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Akros: banche, l’M&A è necessario per sopravvivere al fintech

Un lungo studio di Banca Akros sul settore bancario, in vista della settimana dei conti che parte domani con Intesa Sanpaolo, mette in evidenza l’estrema fatica fatta dagli istituti italiani per uscire dalle sabbie mobili della crisi di dieci anni fa. E, proprio nel momento in cui i gruppi stanno ottenendo risultati concreti, l’Italia sprofonda in recessione. E questo andrà a rallentare se non bloccare il consolidamento del settore cui le banche stanno lavorando da tempo, proprio nel momento in cui il fintech avanza aggressivo con costi di struttura nettamente più bassi e quindi la possibilità di fornire ai clienti prezzi concorrenziali.

Gli analisti di Akros spiegano che “le banche italiane hanno compiuto sforzi significativi sul fronte de-risking nei loro bilanci, principalmente attraverso lo smaltimento o la cartolarizzazione degli Npe accumulati durante la recessione”. Hanno infatti tagliato 42 miliardi di euro di crediti deteriorati nel 2017 e quasi 70 miliardi nel 2018, ovvero hanno ridotto lo stock di Npe di oltre il 20% nell’ultimo anno a 200 miliardi di euro (valore di gross book value, lordi), pari a 95 miliardi di euro al netto degli accantonamenti (copertura media del 54,5%). Mentre il rapporto sulle sofferenze lorde è sceso da quasi il 17% del 2015 a al 9% attuale, ma la media resta, scrive Akros, ben al di sopra dei valori registrati in Ue del 3,4%. Le banche italiane prevedono di vendere un altro stock di Npe lordi per 50 miliardi di euro nel corso del 2019.

“Siamo convinti”, spiegano i broker, “che la pulizia dei bilanci delle banche sono il presupposto per avere basi comparabili per valutare correttamente le future operazioni di fusione e acquisizione, così come lo è la stabilizzazione dello spread a livelli sostenibili. Alla fine, i valori delle operazioni saranno definiti dai negoziati su una serie di questioni, a partire dalla governance di vecchi e nuovi gruppi, passando alle potenziali sinergie che possono essere estratte dagli accordi e che culmineranno nelle richieste di autorizzazione del Single Supervisory Mechanism (SSM)” della Bce.

 

Qui Akros sottolinea che “è necessario un consolidamento per far fronte al continuo calo dei margini che caratterizza il settore, nonché per aumentare le economie di scala continuando in tal modo la ristrutturazione dei vecchi modelli di business e affrontare in maniera sostenibile gli investimenti necessari per la regolamentazione, la digitalizzazione e la formazione del personale”.

In tal senso “ritardare le aggregazioni significa ritardare la creazione di valore e questo è particolarmente vero in un contesto economico che si sta indebolendo in tutta Europa e sta tornando alla recessione in Italia. Mentre i tassi di insolvenza sono rimasti molto bassi all’1,7% nel terzo trimestre del 2018, con un 2,8% per i prestiti alle imprese e 1,1% per le famiglie, i livelli aumenteranno nuovamente in un contesto recessivo”. I prestiti alle imprese sono calati solo dell’1,1% a novembre, perché le società hanno sospeso i nuovi investimenti a causa della minore fiducia nell’economia. Dato l’indebolimento della situazione generale europea, la normalizzazione dei tassi a breve termine non è ancora in vista e la crescita dei volumi è stata l’unico elemento a sostegno dei margini di guadagno delle banche finora.

Dato il quadro macro verso un deterioramento, Banca Akros ha tagliato le aspettative di crescita sul fronte del net interest income per il 2019 e per il 2020. Inoltre, la volatilità dei mercati finanziari nel corso dell’ultimo anno ha ridotto la fiducia degli investitori e la loro appetito per le attività più rischiose. Infatti i 40 miliardi di afflussi netti di inizio 2015 si confrontano con i 10 miliardi di deflussi del terzo trimestre del 2018. Di conseguenza i broker hanno ridotto le aspettative sulla crescita delle commissioni nette. Le stime di eps del settore bancario italiano sono calate dell’11% in media.

Domani Intesa Sanpaolo pubblica i conti. Banca Akros prevede un dividendo confermato, che ad oggi ha uno yield di circa il 10%, ricavi per l’intero 2018 a 18,179 miliardi (+4,2% anno su anno), gross operating margin a 8,669 miliardi (+5,3%) e un utile di 4 miliardi (+4,9%). Il rating resta buy, il target price viene rivisto da 2,9 a 2,5 euro per azione. Per Banca Akros Intesa Sanpaolo è Top Pick.


Autore: Elena Dal Maso
Fonte:

Milano Finanza

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