Nel testo del Decreto Crescita, pronto per l’esame del Consiglio dei ministri, vi è una sezione di estrema importanza per i contribuenti ossia l’estensione della cosiddetta rottamazione ter anche a quei ruoli o ingiunzioni di pagamento che in precedenza restavano esclusi dalla possibilità di essere sanati attraverso la definizione agevolata. Fondamentalmente si tratta di tutte quelle cartelle esattoriali che non erano di competenza della ex Equitalia o dell’Agente che l’ha sostituita, cioè l’Agenzia delle Entrate Riscossioni.
Tutte quelle tasse che riguardano in realtà milioni di italiani e che spesso per difficoltà economiche non vengono pagate. Nel decreto vi è proprio una parte che riguarda questo provvedimento titolata: “Estensione della definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali”. La rottamazione-ter, debiti maturati nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2017 versati senza sanzioni ed interessi, si estenderà anche a multe, bollo auto, ingiunzioni e cartelle di pagamento relative ad Imu, Tasi e Tari, nei Comuni che non hanno affidato i ruoli a Equitalia.
La norma in estrema sintesi estende agli enti territoriali l’analogo provvedimento già introdotto dall’erario, Regioni, comuni, province e città metropolitane potranno attivare, grazie alla norma suddetta contenuta nel decreto legge Crescita, un nuovo condono sulle entrate non incassate. Ecco cosa prevede la bozza del decreto crescita del 2 aprile 2019:
- la scadenza per il pagamento delle rate non potrà andare oltre il 30 settembre 2021;
- a seguito della presentazione della domanda saranno sospesi i termini di prescrizione e di decadenza per il recupero delle somme indicate nella richiesta di rottamazione;
- in caso di mancato, tardivo o insufficiente versamento dell’unica rata o di una sola delle rate previste, la rottamazione delle cartelle decade e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e di decadenza (i versamenti effettuati saranno considerati come acconto dell’importo complessivo dovuto).
Giacché si tratta di una facoltà concessa a Comuni, Province e Città Metropolitane, saranno gli Enti stessi che dovranno decidere autonomamente se avvalersi oppure no della possibilità di concedere ai cittadini l’opzione rottamazione. La bozza contenuta nel decreto Decreto concede alla pubblica amministrazione interessata 60 giorni di tempo per esercitare o meno l’opzione a favore dei propri cittadini – contribuenti. Ogni Ente dovrà poi emanare una specifica delibera.
Nel testo del Decreto Crescita, pronto per l’esame del Consiglio dei ministri, vi è una sezione di estrema importanza per i contribuenti ossia l’estensione della cosiddetta rottamazione ter anche a quei ruoli o ingiunzioni di pagamento che in precedenza restavano esclusi dalla possibilità di essere sanati attraverso la definizione agevolata. Fondamentalmente si tratta di tutte quelle cartelle esattoriali che non erano di competenza della ex Equitalia o dell’Agente che l’ha sostituita, cioè l’Agenzia delle Entrate Riscossioni.
Tutte quelle tasse che riguardano in realtà milioni di italiani e che spesso per difficoltà economiche non vengono pagate. Nel decreto vi è proprio una parte che riguarda questo provvedimento titolata: “Estensione della definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali”. La rottamazione-ter, debiti maturati nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2017 versati senza sanzioni ed interessi, si estenderà anche a multe, bollo auto, ingiunzioni e cartelle di pagamento relative ad Imu, Tasi e Tari, nei Comuni che non hanno affidato i ruoli a Equitalia.
La norma in estrema sintesi estende agli enti territoriali l’analogo provvedimento già introdotto dall’erario, Regioni, comuni, province e città metropolitane potranno attivare, grazie alla norma suddetta contenuta nel decreto legge Crescita, un nuovo condono sulle entrate non incassate. Ecco cosa prevede la bozza del decreto crescita del 2 aprile 2019:
Giacché si tratta di una facoltà concessa a Comuni, Province e Città Metropolitane, saranno gli Enti stessi che dovranno decidere autonomamente se avvalersi oppure no della possibilità di concedere ai cittadini l’opzione rottamazione. La bozza contenuta nel decreto Decreto concede alla pubblica amministrazione interessata 60 giorni di tempo per esercitare o meno l’opzione a favore dei propri cittadini – contribuenti. Ogni Ente dovrà poi emanare una specifica delibera.