E’ boom di fusioni e acquisizioni di startup Fintech nel mercato internazionale: negli ultimi 8 anni si registra una crescita costante, con un picco tra il 2015 e il 2016 quando il numero dei deal è quasi raddoppiato e il valore totale è cresciuto di 2,4 volte. Per il 2018 ci si aspetta di raggiungere 250 operazioni M&A per un valore di 9 miliardi di dollari e un tasso di crescita del 25% rispetto al 2017. Sono alcuni dei dati emersi dallo studio “Fintech M&As Study”, realizzato da Mind the Bridge in collaborazione con L’Atelier BNP-Paribas Americas, presentato a Milano, in occasione del SEP Scaleup Summit.
Gli Stati Uniti ovviamente sono avanti rispetto all’Europa, che però sta velocemente recuperando il suo ritardo, di circa due anni, riducendo di molto il divario: le startup Fintech in Europa sono 350 contro le 600 attive negli Stati Uniti, e il confronto di quanto sono state in grado di raccogliere cumulativamente è di 5,1 miliardi di dollari contro 9,6. Nella classifica dei Paesi europei, il Regno Unito è al primo posto e viene subito dopo gli Stati Uniti con 136 exit, pari al 46% del totale delle startup europee. Seguono Germania con sole 30 exit e Francia con 25. L’Italia è al 12° posto con 8 startup.
Come ha sottolineato il CEO di L’Atelier BNP-Paribas Americas, Alessandro Promutico, “il Fintech mostra di essere oggi l’industria più fiorente in termini di capitale raccolto dalle startup, avendo attratto 12 miliardi di dollari in equity, che equivale al 14% del capitale totale raccolto nel vecchio continente”, ed “è uno dei settori più in costante crescita a livello globale per numero di nuove startup registrate anno dopo anno. Il report mostra molto bene come il software stia disintermediando le attività bancarie tradizionali rivolte ai clienti, dai pagamenti al KYC-Know Your Customer, passando per la gestione patrimoniale e il credito al consumo. Evidenzia inoltre come gli attacchi al Banking provengano principalmente dal mondo IT e Software, nonché dal Retail e dalla consulenza”.
Il ramo dei pagamenti è il deal che attira più acquirenti (17%), nonostante si registrano segni di rallentamento dopo 3 anni di crescita costante ed esponenziale. Al secondo posto il Banking che conferma il suo tasso di crescita costante e lineare, con il 7% dei deal registrati; al terzo posto il Crypto-Blockchain (che copre il 5% dei deal) che registra una crescita esplosiva nonostante sia ancora sottoposto a problemi di regolamentazione, truffe potenziali e complicazioni varie. Altre tecnologie di rilievo riguardano la Gestione del Credito (4%), il Crowdfunding, la Fatturazione, la Finanza Personale, il Crowdsourcing, l’Asset Management (tutte al 3%), le Piattaforme di Trading e PoS, la Sicurezza (2% ciascuna), il Prestito e la Gestione del Rischio (1% ciascuna). Gli acquirenti delle tecnologie Fintech provengono per la maggior parte dal settore Finance&Banking (56%), che oggi soffrono dell’erosione dei margini di guadagno. Il 18% proviene da aziende IT&Software,
il 7% da Business Services&Consulting, il 4% da Consumer&Retails. A trainare la crescita del Fintech nel nostro Paese è il mobile payment.
Qual è l’identikit della startup Fintech che viene comprata? Al netto delle anomalie, al momento dell’acquisizione ha in media 105 dipendenti, un’età di 7,7 anni, inferiore rispetto all’età media delle startup in generale più acquisite che è di 9 anni. Al momento della transazione ha raccolto mediamente 14,9 milioni di dollari di capitale e viene acquisita ad un prezzo medio di circa 160,9 milioni di dollari, oltre 10 volte il valore del capitale investito.
A determinare il prezzo ‘giusto’ per un’acquisizione concorrono diversi fattori che vanno al di là del fatturato e del capitale raccolto. Secondo lo studio il moltiplicatore medio nel Fintech si attesta a 3,4 volte il fatturato dell’ultimo anno; maggiori sono i ricavi, maggiore è il moltiplicatore, infatti le aziende con fatturato tra 50 e 200 milioni di dollari hanno moltiplicatori di circa 4 volte più elevati. Mentre con valori oltre 200 milioni di ricavi, il moltiplicatore si riduce leggermente (3,3 volte). Le startup più piccole (fino ai 20 milioni di dollari) hanno moltiplicatori relativamente più bassi (2,4 in media).
In media le aziende Fintech sono pagate 0,8 milioni per dipendente Questo indicatore è particolarmente utile per le cosiddette “acqui-hire”. Per le startup fino a 50 dipendenti, il prezzo pagato per persona è di circa 1,1 milioni di dollari.
E’ boom di fusioni e acquisizioni di startup Fintech nel mercato internazionale: negli ultimi 8 anni si registra una crescita costante, con un picco tra il 2015 e il 2016 quando il numero dei deal è quasi raddoppiato e il valore totale è cresciuto di 2,4 volte. Per il 2018 ci si aspetta di raggiungere 250 operazioni M&A per un valore di 9 miliardi di dollari e un tasso di crescita del 25% rispetto al 2017. Sono alcuni dei dati emersi dallo studio “Fintech M&As Study”, realizzato da Mind the Bridge in collaborazione con L’Atelier BNP-Paribas Americas, presentato a Milano, in occasione del SEP Scaleup Summit.
Gli Stati Uniti ovviamente sono avanti rispetto all’Europa, che però sta velocemente recuperando il suo ritardo, di circa due anni, riducendo di molto il divario: le startup Fintech in Europa sono 350 contro le 600 attive negli Stati Uniti, e il confronto di quanto sono state in grado di raccogliere cumulativamente è di 5,1 miliardi di dollari contro 9,6. Nella classifica dei Paesi europei, il Regno Unito è al primo posto e viene subito dopo gli Stati Uniti con 136 exit, pari al 46% del totale delle startup europee. Seguono Germania con sole 30 exit e Francia con 25. L’Italia è al 12° posto con 8 startup.
Come ha sottolineato il CEO di L’Atelier BNP-Paribas Americas, Alessandro Promutico, “il Fintech mostra di essere oggi l’industria più fiorente in termini di capitale raccolto dalle startup, avendo attratto 12 miliardi di dollari in equity, che equivale al 14% del capitale totale raccolto nel vecchio continente”, ed “è uno dei settori più in costante crescita a livello globale per numero di nuove startup registrate anno dopo anno. Il report mostra molto bene come il software stia disintermediando le attività bancarie tradizionali rivolte ai clienti, dai pagamenti al KYC-Know Your Customer, passando per la gestione patrimoniale e il credito al consumo. Evidenzia inoltre come gli attacchi al Banking provengano principalmente dal mondo IT e Software, nonché dal Retail e dalla consulenza”.
Il ramo dei pagamenti è il deal che attira più acquirenti (17%), nonostante si registrano segni di rallentamento dopo 3 anni di crescita costante ed esponenziale. Al secondo posto il Banking che conferma il suo tasso di crescita costante e lineare, con il 7% dei deal registrati; al terzo posto il Crypto-Blockchain (che copre il 5% dei deal) che registra una crescita esplosiva nonostante sia ancora sottoposto a problemi di regolamentazione, truffe potenziali e complicazioni varie. Altre tecnologie di rilievo riguardano la Gestione del Credito (4%), il Crowdfunding, la Fatturazione, la Finanza Personale, il Crowdsourcing, l’Asset Management (tutte al 3%), le Piattaforme di Trading e PoS, la Sicurezza (2% ciascuna), il Prestito e la Gestione del Rischio (1% ciascuna). Gli acquirenti delle tecnologie Fintech provengono per la maggior parte dal settore Finance&Banking (56%), che oggi soffrono dell’erosione dei margini di guadagno. Il 18% proviene da aziende IT&Software,
il 7% da Business Services&Consulting, il 4% da Consumer&Retails. A trainare la crescita del Fintech nel nostro Paese è il mobile payment.
Qual è l’identikit della startup Fintech che viene comprata? Al netto delle anomalie, al momento dell’acquisizione ha in media 105 dipendenti, un’età di 7,7 anni, inferiore rispetto all’età media delle startup in generale più acquisite che è di 9 anni. Al momento della transazione ha raccolto mediamente 14,9 milioni di dollari di capitale e viene acquisita ad un prezzo medio di circa 160,9 milioni di dollari, oltre 10 volte il valore del capitale investito.
A determinare il prezzo ‘giusto’ per un’acquisizione concorrono diversi fattori che vanno al di là del fatturato e del capitale raccolto. Secondo lo studio il moltiplicatore medio nel Fintech si attesta a 3,4 volte il fatturato dell’ultimo anno; maggiori sono i ricavi, maggiore è il moltiplicatore, infatti le aziende con fatturato tra 50 e 200 milioni di dollari hanno moltiplicatori di circa 4 volte più elevati. Mentre con valori oltre 200 milioni di ricavi, il moltiplicatore si riduce leggermente (3,3 volte). Le startup più piccole (fino ai 20 milioni di dollari) hanno moltiplicatori relativamente più bassi (2,4 in media).
In media le aziende Fintech sono pagate 0,8 milioni per dipendente Questo indicatore è particolarmente utile per le cosiddette “acqui-hire”. Per le startup fino a 50 dipendenti, il prezzo pagato per persona è di circa 1,1 milioni di dollari.