La crisi degli ultimi dieci anni pare non aver fermato la spesa delle famiglie italiane in ristoranti ed hotel, anzi i dati Eurostat prima e l’analisi Coldiretti su dati Censis poi, confermano un trend in crescita. Nello specifico la fotografia scattata da Eurostat ci inserisce nella ‘top ten’ dell’Ue come volumi di spesa. I consumi delle famiglie italiane per mangiare e dormire fuori casa sono passati dal 9.1% del 2007 al 10.7% del 2017, facendoci guadagnare anche una posizione in più, ora ci attestiamo in ottava posizione rispetto alla nona, la media Europea, dei consumi, si attesta, invece, sul 8.8%.
La spesa per pranzi e cene fuori casa è giunta a 85 miliardi di euro, che rappresenta ben il 35% del totale dei consumi alimentari, un vero e proprio boom nel 2018, il dato statisticamente significativo, indicante il cambiamento delle abitudini delle famiglie italiane, è stato rilevato dall’analisi effettuata da Coldiretti che ha elaborato i dati Censis. In linea generale si evince come almeno un italiano su quattro, il 22.%, abbia mangiato fuori casa almeno una volta a settimana. I maggiori fruitori di servizi di ristorazione sono giovani e laureati, ben il 33.8% li frequenta almeno 1 volta a settimana rispetto al 25.6%, percentuale comunque alta, di italiani ricompresi in una fascia d’età 35-64. Scende a 6.7% la classe d’età over 65.
L’analisi Coldiretti divulgata in occasione della firma a Roma dell’accordo con la Federazione Italiana Cuochi (Fic), per una serie di iniziative congiunte per la promozione dei prodotti alimentari e della cucina 100% Made in Italy, ha evidenziato, come stiano cambiando appunto le tendenze nel nostro Paese. Se prima viaggiando all’estero ci si stupiva di quanti pasti venissero consumati fuori casa, mentre da noi pareva una pratica ancora poco sviluppata, ora negli ultimi anni, si sta assistendo ad un vero e proprio boom del fenomeno. La riscoperta del tessuto sociale che sta dietro ad un pasto fuori casa in compagnia, danno un valore aggiunto al cibo che si degusta, che dice l’indagine, deve essere rigorosamente Made in Italy. L’italianità del prodotto, consumato, specifica Coldiretti, resta tra i requisiti più richiesti da chi decide di consumare un pasto fuori casa, ben il 44% degli italiani indica come caratteristica più importante al momento della scelta dei cibi il Made in Italy, mentre Il 35,2% indica tra le priorità la tracciabilità che consente di verificare il rispetto di sicurezza, genuinità e salubrità dei prodotti.
L’Osservatorio Findomestic 2018 invece dalla sua ha evidenziato un’altra tendenza nei consumi delle famiglie italiane che puntano sui beni durevoli, il mercato negli ultimi anni ha visto un incremento dei consumi totali molto dinamico che è passato dal 4.7% del 2014 al 7.7% del 2018. Nel 2018 il mercato dei beni durevoli vale oltre 83 miliardi, che sono distribuiti principalmente tra il settore veicoli (53%) e casa (47%). Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic ha fatto notare come anche all’interno dei beni durevoli vi siano comunque comportamenti eterogenei, le tendenza maggiori oltre alla casa e all’auto, vanno nella direzione della tecnologia consumer, in un’era, spiega: “quella del consumatore connesso i consumatori sembrano orientarsi sempre di più verso beni connessi alla rete, beni multifunzionali, beni di fascia premium”. Buon cibo e una buona connessione, oltre ad una casa ed un auto, saranno le tendenze di consumo verso cui si orienteranno maggiormente i consumatori anche nel 2019?
La crisi degli ultimi dieci anni pare non aver fermato la spesa delle famiglie italiane in ristoranti ed hotel, anzi i dati Eurostat prima e l’analisi Coldiretti su dati Censis poi, confermano un trend in crescita. Nello specifico la fotografia scattata da Eurostat ci inserisce nella ‘top ten’ dell’Ue come volumi di spesa. I consumi delle famiglie italiane per mangiare e dormire fuori casa sono passati dal 9.1% del 2007 al 10.7% del 2017, facendoci guadagnare anche una posizione in più, ora ci attestiamo in ottava posizione rispetto alla nona, la media Europea, dei consumi, si attesta, invece, sul 8.8%.
La spesa per pranzi e cene fuori casa è giunta a 85 miliardi di euro, che rappresenta ben il 35% del totale dei consumi alimentari, un vero e proprio boom nel 2018, il dato statisticamente significativo, indicante il cambiamento delle abitudini delle famiglie italiane, è stato rilevato dall’analisi effettuata da Coldiretti che ha elaborato i dati Censis. In linea generale si evince come almeno un italiano su quattro, il 22.%, abbia mangiato fuori casa almeno una volta a settimana. I maggiori fruitori di servizi di ristorazione sono giovani e laureati, ben il 33.8% li frequenta almeno 1 volta a settimana rispetto al 25.6%, percentuale comunque alta, di italiani ricompresi in una fascia d’età 35-64. Scende a 6.7% la classe d’età over 65.
L’analisi Coldiretti divulgata in occasione della firma a Roma dell’accordo con la Federazione Italiana Cuochi (Fic), per una serie di iniziative congiunte per la promozione dei prodotti alimentari e della cucina 100% Made in Italy, ha evidenziato, come stiano cambiando appunto le tendenze nel nostro Paese. Se prima viaggiando all’estero ci si stupiva di quanti pasti venissero consumati fuori casa, mentre da noi pareva una pratica ancora poco sviluppata, ora negli ultimi anni, si sta assistendo ad un vero e proprio boom del fenomeno. La riscoperta del tessuto sociale che sta dietro ad un pasto fuori casa in compagnia, danno un valore aggiunto al cibo che si degusta, che dice l’indagine, deve essere rigorosamente Made in Italy. L’italianità del prodotto, consumato, specifica Coldiretti, resta tra i requisiti più richiesti da chi decide di consumare un pasto fuori casa, ben il 44% degli italiani indica come caratteristica più importante al momento della scelta dei cibi il Made in Italy, mentre Il 35,2% indica tra le priorità la tracciabilità che consente di verificare il rispetto di sicurezza, genuinità e salubrità dei prodotti.
L’Osservatorio Findomestic 2018 invece dalla sua ha evidenziato un’altra tendenza nei consumi delle famiglie italiane che puntano sui beni durevoli, il mercato negli ultimi anni ha visto un incremento dei consumi totali molto dinamico che è passato dal 4.7% del 2014 al 7.7% del 2018. Nel 2018 il mercato dei beni durevoli vale oltre 83 miliardi, che sono distribuiti principalmente tra il settore veicoli (53%) e casa (47%). Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic ha fatto notare come anche all’interno dei beni durevoli vi siano comunque comportamenti eterogenei, le tendenza maggiori oltre alla casa e all’auto, vanno nella direzione della tecnologia consumer, in un’era, spiega: “quella del consumatore connesso i consumatori sembrano orientarsi sempre di più verso beni connessi alla rete, beni multifunzionali, beni di fascia premium”. Buon cibo e una buona connessione, oltre ad una casa ed un auto, saranno le tendenze di consumo verso cui si orienteranno maggiormente i consumatori anche nel 2019?