Dicembre è stato il mese delle grandi pulizie per le banche italiane che si sono affrettate a liberarsi di gran parte delle sofferenze. Come attesta l’ultimo Outlook mensile dell’ABI, pubblicato due giorni fa, il 2018 si è chiuso con un ammontare di sofferenze nette pari a 29,5 miliardi di euro, quasi 10 miliardi in meno rispetto a novembre che ne registrava 38,3. E rispetto al 2017 le sofferenze nette si sono più che dimezzate (l’anno si era chiuso a quota 64 miliardi), mentre sono diminuite di oltre 59 miliardi rispetto a novembre 2015, quando si è toccato il valore massimo di 88,8 miliardi. Il calo complessivo registrato negli ultimi due anni è pari al 66%.
L’Associazione Bancaria Italiana precisa che siamo tornati ai livelli di maggio 2010 e anche il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali è sceso ai valori minimi del luglio 2010, attestandosi all’1,72% (era 4,89% a dicembre 2016).
Il calo delle sofferenze è stato progressivo, mese per mese, ed ha avuto un’accelerazione durante i mesi estivi ed invernali: tra maggio e giugno si è passati da 50,8 a 42,7 miliardi, a luglio le banche si sono liberate di altri 2 miliardi e tra novembre e dicembre di ulteriori 10.
A farla da padrona, come ha attestato il report 2018 dell’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village che da gennaio 2016 censisce “day by day” tutte le transazioni di crediti NPL che avvengono nel mercato italiano, sono state le operazioni per cui è stata richiesta la Garanzia di Stato GACS. Secondo il report le operazioni con GACS sono state 13 per un ammontare di 44,3 miliardi di euro di GBV su un totale di 106,4 miliardi.
Passando ai dati sui prestiti a famiglie e imprese, l’Outlook dell’ABI registra una frenata della crescita che a gennaio si attesta all’1%, in rallentamento rispetto al mese precedente (+1,93%). I mutui, invece, aumentano del 2,5%.
A gennaio 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche:
- il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,92% (1,89% a dicembre 2018, 5,72% a fine 2007);
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,52% (1,46% il mese precedente; 5,48% a fine 2007);
- il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,59% (2,55% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007).
Dicembre è stato il mese delle grandi pulizie per le banche italiane che si sono affrettate a liberarsi di gran parte delle sofferenze. Come attesta l’ultimo Outlook mensile dell’ABI, pubblicato due giorni fa, il 2018 si è chiuso con un ammontare di sofferenze nette pari a 29,5 miliardi di euro, quasi 10 miliardi in meno rispetto a novembre che ne registrava 38,3. E rispetto al 2017 le sofferenze nette si sono più che dimezzate (l’anno si era chiuso a quota 64 miliardi), mentre sono diminuite di oltre 59 miliardi rispetto a novembre 2015, quando si è toccato il valore massimo di 88,8 miliardi. Il calo complessivo registrato negli ultimi due anni è pari al 66%.
L’Associazione Bancaria Italiana precisa che siamo tornati ai livelli di maggio 2010 e anche il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi totali è sceso ai valori minimi del luglio 2010, attestandosi all’1,72% (era 4,89% a dicembre 2016).
Il calo delle sofferenze è stato progressivo, mese per mese, ed ha avuto un’accelerazione durante i mesi estivi ed invernali: tra maggio e giugno si è passati da 50,8 a 42,7 miliardi, a luglio le banche si sono liberate di altri 2 miliardi e tra novembre e dicembre di ulteriori 10.
A farla da padrona, come ha attestato il report 2018 dell’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village che da gennaio 2016 censisce “day by day” tutte le transazioni di crediti NPL che avvengono nel mercato italiano, sono state le operazioni per cui è stata richiesta la Garanzia di Stato GACS. Secondo il report le operazioni con GACS sono state 13 per un ammontare di 44,3 miliardi di euro di GBV su un totale di 106,4 miliardi.
Passando ai dati sui prestiti a famiglie e imprese, l’Outlook dell’ABI registra una frenata della crescita che a gennaio si attesta all’1%, in rallentamento rispetto al mese precedente (+1,93%). I mutui, invece, aumentano del 2,5%.
A gennaio 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento registrano le seguenti dinamiche: