Potrebbe essere considerato paradossale il periodo che sta caratterizzando il mercato immobiliare italiano, già perché se da un lato stanno continuando ad aumentare le compravendite, dall’altro, la legge della domanda e offerta non sta funzionando e i prezzi delle case sono tornati a scendere. I dati diffusi dall’Istat pochi giorni fa fotografano questa particolarità tutta italiana.
Come ci insegna la legge della domanda e dell’offerta, il prezzo di un bene più richiesto tende a crescere quando più persone sono disposte ad averlo; nel mercato italiano apparentemente questo meccanismo non sta funzionando. In realtà la legge non funziona solo in apparenza, spiega il giornalista economico Maurizio Sgroi: “nel nostro Paese sta acquistando solo chi se lo può permettere: chi ha lavori stabili, chi sta vendendo il proprio immobile o i genitori per i loro figli”. Complici i tassi di interesse sui mutui molto bassi, stanno comprando soprattutto quanti sono maggiormente benestanti, magari, dice l’esperto, perché avevano puntato una casa da tempo e ora ritengono l’investimento nel mattone l’ideale, dato il contesto ed i tassi al minimo storico. La tendenza dunque è quella di comprare case vecchie da ristrutturare, ragione per cui l’acquirente per fare l’affare, per se o per il proprio figlio, tende a deprezzare l’immobile, per poi avere liquidità da destinare anche alla ristrutturazione.
Infatti se si osservano nel dettaglio i dati diffusi dall’Istat si evince che in realtà non tutti i prezzi sono scesi, molto dipende dalle case, quelle nuove, ad esempio non si stanno affatto deprezzando. Dai dati si evince come nel terzo trimestre 2018 anzi il valore delle case nuove sia cresciuto dell’1,2% rispetto al terzo trimestre del 2017. E nel secondo trimestre del 2018 l’aumento sia stato dell’1,4%. I prezzi al ribasso sono dunque da accostare alle case vecchie maggiormente disponibili sul mercato. In estrema sintesi potremmo dire o la casa è bella e vale la pena spenderci dei soldi, oppure, essendocene molte vecchie nel mercato italiano, gli acquirenti hanno due vie: o non comprarle affatto, oppure provare a fare l’affare con prezzi bassi al fine di poter avere ancora del denaro per ristrutturare l’immobile a proprio piacimento.
Mario Breglia, presidente dell’istituto di ricerca Scenari Immobiliari, segue il discorso di Sgroi “Chi compra vuole una bella casa ma sul mercato ne trova, principalmente, di brutte. I risultati possono essere due: o non si acquista, o lo si fa a prezzi ridotti, perché l’acquirente deve considerare i costi di ristrutturazione”. Il trend positivo del nuovo testimonia tutto ciò, e Briglia conclude, riportando quanto emerso dagli ultimi dati: “Le case nuove, costruite in città, si vendono bene e anche in poco tempo”.
Inoltre a deprimere in parte il mercato immobiliare italiano concorrono gli affitti, nell’ultimo periodo vi è stata una sorta di riscoperta degli stessi. Non solo sono in aumento, ci dice L’Istat, i contratti 4+4, ma il vero boom si ritrova negli affitti brevi. Il fenomeno si sta sviluppando soprattutto nelle grandi città e in quelle turistiche. Per questo differenti immobili in ottima posizione e di qualità buona sono stati eliminati dal mercato, giacché i proprietari hanno riscoperto buoni introiti con la pratica dell’affitto piuttosto che destinare gli stessi alla vendita, questo ha portato, sottolinea Breglia, ad una diminuzione della qualità degli immobili disponibili sul mercato. Se la qualità delle case in vendita viene meno, chiaro che le case disponibili, malconce, hanno prezzi inferiori di mercato. Dunque ecco spiegato perché anche se le compravendite stanno aumentando non stanno aumentando di conseguenza e proporzionalmente i prezzi degli immobili.
Inoltre secondo i dati della BIS (Bank for international settlements), tra fine 2017 e fine 2016 in tutte le economie più mature il prezzo degli immobili è cresciuto, in termini reali, del 3% e il mercato immobiliare ha iniziato a riprendersi dal 2012 per tornare in alcuni casi ai livelli pre-crisi. Purtroppo tra le economie più avanzate l’Italia resta un caso unico, in quanto fanalino di coda.
Molto Interessante, a conclusione di questo scenario, è la visione offerta dai due esperti per quanto concerne le prospettive future del mercato immobiliare italiano, uno, Sgroi, si mostra più pessimista, per l’altro, Breglia, si tratta solo di pazientare. Eccovi il loro parere, Sgroi: “In Italia la maggior parte degli over 65 è proprietario di uno o più immobili. Quando queste persone passeranno a miglior vita, una generazione di italiani erediterà. Ma questo stock di case è destinato a finire sul mercato, sia perché non tutti potranno permettersi di mantenerle, sia perché il numero delle case sarà superiore alle persone che le erediteranno. Il risultato? Il prezzo del mattone scenderà ancora”.
Più ottimista il presidente di Scenari Immobiliari, Breglia: “Il mercato immobiliare in Italia è dipendente dall’inflazione. Non appena questa riprenderà, anche i prezzi delle case si alzeranno. A patto che si riprenda anche il settore delle costruzioni. Finora la ripresa si è vista solo a Milano” .
Potrebbe essere considerato paradossale il periodo che sta caratterizzando il mercato immobiliare italiano, già perché se da un lato stanno continuando ad aumentare le compravendite, dall’altro, la legge della domanda e offerta non sta funzionando e i prezzi delle case sono tornati a scendere. I dati diffusi dall’Istat pochi giorni fa fotografano questa particolarità tutta italiana.
Come ci insegna la legge della domanda e dell’offerta, il prezzo di un bene più richiesto tende a crescere quando più persone sono disposte ad averlo; nel mercato italiano apparentemente questo meccanismo non sta funzionando. In realtà la legge non funziona solo in apparenza, spiega il giornalista economico Maurizio Sgroi: “nel nostro Paese sta acquistando solo chi se lo può permettere: chi ha lavori stabili, chi sta vendendo il proprio immobile o i genitori per i loro figli”. Complici i tassi di interesse sui mutui molto bassi, stanno comprando soprattutto quanti sono maggiormente benestanti, magari, dice l’esperto, perché avevano puntato una casa da tempo e ora ritengono l’investimento nel mattone l’ideale, dato il contesto ed i tassi al minimo storico. La tendenza dunque è quella di comprare case vecchie da ristrutturare, ragione per cui l’acquirente per fare l’affare, per se o per il proprio figlio, tende a deprezzare l’immobile, per poi avere liquidità da destinare anche alla ristrutturazione.
Infatti se si osservano nel dettaglio i dati diffusi dall’Istat si evince che in realtà non tutti i prezzi sono scesi, molto dipende dalle case, quelle nuove, ad esempio non si stanno affatto deprezzando. Dai dati si evince come nel terzo trimestre 2018 anzi il valore delle case nuove sia cresciuto dell’1,2% rispetto al terzo trimestre del 2017. E nel secondo trimestre del 2018 l’aumento sia stato dell’1,4%. I prezzi al ribasso sono dunque da accostare alle case vecchie maggiormente disponibili sul mercato. In estrema sintesi potremmo dire o la casa è bella e vale la pena spenderci dei soldi, oppure, essendocene molte vecchie nel mercato italiano, gli acquirenti hanno due vie: o non comprarle affatto, oppure provare a fare l’affare con prezzi bassi al fine di poter avere ancora del denaro per ristrutturare l’immobile a proprio piacimento.
Mario Breglia, presidente dell’istituto di ricerca Scenari Immobiliari, segue il discorso di Sgroi “Chi compra vuole una bella casa ma sul mercato ne trova, principalmente, di brutte. I risultati possono essere due: o non si acquista, o lo si fa a prezzi ridotti, perché l’acquirente deve considerare i costi di ristrutturazione”. Il trend positivo del nuovo testimonia tutto ciò, e Briglia conclude, riportando quanto emerso dagli ultimi dati: “Le case nuove, costruite in città, si vendono bene e anche in poco tempo”.
Inoltre a deprimere in parte il mercato immobiliare italiano concorrono gli affitti, nell’ultimo periodo vi è stata una sorta di riscoperta degli stessi. Non solo sono in aumento, ci dice L’Istat, i contratti 4+4, ma il vero boom si ritrova negli affitti brevi. Il fenomeno si sta sviluppando soprattutto nelle grandi città e in quelle turistiche. Per questo differenti immobili in ottima posizione e di qualità buona sono stati eliminati dal mercato, giacché i proprietari hanno riscoperto buoni introiti con la pratica dell’affitto piuttosto che destinare gli stessi alla vendita, questo ha portato, sottolinea Breglia, ad una diminuzione della qualità degli immobili disponibili sul mercato. Se la qualità delle case in vendita viene meno, chiaro che le case disponibili, malconce, hanno prezzi inferiori di mercato. Dunque ecco spiegato perché anche se le compravendite stanno aumentando non stanno aumentando di conseguenza e proporzionalmente i prezzi degli immobili.
Inoltre secondo i dati della BIS (Bank for international settlements), tra fine 2017 e fine 2016 in tutte le economie più mature il prezzo degli immobili è cresciuto, in termini reali, del 3% e il mercato immobiliare ha iniziato a riprendersi dal 2012 per tornare in alcuni casi ai livelli pre-crisi. Purtroppo tra le economie più avanzate l’Italia resta un caso unico, in quanto fanalino di coda.
Molto Interessante, a conclusione di questo scenario, è la visione offerta dai due esperti per quanto concerne le prospettive future del mercato immobiliare italiano, uno, Sgroi, si mostra più pessimista, per l’altro, Breglia, si tratta solo di pazientare. Eccovi il loro parere, Sgroi: “In Italia la maggior parte degli over 65 è proprietario di uno o più immobili. Quando queste persone passeranno a miglior vita, una generazione di italiani erediterà. Ma questo stock di case è destinato a finire sul mercato, sia perché non tutti potranno permettersi di mantenerle, sia perché il numero delle case sarà superiore alle persone che le erediteranno. Il risultato? Il prezzo del mattone scenderà ancora”.
Più ottimista il presidente di Scenari Immobiliari, Breglia: “Il mercato immobiliare in Italia è dipendente dall’inflazione. Non appena questa riprenderà, anche i prezzi delle case si alzeranno. A patto che si riprenda anche il settore delle costruzioni. Finora la ripresa si è vista solo a Milano” .