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Intesa Sanpaolo deconsolida i due terzi degli Utp

Intesa Sanpaolo ha confermato l’anticipazione di MF-Milano Finanza secondo cui il gruppo sta considerando la cessione delle inadempienze probabili (Utp, Unlikely To Pay) e in questa ottica ha firmato un accordo non vincolante con Prelios, cui ha concesso un periodo di negoziazione esclusiva “per la possibile costituzione di una partnership strategica finalizzata all’ottimizzazione della gestione delle posizioni Utp”.

L’eventuale accordo avverrà nel rispetto degli obiettivi previsti dal Piano di Impresa 2018-2021 e non influenzerà la partnership strategica riguardante i crediti in sofferenza già firmata con Intrum. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe appena partita la due diligence del servicer milanese sul portafoglio da circa 10 miliardi di valore nominale su cui la banca intende lavorare.

Il piano industriale del gruppo, guidato dall’amministratore delegato Carlo Messina, prevede la riduzione dell’Npe ratio lordo al 6% entro fine 2021, sia attraverso cessioni che attraverso ottimizzazione della gestione interna. Nel 2018 il gruppo ha ridotto i crediti deteriorati lordi per 15,6 miliardi di euro, aumentando al 54,5% le coperture. Ad oggi il gruppo detiene 36,4 miliardi di crediti problematici lordi, di cui 14,2 miliardi sono Utp, con un coverage ratio del 36%. Se quindi l’accordo Intesa -Prelios andasse a buon fine, oltre due terzi dei crediti Utp verrebbe ceduto.

 

In tal senso oggi Fidentiis conferma il Buy su Intesa Sanpaolo e scrive che al momento non è chiaro il ruolo che Prelios potrebbe avere. La cessione di Utp non è paragonabile a una vendita di Npl, dato che un debitore di Unlikely to Pay non sta lottando per sopravvivere e potrebbe avere solo difficoltà temporanee con la propria esposizione bancaria. A questo punto, per gli analisti Intesa potrebbe o tentare di vendere le esposizioni Utp chiudendo il rapporto con il cliente oppure gestire l’esposizione con l’aiuto di Prelios.

Qualunque sia l’accordo, un deconsolidamento del valore di 10 miliardi fatto utilizzando l’attuale livello di copertura, porterebbe il ratio Npe lordo (che al 31 dicembre 2018 era al 18,8%) al 6,6%, avvicinando la banca vicina alla soglia obiettivo del 5% di Npe ratio lordo, il “nuovo mantra delle banche”, ricorda Fidentiis.

L’analisi delle posizioni (che dovrebbe coinvolgere un ampio stuolo di advisor legali e finanziari tra cui Kpmg, Deloitte e EY) dovrebbe entrare nel vivo ad aprile per concludersi a giugno. Se le posizioni di dimensione maggiore, quelle solitamente con un valore lordo superiore ai 500mila euro, saranno analizzate una per una, per quelle più piccole ci sarà un lavoro di clustering. Il individuerà quindi dei campioni, ovvero sub-portafogli che, con un margine di errore basso, potranno riassumere le caratteristiche del portafoglio. Per ogni campione saranno valutati alcuni aspetti specifici che fotografano lo stato di salute del credito: flussi di cassa generati, garanzie immobiliari sottostanti e relative curve di recupero.

In merito oggi MF-Milano Finanza anticipa che, secondo le prime stime, dei 10 miliardi complessivi, uno stock da uno-due miliardi potrebbe essere ceduto, mentre i restanti 8-9 miliardi saranno mantenuti sui libri del gruppo e gestiti dalle strutture di Prelios. Il mercato apprezza: il titolo Intesa Sanpaolo avanza a Piazza Affari al momento dello 0,33% a 2,156 euro. 


Autore: Elena Dal Maso
Fonte:

Milano Finanza

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