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Fintech & Insurtech, raccolta a 44 miliardi

Il 2018 si chiuderà come un nuovo anno record per gli investimenti nel fintech e le stime per il mercato globale dell’insurtech continuano ad essere rosee. In questo secondo caso, secondo il report InsurTech Market Forecast up to 2023» di Infoholic Research, i ricavi dell’industria sono attesi in crescita a 1,118 miliardi di dollari al 2023, con un incremento medio annuo del 16 %. Se il mercato a livello globale corre, anche in Italia si hanno dei segnali di attivismo nel comparto, tanto che gli italiani tra i 18 e i 74 anni che hanno provato almeno un servizio del fintech o dell’insurtech sono arrivati a 11 milioni. Vale a dire oltre un italiano su quattro, in forte crescita rispetto al 2017 (+54%). I dati emergono da un’indagine condotta dall’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano con Nielsen Italia che viene presentata oggi. «L’ecosistema finanziario deve accelerare il processo di trasformazione digitale per non farsi trovare impreparato: è necessario approfittare delle opportunità offerte da nuove tecnologie come la blockchain o le piattaforme di robo advisory, per proporre nuovi servizi di valore. Banche e assicurazioni possono rispondere alle sfide della trasformazione digitale mettendo l’innovazione al centro delle strategie e puntando sulla collaborazione con altri attori», osserva Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’osservatorio.
Ma quali sono i numeri delle startup del settore? L’Osservatorio ne ha censite 1.210 nate dopo il 2013 e che hanno ricevuto almeno un milione di dollari di finanziamenti nel periodo 2016-2018, per un totale di 43,7 miliardi raccolti a livello globale. Rispetto alla rilevazione del 2016, la crescita è notevole sia numericamente (+66%) che per investimenti (+70%). Gli Stati Uniti sono, ancora una volta, l’area che raccoglie più investimenti (13,9 miliardi di dollari), seguiti dalla Cina con 13,4 miliardi di finanziamenti, sede di quattro delle prime cinque startup al mondo per finanziamenti ricevuti e con il tasso di crescita più elevato (+233%).
Altri Paesi vantano startup che hanno superato il miliardo di dollari di finanziamento: il Regno Unito con 5,1 miliardi (+163% rispetto al 2016), seguito da Australia e India con 1,2 miliardi ciascuna ( +227% e +184%). L’Italia è ancora lontana da queste realtà, ma l’evoluzione è positiva: otto startup hanno superato la soglia del milione di dollari di finanziamenti ricevuti, per 44 milioni di dollari contro i 20 del 2016.
Nel dettaglio le startup si stanno polarizzando sull’offerta di alcuni servizi, secondo l’analisi dell’Osservatorio. Oltre metà delle società innovative (51%) offre servizi di banking, una su quattro (23%) di investment service, il 17% si divide fra soluzioni di marketing, big data, security e altri, il 9% propone servizi assicurativi. Quest’ultima categoria, denominata solitamente Insurtech, comprende 107 startup e mostra il tasso di crescita più elevato (+174%).
L’industria pone certamente un problema nella relazione fra nuovi attori del mercato e player tradizionali, che stanno spingendo sull’openinnovation per non restare indietro. Secondo il report dell’Osservatorio, solo il 24% delle nuove imprese adotta un modello di business collaborativo che mira ad aiutare le banche nella trasformazione digitale o vede gli attori tradizionali come intermediari attraverso cui offrire i propri servizi (8%). La maggior parte delle startup punta, invece, a sostituirsi a banche e assicurazioni, ponendosi come concorrente su un numero ristretto di servizi (70%) o addirittura offrendo un pacchetto completo di servizi bancari e assicurativi (6%). Il mercato, quindi, si sta complicando anche per l’ingresso di altri player dell’innovazione, che da altri settori potrebbero spostarsi a quello finanziario, come Facebook, Amazon e Google. Una sfida non da poco per banche e assicurazioni tradizionali.


Autore: Monica D’Ascenzo
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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