Le banche devono affrontare con decisione la transizione verso la tecno-finanza perché «una risposta conservativa, tesa a ridurre al minimo gli sviluppi tecnologici e limitata al mero adempimento degli obblighi di compliance potrebbe non assicurare la sopravvivenza sul mercato». Lo ha detto ieri parlando a Napoli il capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo. La trasformazione deve essere rapida e «bisogna puntare con decisione a soluzioni strategiche e organizzative in grado di razionalizzare e ridurre i costi di struttura».
Ospite a un convegno organizzato dall’Associazione dei docenti di economia dei mercati e degli intermediari finanziari, Barbagallo ha spiegato che le attuali dinamiche di mercato «non lasciano più spazi a intermediari con reti fisiche ridondanti, che distruggono valore per gli azionisti». Servono maggiori concentrazioni «o iniziative di aggregazione» con l’obiettivo di un nuovo modello di business bilanciato tra le componenti analogiche e digitali.
Il capo della Vigilanza ha passato in rassegna gli ultimi sviluppi del Fintech, ovvero le nuove forme di intermediazione che stanno prendendo piede e che, a livello globale, ha generato un vero e proprio balzo degli investimenti, passati con 875 operazioni dai 38 miliardi di dollari del 2017 ai quasi 58 nella prima metà del 2018 e che vede come Paesi pionieri Stati Uniti, Cina, Uk, Francia, Giappone e Sud Corea. E nell’Ue il Regno Unito ha sviluppato, da solo, oltre la metà dei volumi (16 miliardi di dollari nel primo semestre del 2018 a fronte dei 26 complessivi a livello europeo).
Anche le banche italiane si stanno muovendo, sia pure su livelli di investimento assai più bassi, e le ultime evidenze raccolte da Bankitalia segnalano progetti da parte degli istituti maggiori sul fronte delle identificazioni biometriche, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per segmentare il mercato, prevenire frodi, minacce informatiche e pratiche di riciclaggio.
Dopo l’avvio del portale Fintech sul proprio sito web, Bankitalia avvierà – ha annunciato Barbagallo – un nuovo censimento biennale su tutte le attività di tecno-finanzia già predisposte o in procinto di essere presentate.
Affrontando poi il tema della regolazione, il capo della Vigilanza ha spiegato che il mercato finanziario «sta per essere sottoposto a uno shock senza precedenti» a seguito dell’attuazione della direttiva sui servizi di pagamento Psd2 che ha dato piena cittadinanza giuridica in Europa a modelli di open banking, basati sulla condivisione di dati bancari tra i diversi operatori dell’ecosistema finanziario.
Secondo Barbagallo, «la Psd2 può avere un effetto dirompente sul mercato bancario» e «il potenziale di abbattimento delle barriere all’entrata è sostanziale». Per le banche italiane è quindi «di fondamentale importanza che scelgano rapidamente quale ruolo intendano assumere nel settore dei servizi finanziari di natura digitale per affrontare efficacemente una rivoluzione che nei mercati esteri è già in atto e che è destinata a modificare profondamente anche quello nazionale».
Tra le tante considerazioni offerta non è mancato un preciso riferimento alle risorse umane impegnate nelle banche. Se da un lato è necessario dotarsi di «talenti digitali» per sfruttare al meglio la leva tecnologica, dall’altro bisogna saper riqualificare il personale in esubero, ad esempio puntando «su servizi di consulenza e affiancamento alla clientela».
Autore: Davide Colombo
Fonte:
Il Sole 24 Ore
banche – fintech – psd2 – bankitalia – barbagallo
Le banche devono affrontare con decisione la transizione verso la tecno-finanza perché «una risposta conservativa, tesa a ridurre al minimo gli sviluppi tecnologici e limitata al mero adempimento degli obblighi di compliance potrebbe non assicurare la sopravvivenza sul mercato». Lo ha detto ieri parlando a Napoli il capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo. La trasformazione deve essere rapida e «bisogna puntare con decisione a soluzioni strategiche e organizzative in grado di razionalizzare e ridurre i costi di struttura».
Ospite a un convegno organizzato dall’Associazione dei docenti di economia dei mercati e degli intermediari finanziari, Barbagallo ha spiegato che le attuali dinamiche di mercato «non lasciano più spazi a intermediari con reti fisiche ridondanti, che distruggono valore per gli azionisti». Servono maggiori concentrazioni «o iniziative di aggregazione» con l’obiettivo di un nuovo modello di business bilanciato tra le componenti analogiche e digitali.
Il capo della Vigilanza ha passato in rassegna gli ultimi sviluppi del Fintech, ovvero le nuove forme di intermediazione che stanno prendendo piede e che, a livello globale, ha generato un vero e proprio balzo degli investimenti, passati con 875 operazioni dai 38 miliardi di dollari del 2017 ai quasi 58 nella prima metà del 2018 e che vede come Paesi pionieri Stati Uniti, Cina, Uk, Francia, Giappone e Sud Corea. E nell’Ue il Regno Unito ha sviluppato, da solo, oltre la metà dei volumi (16 miliardi di dollari nel primo semestre del 2018 a fronte dei 26 complessivi a livello europeo).
Anche le banche italiane si stanno muovendo, sia pure su livelli di investimento assai più bassi, e le ultime evidenze raccolte da Bankitalia segnalano progetti da parte degli istituti maggiori sul fronte delle identificazioni biometriche, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per segmentare il mercato, prevenire frodi, minacce informatiche e pratiche di riciclaggio.
Dopo l’avvio del portale Fintech sul proprio sito web, Bankitalia avvierà – ha annunciato Barbagallo – un nuovo censimento biennale su tutte le attività di tecno-finanzia già predisposte o in procinto di essere presentate.
Affrontando poi il tema della regolazione, il capo della Vigilanza ha spiegato che il mercato finanziario «sta per essere sottoposto a uno shock senza precedenti» a seguito dell’attuazione della direttiva sui servizi di pagamento Psd2 che ha dato piena cittadinanza giuridica in Europa a modelli di open banking, basati sulla condivisione di dati bancari tra i diversi operatori dell’ecosistema finanziario.
Secondo Barbagallo, «la Psd2 può avere un effetto dirompente sul mercato bancario» e «il potenziale di abbattimento delle barriere all’entrata è sostanziale». Per le banche italiane è quindi «di fondamentale importanza che scelgano rapidamente quale ruolo intendano assumere nel settore dei servizi finanziari di natura digitale per affrontare efficacemente una rivoluzione che nei mercati esteri è già in atto e che è destinata a modificare profondamente anche quello nazionale».
Tra le tante considerazioni offerta non è mancato un preciso riferimento alle risorse umane impegnate nelle banche. Se da un lato è necessario dotarsi di «talenti digitali» per sfruttare al meglio la leva tecnologica, dall’altro bisogna saper riqualificare il personale in esubero, ad esempio puntando «su servizi di consulenza e affiancamento alla clientela».
Autore: Davide Colombo
Fonte:
Il Sole 24 Ore
banche – fintech – psd2 – bankitalia – barbagallo