La valutazione del rischio di credito è una parte importante dellanalisi macroprudenziale. In particolare laggregato dei crediti deteriorati (NPLs) rappresenta una misura della probabilità di inadempimento del settore bancario rispetto allesposizione ai prestiti totali. Lelevato rapporto NPL-prestiti complessivi incide sui bilanci e sulla redditività delle banche, rallentando complessivamente la crescita economica. Pertanto i fattori che spiegano il rapporto tra crediti deteriorati ed il totale dei crediti in diversi paesi dellUE ha destato un grande interesse negli ultimi anni. Il rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei prestiti in paesi come lItalia, Portogallo, Romania e Spagna ha iniziato una traiettoria di sostanziale riduzione. NellUnione europea, la riduzione dello stock dei crediti deteriorati è visto, in particolare dalla Germania, come un passo essenziale prima che possano essere fatte ulteriori concessioni circa la condivisione dei rischi, compresa la mutualizzazione, nel quadro dellUnione Bancaria Europea.
In tal senso, pochi progressi sono stati realizzati dallaccordo sul Comitato di Risoluzione Unico (SRB), dal momento che gli ostacoli al raggiungimento di un accordo per un Sistema Europeo dei Depositi rimangono numerosi. I timori che frenano la sua realizzazione sono legati soprattutto al sistema bancario europeo in particolare quello della periferia dellUEM, come evidenziato dalla persistenza del cosiddetto home bias, ovvero la tendenza delle banche ad acquistare titoli di Stato domestici, e da una distribuzione molto irregolare dei crediti deteriorati stessi. Questultimo è attualmente considerato il principale ostacolo al consolidamento di un meccanismo di assicurazione dei depositi che limiterebbe i rischi di liquidità e di solvibilità delle banche. Laspetto positivo è che il processo di riduzione dellindebitamento del sistema bancario della periferia del sud Europa è in corso, principalmente attraverso un intervento istituzionale e governativo (ad esempio, in Italia con laiuto della Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS) (si veda la nota per il Parlamento Europeo, 2018). Tuttavia, la ricerca di rendimenti in un contesto di tassi di interesse bassi e di scarsa crescita, spinge le banche ad investire in titoli di Stato, aumentando cosi la fragilità del sistema bancario nella periferia del sud della zona euro, il che mette il sistema bancario a rischio di un futuro aumento di crediti deteriorati. Questo rischio può concretizzarsi soprattutto nel momento in cui la BCE dovrà, prima o poi, staccare la spina allo stimolo monetario non convenzionale.
Vi è molta incertezza riguardo allattuale stock di NPLs, in quanto la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) ha introdotto solo pochi anni fa un quadro per larmonizzazione dei crediti deteriorati. Sebbene sussistano delle discrepanze circa il livello effettivo dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche europee, i dati della BRI e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sono comunque daccordo circa landamento generale. La letteratura sui crediti deteriorati in Europa identifica in genere diverse determinanti, compresi fattori specifici delle banche, nonché fattori macroeconomici quali crescita del PIL reale. Non emerge, invece, alcuna differenza quando lanalisi è svolta guardando alle diverse determinanti tra centro e periferia delleuro zona.
Per avere un quadro più chiaro circa lentità dellaccumulo e la distribuzione dei crediti deteriorati nellUE, sono state costruite serie trimestrali partendo dagli indicatori di Stabilità Finanziaria del FMI dal primo trimestre 2007 al terzo trimestre 2018, attraverso il controllo incrociato con i dati della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e i dati annuali del FMI/Banca Mondiale.
Confrontando la zona euro con i paesi dellUE non appartenenti allarea delleuro, la qualità del credito ha continuato a migliorare in molti paesi, con diversi punti di svolta nellaccumulo di NPL (tabella 1). Tali punti di svolta sui dati trimestrali devono essere intesi come il punto di svolta dopo il quale è iniziato il processo di ristrutturazione e riduzione dei crediti deteriorati.
Tra questi, si possono identificare tre gruppi di paesi (cfr. anche il Parlamento europeo): un primo gruppo (gruppo 1) con nessun accumulo significativo negli NPL durante lultimo decennio (Belgio, Germania, Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito), un secondo gruppo (gruppo 2) in cui bassi livelli di NPL iniziali sono stati accompagnati da aumenti moderatamente elevati durante la crisi (Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia) e, infine, un terzo gruppo (gruppo 3) in cui i livelli elevati di NPL sono stati osservati dalle prime fasi della crisi e sono rimasti alti fin da allora (Bulgaria, Cipro, Grecia, Croazia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia).
Come si può vedere dalla tabella 1, i paesi storicamente con NPL bassi hanno continuato ad accumularli per ultimi, Lussemburgo e Finlandia con minime variazioni marginali sui rapporti NPL/prestiti totali (gruppo 1, in verde). I paesi che hanno subito aumenti moderati, tuttavia, hanno iniziato il deleveraging abbastanza presto, con la Repubblica Ceca a chiudere (gruppo 2, in giallo). Tra il terzo gruppo, i paesi che hanno iniziato la riduzione dei crediti deteriorati tardi rimangono i più problematici: questi paesi sono concentrati nella seconda metà del campione. Ora che la ristrutturazione degli NPL è iniziata, in particolare con diminuzioni molto sostenute in paesi come Italia, Portogallo, Romania e Spagna, si sente meno il bisogno di discutere di queste esperienze, e in particolare di quali lezioni si possono apprendere dai paesi dellEuropa Orientale. Tuttavia, nonostante il miglioramento generale (e in alcuni casi tardivo), i crediti deteriorati restano molto persistenti soprattutto in alcuni paesi dellUE.
Tabella 1: Punti di svolta nellaccumulo del rapporto NPL (ordinati per trimestre)
Nota: I picchi sono stati ottenuti utilizzando lAlgoritmo Bry-Boschan modificato da Harding e Pagan per i dati trimestrali.
Lesperienza della Periferia del Sud dellUE
Per alcuni paesi dellEuropa meridionale dellarea delleuro, il rapporto NPL-prestiti complessivi è ancora lontano dalla media UE: per esempio, nel terzo trimestre del 2018 lItalia aveva un rapporto di 9.45% (11.1% alla fine del 2017), la Grecia del 43.4%, e il Portogallo del 12% secondo la relazione di valutazione del rischio da parte dellAutorità Bancaria Europea (EBA) dello scorso Dicembre. Tra i paesi della periferia meridionale, la Spagna in particolare ha iniziato la riduzione degli NPL dopo aver raggiunto un picco del 13,6% nel Dicembre 2013. Il rapporto NPL spagnolo è arrivato a circa 4.1% nel terzo trimestre del 2018, da 4.5% alla fine del 2017. La ragione del calo recente è dovuta principalmente dalla vendita di distressed debt.
Nel terzo trimestre del 2018, il rapporto NPL-prestiti totali in Europa era al 3.4%, o 714.3 miliardi euro, rispetto al 4.1%, ovvero 814.5 miliardi euro, nel quarto trimestre del 2017. Tale rapporto NPL-prestiti totali è divenuto nuovamente il più basso dal 2014 quando il volume totale era di 1,17 miliardi di euro, equivalente ad rapporto NPL del 6,5%, secondo la Relazione sulla valutazione dei rischi della EBA del Dicembre 2018.
Nonostante i recenti progressi nellUE, il rapporto NPL rimane elevato rispetto ad altre economie sviluppate come il Giappone (1,2%) e gli Stati Uniti (1,1%), seppur lattesa è che lo smaltimento dei crediti deteriorati nellUE continui (Figura 1).
Oltre alla cessione sul mercato dei crediti deteriorati, un altro canale attraverso il quale i paesi dellEuropa meridionale hanno diminuito il loro rapporto NPL-prestiti complessivi è stata la ristrutturazione del settore bancario, come nei casi di Spagna, Cipro e Grecia (in questultimo caso, 12 banche sono state liquidate) .
Figura 1:
a) Rapporti NPL al valore massimo prima della ristrutturazione
b) Rapporti NPL nel 2018
Nota: Calcoli degli autori sulla base dei risultati della tabella 1 e dei dati trimestrali del FMI
Su un mercato complessivo per le cessioni dei crediti deteriorati di 205,1 miliardi euro in valore contabile lordo e 142 operazioni nel 2018 un anno record rispetto ai 144 miliardi di euro nel 2017 e 107 miliardi euro nel 2016 lItalia è stata la capolista con 64 operazioni di vendite di NPL per un controvalore di 103,6 miliardi di euro. In Italia, quasi la metà di queste operazioni è stata realizzata tramite cartolarizzazioni garantite dalla Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS). La Spagna segue con cessioni per 43,2 miliardi di euro in NPLs attraverso 27 deals ; di seguito, la Grecia con 8 cessioni di NPLs per un volume totale di 13,9 miliardi di euro, poi il Portogallo con 16 deals pari complessivamente a circa 8 miliardi euro, e, infine, Cipro con 2 vendite dal valore di 2,9 miliardi di euro. In Spagna, in particolare, si è fatto ricorso ad una bad bank (SAREB), sul modello dellIrlandese NAMA.
Lesperienza della Periferia dellEst dellUE
Lesperienza della periferia dellEst dellUE è stata solo in parte simile ai paesi del sud Europa , con Bulgaria, Romania Croazia e Slovenia che si trovano nello stesso gruppo di paesi dellUE con livelli elevati di NPL pre-crisi e post-crisi. La maggior parte dei paesi della periferia dellEst dellUE si trova nel gruppo con bassi livelli di NPL iniziali (Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia).
In termini assoluti, la quota delle filiali bancarie nella periferia orientale che indica un aumento degli NPL nel 2017, è scesa al di sotto del 10% rispetto al 60% nel 2013, anno in cui paesi tra cui la Romania, la Slovenia e la Bulgaria avevano registrato crediti deteriorati superiori al 20% del totale. Al contrario, in Ungheria e Croazia i numeri dei crediti deteriorati sono rimasti alti, seppur al di sotto del 20%. Tuttavia, la lotta contro gli NPL rimane una priorità anche in questa zona dellUE. Le notevoli riduzioni degli stock negli ultimi quattro anni hanno comportato una variazione significativa allinterno della regione. La maggior parte dei paesi ha raggiunto un basso rapporto NPLs; e lunico mercato in cui i rapporti NPL sono rimasti a due cifre nel 2018 era Croazia (circa l11%).
Tali riduzioni dei crediti deteriorati sono state rese possibili grazie a modifiche legislative e regolamentari (come nel caso della Romania), allaumento delle cancellazioni e allo smaltimento dei crediti deteriorati, nonché alla crescente propensione al mercato per gli impaired assets. Inoltre, le vendite di crediti deteriorati nei mercati secondari hanno avuto luogo in paesi come lUngheria principalmente nel settore ipotecario, la Croazia (UniCredit ha venduto un portafoglio di 448 milioni euro di NPLs croati allo Specialista Ceco APS Holding), e la Romania (un consorzio di Banca, AnaCap e APS ha acquistato un portafoglio di 360 milioni euro NPL da Alpha Bank Romania).
Un altro motivo dietro al miglioramento della performance dei crediti deteriorati nella periferia orientale dellUE è attribuibile in parte allIniziativa di Vienna, attualmente alla sua seconda versione, la quale recentemente ha celebrato il suo Decimo Anniversario e rappresenta un progetto comune tra la BERS (Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo), membro fondatore, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e altre istituzioni finanziarie internazionali.
Lobiettivo delliniziativa era quello di sostenere la stabilità finanziaria nellEuropa dellEst, incluso laiuto alla risoluzione e alla vendita dei crediti deteriorati questultimo introdotto con lIniziativa di Vienna II voluta per evitare il rischio di minaccia alla stabilità finanziaria della periferia orientale dellEst. A minacciare la stabilità finanziaria della periferia dellEst sono diversi fattori quali (i) la struttura proprietaria delle banche dellEuropa dellEst con una forte presenza estera, (II) un numero esiguo di operatori bancari e (III) una struttura basata su finanziamenti allingrosso a breve termine. Più nel dettaglio, alcuni contributi recenti hanno evidenziato che per la periferia orientale dellUE è la dipendenza del sistema bancario sui mercati allingrosso, piuttosto che la dipendenza da grandi gruppi stranieri, a determinare la stabilità bancaria della regione.
Nonostante il successo dellIniziativa di Vienna, il ritmo delle cessioni di crediti deteriorati nella periferia orientale ha recentemente rallentato con i volumi che sono diminuiti da un record di 7 miliardi di euro registrato nel 2017 a circa 3,3 miliardi euro nel 2018. Una parte del rallentamento del calo dello smaltimento dei crediti deteriorati nella periferia orientale dellUE è dovuta ai fattori sul lato della domanda, in quanto gli operatori internazionali si sono concentrati sui Paesi della periferia nel Sud dellUE (il valore degli stock di NPL in Grecia e Cipro, pari a 124 miliardi euro, ammontano a oltre il doppio della totalità di NPLs nella periferia orientale, circa 46 miliardi euro), e in parte a fattori sul lato dellofferta, in quanto i crediti deteriorati si sono generalmente ridotti nella regione.
Al fine di rilanciare linteresse dei mercati nellEuropa centro-orientale, così come nel Sud-Est Europa, Grecia, Cipro e Turchia, la BERS ha approvato nel 2017 un piano da 300 milioni di euro di finanziamenti per coinvestire in progetti per lo smaltimento degli NPL sotto forma di un quadro di Risoluzione degli NPL prevedendo, in particolare, partecipazioni dirette fino al 15% nella gestione di crediti deteriorati, investimenti azionari in portafogli NPL in partenariato con il settore privato, e una struttura di acquisizione degli NPL. I primi due investimenti co-partecipati dalla BERS si sono per ora concentrati sulla Grecia.
Cosa attendersi?
Per la maggior parte dei paesi dellUE (partecipanti e non allUnione Bancaria), laccumulo di crediti deteriorati è iniziato tra gli ultimi trimestri del 2009 e il primo trimestre del 2010 principalmente a causa di pesanti vincoli fiscali in paesi con disavanzi di bilancio. Lalto debito pubblico ha alimentato un feedback negativo tra il debito sovrano e quello delle banche al punto che, nel caso della Spagna, è diventato necessario ricorrere a un supporto europeo. Da allora, il quadro europeo si è spostato nella direzione del bail-in e di maggiori garanzie reciproche.
Guardando in prospettiva, i responsabili politici nazionali e dellUE non hanno riconosciuto tempestivamente le ricadute e il peso dei crediti deteriorati sui prestiti e sulleconomia in generale. Così, la situazione ha continuato a peggiorare in diversi paesi appartenenti principalmente alla periferia del Sud Europa , dove la riduzione dellindebitamento è iniziato tardi. Fortunatamente, i mercati hanno trovato una soluzione (cfr. il quadro di valutazione sugli aiuti di stato della Commissione europea).
I governi nazionali hanno inoltre intensificato i loro sforzi, anche attraverso obiettivi quantitativi sulla risoluzione dei crediti deteriorati (come nel caso dellIrlanda), ladozione di codici di condotta tra banche e clienti indebitati (Grecia e Cipro), una revisione della gestione da parte delle banche degli NPL (che ha portato, tra le altre cose, alla creazione di unità di ristrutturazione interna in tutte le grandi banche greche), nonché a riforme volte a garantire un funzionamento più agevole dei mercati per collaterali (meccanismi dasta) e la creazione di procedure extragiudiziali (come nel caso di Italia e Grecia).
A livello europeo, lapproccio normativo relativo al trattamento degli NPL si è certamente evoluto negli ultimi anni. Ad esempio, nellarea delleuro, il meccanismo di vigilanza unico (SSM) mira a garantire che le banche dispongano di risorse adeguate per la gestione dei loro crediti deteriorati.
Anche se, in linea di principio, si è registrato un auspicato cambiamento di politica nella direzione della creazione di un quadro giuridico e istituzionale per la gestione a lungo termine dei crediti deteriorati a livello dellUE, con un ampio coinvolgimento delle istituzioni, delle agenzie Europee e delle banche, gli Stati membri, sono rimasti in primo luogo responsabili della riduzione dei crediti deteriorati e della prevenzione di futuri build-up.
Attualmente, lo sviluppo di una politica a livello dellUE per il trattamento dei crediti deteriorati rientra in un piano dazione più ampio per completare lUnione Bancaria e creare lUnione dei Mercati dei Capitali. La vigilanza bancaria, compresa la revisione dei requisiti esistenti in materia di adeguatezza patrimoniale, la creazione di mercati secondari per i crediti deteriorati, la riforma del diritto fallimentare e del recupero del debito e la ristrutturazione del settore bancario sono al centro dei lavori della Commissione Europea. Queste operazioni stanno avvenendo molto spesso in sinergia con altre istituzioni e agenzie dellUE, gli Stati membri e le autorità nazionali competenti.
Vi sono inoltre iniziative pertinenti per la creazione di società di gestione patrimoniale e misure volte a migliorare la trasparenza dei crediti deteriorati in Europa. Tutte queste misure indicano un approccio al trattamento dei crediti deteriorati che mira ad essere sia proattivo che reattivo. Non solo tali misure mirano a ridurre gli NPL, ma anche a prevenire il loro accumulo futuro ed evitarne le vendite massicce. Tuttavia, nonostante la spinta legislativa e regolamentare, lattuazione (e il costo) di tali misure è rimasta per lo più a livello nazionale.
Nellarea delleuro, la mancanza di garanzie reciproche e la volontà di fornirle solamente ai paesi che hanno raggiunto bassi livelli di NPL non rappresenta un buon segnale per i paesi che fanno parte dellUnione Bancaria, e ancor meno per gli aspiranti membri, la cui ristrutturazione di NPL è passata attraverso la politica di sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali sotto forma delliniziativa di Vienna II. È interessante notare che tale sostegno internazionale si sia anche tradotto in uno strumento diverso, un esplicito Quadro di risoluzione degli NPL.
Come parte di questa iniziativa, la BERS ha effettuato un primo investimento in un portafoglio di prestiti non-performing di Alpha Bank, una banca greca, con un contributo di 25 milioni di euro. Un investimento minore (15 milioni) è stato recentemente approvato in favore di unaltra banca greca, Pireus, ed esistono attualmente piani per estendere tale quadro di risoluzione anche per Cipro.
Queste transazioni sono le prime nel quadro più ampio di una strategia che prevede 300 milioni di euro per sostenere gli sforzi nazionali allo scopo di risolvere gli elevati livelli di NPL in molti dei paesi di operazione della BERS; incluse Cipro e Grecia. Dal punto di vista dei mercati, sembra dunque opportuno disporre di un quadro di risoluzione sovranazionale in materia di NPL, dato che le banche greche, insieme a quelle di Cipro, hanno i più alti rapporti di esposizione ai crediti deteriorati in Europa (Figura 1).
In altre parole, mentre i mercati e il settore bancario si sono adattati, la politica dellUE non lo ha fatto completamente. Questo ritardo non è un buon segnale per lUnione bancaria stessa. La futura espansione dellarea delleuro attraverso lapertura a nuovi membri è ancora considerata economicamente e politicamente auspicabile, un trattamento degli NPL così miope potrebbe dunque rappresentare un ostacolo. Anche se molto dipenderà dalle future dinamiche tra il nuovo presidente della BCE e il Consiglio direttivo dei 23 membri dellUE, assistiamo a due tendenze politiche. Da un lato, lUnione bancaria è considerata necessaria per prevenire accumuli futuri di NPL; quindi un suo ruolo preventivo.
Dallaltro lato, una Risoluzione europea e un accordo sullassicurazione comune dei depositi europei sono rallentati dalla mancanza di forza di volontà di alcuni Stati membri nel fornire garanzie reciproche a priori. In altre parole, allUnione bancaria non viene riconosciuto alcun ruolo correttivo (seguendo lesempio di ciò che il quadro di risoluzione NPL concordato per la Grecia dalla BERS sta facendo, per esempio). In altre parole, raggiungere e mantenere bassi livelli di rischio di credito è ritenuto un passaggio necessario per la mutualizzazione delle risorse a livello dell Unione Bancaria.
Dato il noto legame tra crediti deteriorati e crescita, ridurre e per lo più mantenere gli NPL bassi sarà impegnativo per quei paesi UE che attualmente sperimentano tassi di crescita inferiori alla media europea, tra le incertezze della Brexit, la guerra commerciale USA-Cina, nonché i bassi tassi di interesse. Tali incertezze rischiano di rallentare nuovamente il completamento dellUnione Bancaria Europea. Nellassenza di una volontà degli stati membri di procedere verso un ruolo correttivo dellUnione Bancaria, la questione riguardante i crediti deteriorati rimane quindi per lo più politica e più urgente che mai.
Autore: Corrado Macchiarelli, Renato Giacon
Fonte:
Econopoly
crediti deteriorati – npl – unione bancaria europea – ue
La valutazione del rischio di credito è una parte importante dellanalisi macroprudenziale. In particolare laggregato dei crediti deteriorati (NPLs) rappresenta una misura della probabilità di inadempimento del settore bancario rispetto allesposizione ai prestiti totali. Lelevato rapporto NPL-prestiti complessivi incide sui bilanci e sulla redditività delle banche, rallentando complessivamente la crescita economica. Pertanto i fattori che spiegano il rapporto tra crediti deteriorati ed il totale dei crediti in diversi paesi dellUE ha destato un grande interesse negli ultimi anni. Il rapporto tra crediti deteriorati e il totale dei prestiti in paesi come lItalia, Portogallo, Romania e Spagna ha iniziato una traiettoria di sostanziale riduzione. NellUnione europea, la riduzione dello stock dei crediti deteriorati è visto, in particolare dalla Germania, come un passo essenziale prima che possano essere fatte ulteriori concessioni circa la condivisione dei rischi, compresa la mutualizzazione, nel quadro dellUnione Bancaria Europea.
In tal senso, pochi progressi sono stati realizzati dallaccordo sul Comitato di Risoluzione Unico (SRB), dal momento che gli ostacoli al raggiungimento di un accordo per un Sistema Europeo dei Depositi rimangono numerosi. I timori che frenano la sua realizzazione sono legati soprattutto al sistema bancario europeo in particolare quello della periferia dellUEM, come evidenziato dalla persistenza del cosiddetto home bias, ovvero la tendenza delle banche ad acquistare titoli di Stato domestici, e da una distribuzione molto irregolare dei crediti deteriorati stessi. Questultimo è attualmente considerato il principale ostacolo al consolidamento di un meccanismo di assicurazione dei depositi che limiterebbe i rischi di liquidità e di solvibilità delle banche. Laspetto positivo è che il processo di riduzione dellindebitamento del sistema bancario della periferia del sud Europa è in corso, principalmente attraverso un intervento istituzionale e governativo (ad esempio, in Italia con laiuto della Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS) (si veda la nota per il Parlamento Europeo, 2018). Tuttavia, la ricerca di rendimenti in un contesto di tassi di interesse bassi e di scarsa crescita, spinge le banche ad investire in titoli di Stato, aumentando cosi la fragilità del sistema bancario nella periferia del sud della zona euro, il che mette il sistema bancario a rischio di un futuro aumento di crediti deteriorati. Questo rischio può concretizzarsi soprattutto nel momento in cui la BCE dovrà, prima o poi, staccare la spina allo stimolo monetario non convenzionale.
Vi è molta incertezza riguardo allattuale stock di NPLs, in quanto la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) ha introdotto solo pochi anni fa un quadro per larmonizzazione dei crediti deteriorati. Sebbene sussistano delle discrepanze circa il livello effettivo dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche europee, i dati della BRI e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sono comunque daccordo circa landamento generale. La letteratura sui crediti deteriorati in Europa identifica in genere diverse determinanti, compresi fattori specifici delle banche, nonché fattori macroeconomici quali crescita del PIL reale. Non emerge, invece, alcuna differenza quando lanalisi è svolta guardando alle diverse determinanti tra centro e periferia delleuro zona.
Per avere un quadro più chiaro circa lentità dellaccumulo e la distribuzione dei crediti deteriorati nellUE, sono state costruite serie trimestrali partendo dagli indicatori di Stabilità Finanziaria del FMI dal primo trimestre 2007 al terzo trimestre 2018, attraverso il controllo incrociato con i dati della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e i dati annuali del FMI/Banca Mondiale.
Confrontando la zona euro con i paesi dellUE non appartenenti allarea delleuro, la qualità del credito ha continuato a migliorare in molti paesi, con diversi punti di svolta nellaccumulo di NPL (tabella 1). Tali punti di svolta sui dati trimestrali devono essere intesi come il punto di svolta dopo il quale è iniziato il processo di ristrutturazione e riduzione dei crediti deteriorati.
Tra questi, si possono identificare tre gruppi di paesi (cfr. anche il Parlamento europeo): un primo gruppo (gruppo 1) con nessun accumulo significativo negli NPL durante lultimo decennio (Belgio, Germania, Danimarca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito), un secondo gruppo (gruppo 2) in cui bassi livelli di NPL iniziali sono stati accompagnati da aumenti moderatamente elevati durante la crisi (Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia) e, infine, un terzo gruppo (gruppo 3) in cui i livelli elevati di NPL sono stati osservati dalle prime fasi della crisi e sono rimasti alti fin da allora (Bulgaria, Cipro, Grecia, Croazia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo, Romania, Slovenia).
Come si può vedere dalla tabella 1, i paesi storicamente con NPL bassi hanno continuato ad accumularli per ultimi, Lussemburgo e Finlandia con minime variazioni marginali sui rapporti NPL/prestiti totali (gruppo 1, in verde). I paesi che hanno subito aumenti moderati, tuttavia, hanno iniziato il deleveraging abbastanza presto, con la Repubblica Ceca a chiudere (gruppo 2, in giallo). Tra il terzo gruppo, i paesi che hanno iniziato la riduzione dei crediti deteriorati tardi rimangono i più problematici: questi paesi sono concentrati nella seconda metà del campione. Ora che la ristrutturazione degli NPL è iniziata, in particolare con diminuzioni molto sostenute in paesi come Italia, Portogallo, Romania e Spagna, si sente meno il bisogno di discutere di queste esperienze, e in particolare di quali lezioni si possono apprendere dai paesi dellEuropa Orientale. Tuttavia, nonostante il miglioramento generale (e in alcuni casi tardivo), i crediti deteriorati restano molto persistenti soprattutto in alcuni paesi dellUE.
Tabella 1: Punti di svolta nellaccumulo del rapporto NPL (ordinati per trimestre)
Nota: I picchi sono stati ottenuti utilizzando lAlgoritmo Bry-Boschan modificato da Harding e Pagan per i dati trimestrali.
Lesperienza della Periferia del Sud dellUE
Per alcuni paesi dellEuropa meridionale dellarea delleuro, il rapporto NPL-prestiti complessivi è ancora lontano dalla media UE: per esempio, nel terzo trimestre del 2018 lItalia aveva un rapporto di 9.45% (11.1% alla fine del 2017), la Grecia del 43.4%, e il Portogallo del 12% secondo la relazione di valutazione del rischio da parte dellAutorità Bancaria Europea (EBA) dello scorso Dicembre. Tra i paesi della periferia meridionale, la Spagna in particolare ha iniziato la riduzione degli NPL dopo aver raggiunto un picco del 13,6% nel Dicembre 2013. Il rapporto NPL spagnolo è arrivato a circa 4.1% nel terzo trimestre del 2018, da 4.5% alla fine del 2017. La ragione del calo recente è dovuta principalmente dalla vendita di distressed debt.
Nel terzo trimestre del 2018, il rapporto NPL-prestiti totali in Europa era al 3.4%, o 714.3 miliardi euro, rispetto al 4.1%, ovvero 814.5 miliardi euro, nel quarto trimestre del 2017. Tale rapporto NPL-prestiti totali è divenuto nuovamente il più basso dal 2014 quando il volume totale era di 1,17 miliardi di euro, equivalente ad rapporto NPL del 6,5%, secondo la Relazione sulla valutazione dei rischi della EBA del Dicembre 2018.
Nonostante i recenti progressi nellUE, il rapporto NPL rimane elevato rispetto ad altre economie sviluppate come il Giappone (1,2%) e gli Stati Uniti (1,1%), seppur lattesa è che lo smaltimento dei crediti deteriorati nellUE continui (Figura 1).
Oltre alla cessione sul mercato dei crediti deteriorati, un altro canale attraverso il quale i paesi dellEuropa meridionale hanno diminuito il loro rapporto NPL-prestiti complessivi è stata la ristrutturazione del settore bancario, come nei casi di Spagna, Cipro e Grecia (in questultimo caso, 12 banche sono state liquidate) .
Figura 1:
a) Rapporti NPL al valore massimo prima della ristrutturazione
b) Rapporti NPL nel 2018
Nota: Calcoli degli autori sulla base dei risultati della tabella 1 e dei dati trimestrali del FMI
Su un mercato complessivo per le cessioni dei crediti deteriorati di 205,1 miliardi euro in valore contabile lordo e 142 operazioni nel 2018 un anno record rispetto ai 144 miliardi di euro nel 2017 e 107 miliardi euro nel 2016 lItalia è stata la capolista con 64 operazioni di vendite di NPL per un controvalore di 103,6 miliardi di euro. In Italia, quasi la metà di queste operazioni è stata realizzata tramite cartolarizzazioni garantite dalla Garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS). La Spagna segue con cessioni per 43,2 miliardi di euro in NPLs attraverso 27 deals ; di seguito, la Grecia con 8 cessioni di NPLs per un volume totale di 13,9 miliardi di euro, poi il Portogallo con 16 deals pari complessivamente a circa 8 miliardi euro, e, infine, Cipro con 2 vendite dal valore di 2,9 miliardi di euro. In Spagna, in particolare, si è fatto ricorso ad una bad bank (SAREB), sul modello dellIrlandese NAMA.
Lesperienza della Periferia dellEst dellUE
Lesperienza della periferia dellEst dellUE è stata solo in parte simile ai paesi del sud Europa , con Bulgaria, Romania Croazia e Slovenia che si trovano nello stesso gruppo di paesi dellUE con livelli elevati di NPL pre-crisi e post-crisi. La maggior parte dei paesi della periferia dellEst dellUE si trova nel gruppo con bassi livelli di NPL iniziali (Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia).
In termini assoluti, la quota delle filiali bancarie nella periferia orientale che indica un aumento degli NPL nel 2017, è scesa al di sotto del 10% rispetto al 60% nel 2013, anno in cui paesi tra cui la Romania, la Slovenia e la Bulgaria avevano registrato crediti deteriorati superiori al 20% del totale. Al contrario, in Ungheria e Croazia i numeri dei crediti deteriorati sono rimasti alti, seppur al di sotto del 20%. Tuttavia, la lotta contro gli NPL rimane una priorità anche in questa zona dellUE. Le notevoli riduzioni degli stock negli ultimi quattro anni hanno comportato una variazione significativa allinterno della regione. La maggior parte dei paesi ha raggiunto un basso rapporto NPLs; e lunico mercato in cui i rapporti NPL sono rimasti a due cifre nel 2018 era Croazia (circa l11%).
Tali riduzioni dei crediti deteriorati sono state rese possibili grazie a modifiche legislative e regolamentari (come nel caso della Romania), allaumento delle cancellazioni e allo smaltimento dei crediti deteriorati, nonché alla crescente propensione al mercato per gli impaired assets. Inoltre, le vendite di crediti deteriorati nei mercati secondari hanno avuto luogo in paesi come lUngheria principalmente nel settore ipotecario, la Croazia (UniCredit ha venduto un portafoglio di 448 milioni euro di NPLs croati allo Specialista Ceco APS Holding), e la Romania (un consorzio di Banca, AnaCap e APS ha acquistato un portafoglio di 360 milioni euro NPL da Alpha Bank Romania).
Un altro motivo dietro al miglioramento della performance dei crediti deteriorati nella periferia orientale dellUE è attribuibile in parte allIniziativa di Vienna, attualmente alla sua seconda versione, la quale recentemente ha celebrato il suo Decimo Anniversario e rappresenta un progetto comune tra la BERS (Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo), membro fondatore, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e altre istituzioni finanziarie internazionali.
Lobiettivo delliniziativa era quello di sostenere la stabilità finanziaria nellEuropa dellEst, incluso laiuto alla risoluzione e alla vendita dei crediti deteriorati questultimo introdotto con lIniziativa di Vienna II voluta per evitare il rischio di minaccia alla stabilità finanziaria della periferia orientale dellEst. A minacciare la stabilità finanziaria della periferia dellEst sono diversi fattori quali (i) la struttura proprietaria delle banche dellEuropa dellEst con una forte presenza estera, (II) un numero esiguo di operatori bancari e (III) una struttura basata su finanziamenti allingrosso a breve termine. Più nel dettaglio, alcuni contributi recenti hanno evidenziato che per la periferia orientale dellUE è la dipendenza del sistema bancario sui mercati allingrosso, piuttosto che la dipendenza da grandi gruppi stranieri, a determinare la stabilità bancaria della regione.
Nonostante il successo dellIniziativa di Vienna, il ritmo delle cessioni di crediti deteriorati nella periferia orientale ha recentemente rallentato con i volumi che sono diminuiti da un record di 7 miliardi di euro registrato nel 2017 a circa 3,3 miliardi euro nel 2018. Una parte del rallentamento del calo dello smaltimento dei crediti deteriorati nella periferia orientale dellUE è dovuta ai fattori sul lato della domanda, in quanto gli operatori internazionali si sono concentrati sui Paesi della periferia nel Sud dellUE (il valore degli stock di NPL in Grecia e Cipro, pari a 124 miliardi euro, ammontano a oltre il doppio della totalità di NPLs nella periferia orientale, circa 46 miliardi euro), e in parte a fattori sul lato dellofferta, in quanto i crediti deteriorati si sono generalmente ridotti nella regione.
Al fine di rilanciare linteresse dei mercati nellEuropa centro-orientale, così come nel Sud-Est Europa, Grecia, Cipro e Turchia, la BERS ha approvato nel 2017 un piano da 300 milioni di euro di finanziamenti per coinvestire in progetti per lo smaltimento degli NPL sotto forma di un quadro di Risoluzione degli NPL prevedendo, in particolare, partecipazioni dirette fino al 15% nella gestione di crediti deteriorati, investimenti azionari in portafogli NPL in partenariato con il settore privato, e una struttura di acquisizione degli NPL. I primi due investimenti co-partecipati dalla BERS si sono per ora concentrati sulla Grecia.
Cosa attendersi?
Per la maggior parte dei paesi dellUE (partecipanti e non allUnione Bancaria), laccumulo di crediti deteriorati è iniziato tra gli ultimi trimestri del 2009 e il primo trimestre del 2010 principalmente a causa di pesanti vincoli fiscali in paesi con disavanzi di bilancio. Lalto debito pubblico ha alimentato un feedback negativo tra il debito sovrano e quello delle banche al punto che, nel caso della Spagna, è diventato necessario ricorrere a un supporto europeo. Da allora, il quadro europeo si è spostato nella direzione del bail-in e di maggiori garanzie reciproche.
Guardando in prospettiva, i responsabili politici nazionali e dellUE non hanno riconosciuto tempestivamente le ricadute e il peso dei crediti deteriorati sui prestiti e sulleconomia in generale. Così, la situazione ha continuato a peggiorare in diversi paesi appartenenti principalmente alla periferia del Sud Europa , dove la riduzione dellindebitamento è iniziato tardi. Fortunatamente, i mercati hanno trovato una soluzione (cfr. il quadro di valutazione sugli aiuti di stato della Commissione europea).
I governi nazionali hanno inoltre intensificato i loro sforzi, anche attraverso obiettivi quantitativi sulla risoluzione dei crediti deteriorati (come nel caso dellIrlanda), ladozione di codici di condotta tra banche e clienti indebitati (Grecia e Cipro), una revisione della gestione da parte delle banche degli NPL (che ha portato, tra le altre cose, alla creazione di unità di ristrutturazione interna in tutte le grandi banche greche), nonché a riforme volte a garantire un funzionamento più agevole dei mercati per collaterali (meccanismi dasta) e la creazione di procedure extragiudiziali (come nel caso di Italia e Grecia).
A livello europeo, lapproccio normativo relativo al trattamento degli NPL si è certamente evoluto negli ultimi anni. Ad esempio, nellarea delleuro, il meccanismo di vigilanza unico (SSM) mira a garantire che le banche dispongano di risorse adeguate per la gestione dei loro crediti deteriorati.
Anche se, in linea di principio, si è registrato un auspicato cambiamento di politica nella direzione della creazione di un quadro giuridico e istituzionale per la gestione a lungo termine dei crediti deteriorati a livello dellUE, con un ampio coinvolgimento delle istituzioni, delle agenzie Europee e delle banche, gli Stati membri, sono rimasti in primo luogo responsabili della riduzione dei crediti deteriorati e della prevenzione di futuri build-up.
Attualmente, lo sviluppo di una politica a livello dellUE per il trattamento dei crediti deteriorati rientra in un piano dazione più ampio per completare lUnione Bancaria e creare lUnione dei Mercati dei Capitali. La vigilanza bancaria, compresa la revisione dei requisiti esistenti in materia di adeguatezza patrimoniale, la creazione di mercati secondari per i crediti deteriorati, la riforma del diritto fallimentare e del recupero del debito e la ristrutturazione del settore bancario sono al centro dei lavori della Commissione Europea. Queste operazioni stanno avvenendo molto spesso in sinergia con altre istituzioni e agenzie dellUE, gli Stati membri e le autorità nazionali competenti.
Vi sono inoltre iniziative pertinenti per la creazione di società di gestione patrimoniale e misure volte a migliorare la trasparenza dei crediti deteriorati in Europa. Tutte queste misure indicano un approccio al trattamento dei crediti deteriorati che mira ad essere sia proattivo che reattivo. Non solo tali misure mirano a ridurre gli NPL, ma anche a prevenire il loro accumulo futuro ed evitarne le vendite massicce. Tuttavia, nonostante la spinta legislativa e regolamentare, lattuazione (e il costo) di tali misure è rimasta per lo più a livello nazionale.
Nellarea delleuro, la mancanza di garanzie reciproche e la volontà di fornirle solamente ai paesi che hanno raggiunto bassi livelli di NPL non rappresenta un buon segnale per i paesi che fanno parte dellUnione Bancaria, e ancor meno per gli aspiranti membri, la cui ristrutturazione di NPL è passata attraverso la politica di sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali sotto forma delliniziativa di Vienna II. È interessante notare che tale sostegno internazionale si sia anche tradotto in uno strumento diverso, un esplicito Quadro di risoluzione degli NPL.
Come parte di questa iniziativa, la BERS ha effettuato un primo investimento in un portafoglio di prestiti non-performing di Alpha Bank, una banca greca, con un contributo di 25 milioni di euro. Un investimento minore (15 milioni) è stato recentemente approvato in favore di unaltra banca greca, Pireus, ed esistono attualmente piani per estendere tale quadro di risoluzione anche per Cipro.
Queste transazioni sono le prime nel quadro più ampio di una strategia che prevede 300 milioni di euro per sostenere gli sforzi nazionali allo scopo di risolvere gli elevati livelli di NPL in molti dei paesi di operazione della BERS; incluse Cipro e Grecia. Dal punto di vista dei mercati, sembra dunque opportuno disporre di un quadro di risoluzione sovranazionale in materia di NPL, dato che le banche greche, insieme a quelle di Cipro, hanno i più alti rapporti di esposizione ai crediti deteriorati in Europa (Figura 1).
In altre parole, mentre i mercati e il settore bancario si sono adattati, la politica dellUE non lo ha fatto completamente. Questo ritardo non è un buon segnale per lUnione bancaria stessa. La futura espansione dellarea delleuro attraverso lapertura a nuovi membri è ancora considerata economicamente e politicamente auspicabile, un trattamento degli NPL così miope potrebbe dunque rappresentare un ostacolo. Anche se molto dipenderà dalle future dinamiche tra il nuovo presidente della BCE e il Consiglio direttivo dei 23 membri dellUE, assistiamo a due tendenze politiche. Da un lato, lUnione bancaria è considerata necessaria per prevenire accumuli futuri di NPL; quindi un suo ruolo preventivo.
Dallaltro lato, una Risoluzione europea e un accordo sullassicurazione comune dei depositi europei sono rallentati dalla mancanza di forza di volontà di alcuni Stati membri nel fornire garanzie reciproche a priori. In altre parole, allUnione bancaria non viene riconosciuto alcun ruolo correttivo (seguendo lesempio di ciò che il quadro di risoluzione NPL concordato per la Grecia dalla BERS sta facendo, per esempio). In altre parole, raggiungere e mantenere bassi livelli di rischio di credito è ritenuto un passaggio necessario per la mutualizzazione delle risorse a livello dell Unione Bancaria.
Dato il noto legame tra crediti deteriorati e crescita, ridurre e per lo più mantenere gli NPL bassi sarà impegnativo per quei paesi UE che attualmente sperimentano tassi di crescita inferiori alla media europea, tra le incertezze della Brexit, la guerra commerciale USA-Cina, nonché i bassi tassi di interesse. Tali incertezze rischiano di rallentare nuovamente il completamento dellUnione Bancaria Europea. Nellassenza di una volontà degli stati membri di procedere verso un ruolo correttivo dellUnione Bancaria, la questione riguardante i crediti deteriorati rimane quindi per lo più politica e più urgente che mai.
Autore: Corrado Macchiarelli, Renato Giacon
Fonte:
Econopoly
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