Le banche stanno aumentando le percentuali di recupero dei crediti in sofferenza. Secondo i dati appena pubblicati dalla Banca dItalia in una nota di stabilità finanziaria, nel 2017 sono cresciuti sia i tassi di recupero delle sofferenze cedute (dal 23% al 26%) sia quelli delle sofferenze chiuse mediante procedure ordinarie (dal 43% al 44%). Tuttavia il significativo aumento della quota di cessioni sul mercato (76% del totale, contro 45% nel 2016) ha determinato un tasso di recupero medio pari al 30%, contro il 34% nel 2016. Se lincidenza delle posizioni cedute sul mercato fosse rimasta analoga a quella del 2016, il tasso medio di recupero sarebbe stato del 36%.
Nonostante i dati mostrino che le sofferenze abbiano un ritorno medio del 30% scrive MF le regole approvate dallUe e dalla Bce prevedono una svalutazione del 100% dopo un certo numero di anni. Lo stesso principio è stato deciso anche per gli altri crediti deteriorati, come le inadempienze probabili e gli scaduti, che possono tornare in bonis. Soprattutto queste categorie rischiano di essere penalizzate, così come i crediti deteriorati non garantiti, per i quali la Bce chiede una svalutazione in due anni e lUe in tre anni.
Nello stesso tempo, tuttavia, soprattutto grazie agli sviluppi legislativi nel Parlamento europeo, sono state ammorbidite le percentuali di svalutazione inizialmente proposte in ambito Ue, in particolare nei primi cinque/sei anni per i crediti garantiti. Perciò diventerà sempre più importante per gli istituti di credito recuperare i prestiti prima di questo limite temporale. In tal senso i dati della Banca dItalia hanno evidenziato che si stanno rafforzando i segnali di miglioramento nella capacità delle banche di smaltire le posizioni in sofferenza. In particolare, per le posizioni aperte nel 2015 (ultimo anno per il quale si può valutare il tasso di smaltimento a due anni), il numero di posizioni chiuse entro un biennio dallingresso a sofferenza, pari al 58% del totale, è notevolmente aumentato rispetto a quanto registrato negli anni precedenti, ha osservato la nota di stabilità. Tali miglioramenti riflettono ladozione di politiche di gestione attiva delle sofferenze da parte dagli intermediari.
Autore: Paolo Politi
Fonte:
Dow Jones Newswires
bce – sofferenze bancarie – banche
Le banche stanno aumentando le percentuali di recupero dei crediti in sofferenza. Secondo i dati appena pubblicati dalla Banca dItalia in una nota di stabilità finanziaria, nel 2017 sono cresciuti sia i tassi di recupero delle sofferenze cedute (dal 23% al 26%) sia quelli delle sofferenze chiuse mediante procedure ordinarie (dal 43% al 44%). Tuttavia il significativo aumento della quota di cessioni sul mercato (76% del totale, contro 45% nel 2016) ha determinato un tasso di recupero medio pari al 30%, contro il 34% nel 2016. Se lincidenza delle posizioni cedute sul mercato fosse rimasta analoga a quella del 2016, il tasso medio di recupero sarebbe stato del 36%.
Nonostante i dati mostrino che le sofferenze abbiano un ritorno medio del 30% scrive MF le regole approvate dallUe e dalla Bce prevedono una svalutazione del 100% dopo un certo numero di anni. Lo stesso principio è stato deciso anche per gli altri crediti deteriorati, come le inadempienze probabili e gli scaduti, che possono tornare in bonis. Soprattutto queste categorie rischiano di essere penalizzate, così come i crediti deteriorati non garantiti, per i quali la Bce chiede una svalutazione in due anni e lUe in tre anni.
Nello stesso tempo, tuttavia, soprattutto grazie agli sviluppi legislativi nel Parlamento europeo, sono state ammorbidite le percentuali di svalutazione inizialmente proposte in ambito Ue, in particolare nei primi cinque/sei anni per i crediti garantiti. Perciò diventerà sempre più importante per gli istituti di credito recuperare i prestiti prima di questo limite temporale. In tal senso i dati della Banca dItalia hanno evidenziato che si stanno rafforzando i segnali di miglioramento nella capacità delle banche di smaltire le posizioni in sofferenza. In particolare, per le posizioni aperte nel 2015 (ultimo anno per il quale si può valutare il tasso di smaltimento a due anni), il numero di posizioni chiuse entro un biennio dallingresso a sofferenza, pari al 58% del totale, è notevolmente aumentato rispetto a quanto registrato negli anni precedenti, ha osservato la nota di stabilità. Tali miglioramenti riflettono ladozione di politiche di gestione attiva delle sofferenze da parte dagli intermediari.
Autore: Paolo Politi
Fonte:
Dow Jones Newswires
bce – sofferenze bancarie – banche