di una quota significativa della realtà attiva anche nel digital banking: a quanto risulta da fonti di mercato, la quota potrebbe aggirarsi tra il 10-15 per cento. Interpellata sul tema, UniCredit non ha rilasciato alcun commento.
Un dato è certo: con un titolo che quota oltre 11 euro, più del doppio del valore a cui piazza Gae Aulenti aveva ceduto altre due quote nell’estate 2016, si profila una elevata plusvalenza.
Fineco, intanto, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto pari a 62,6 milioni (+6,1% anno su anno, -4,6% su quarto trimestre 2018 chiuso 65,6 milioni). I ricavi ammontano a 158,2 milioni (in crescita dell’1,8%) trainati dall’area Investing (+15,2% anno su anno). La raccolta è stata pari a 1.711 milioni (+3% anno su anno).
Autore: Luca Davi e Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore