Le ultime rilevazioni sulle famiglie italiane mostrano due facce della stessa medaglia, da un lato, se ci si ferma all’analisi Cgia, viene evidenziato l’aumento dell’indebitamento delle famiglie italiane specie negli ultimi tre anni e dall’altro, se si va oltre i confini nazionali attraverso l’analisi Fabi, sindacato autonomo dei bancari sui dati della Banca D’Italia, si evidenzia, in realtà, una situazione molto meno allarmante, in cui gli italiani conservano ancora il loro essere molto più formichine rispetto alle altre famiglie facendo un confronto internazionale.
Nello specifico attraverso le analisi della Cgia viene lanciato un allarme in cui si evidenzia come le famiglie italiane siano tornate ad indebitarsi molto nell’ultimo periodo, proprio per effetto di un ritorno delle banche all’erogazione dei prestiti. I dati mostrano come i nuclei famigliari si siano indebitati per un importo medio pari a 20.549 euro e che nell’insieme i ‘passivi’ con banche e istituti finanziai accumulati siano pari a 534 miliardi di euro, con un aumento di 40,6 miliardi di euro (+8,2 per cento) in tre anni.
Ma Nonostante la Cgia sottolinei preoccupata il ritorno ad un livello elevato di indebitamento per i nuclei famigliari, a smorzare le preoccupazioni, fa eco lo specchietto diffuso dalla Fabi, ove emerge, invece, come le famiglie italiane siano molto più “formichine” delle altre, facendo un confronto internazionale. Escludendo, come si evince dalla tabella sotto riportata, alcune eccezioni Regno Unito e Usa, noi italiani risultiamo infatti quelli con l’incidenza di ricchezza finanziaria sul reddito disponibile maggiore. Inoltre siamo altresì quelli con il minore carico di debiti rispetto agli altri.
Le cifre, certamente interessanti per un confronto tra i confini interni, elaborate dall’Ufficio studi della CGIA, sono riferite al 31 dicembre 2017 e mostrano come dal 2014 sia mutato l’andamento dell’indebitamento. Il debito dal 2014 al 2017 è risultato in costante crescita; +8,2 per cento, determinato in buona parte, e questo ci pare in realtà un aspetto positivo dopo la stretta degli anni passati, dal fatto che gli istituti di credito siano tornati a prestare i soldi alle famiglie italiane.
Stando l’Ufficio studi della CGIA, le famiglie più “esposte” con le banche alla fine del 2017 abitavano in Lombardia: 1° posto quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.595 euro; al 2° posto quelle di Monza-Brianza, con 29.078 euro e al 3° le residenti a Lodi, con 27.631 euro. Al 4°, fuori da un podio virtuale, Como: il debito medio ammontava a 27.501 euro.
Negli ultimi posti della graduatoria nazionale, invece, si trovano le famiglie residenti nel profondo Sud, come quelle di Reggio Calabria, con un debito di 10.301 euro, quelle di Vibo Valentia, con 9.411. Le famiglie in assoluto meno indebitate d’Italia sono quelle che risiedono a Enna, con un “rosso” a 9.169 euro.
Le ultime rilevazioni sulle famiglie italiane mostrano due facce della stessa medaglia, da un lato, se ci si ferma all’analisi Cgia, viene evidenziato l’aumento dell’indebitamento delle famiglie italiane specie negli ultimi tre anni e dall’altro, se si va oltre i confini nazionali attraverso l’analisi Fabi, sindacato autonomo dei bancari sui dati della Banca D’Italia, si evidenzia, in realtà, una situazione molto meno allarmante, in cui gli italiani conservano ancora il loro essere molto più formichine rispetto alle altre famiglie facendo un confronto internazionale.
Nello specifico attraverso le analisi della Cgia viene lanciato un allarme in cui si evidenzia come le famiglie italiane siano tornate ad indebitarsi molto nell’ultimo periodo, proprio per effetto di un ritorno delle banche all’erogazione dei prestiti. I dati mostrano come i nuclei famigliari si siano indebitati per un importo medio pari a 20.549 euro e che nell’insieme i ‘passivi’ con banche e istituti finanziai accumulati siano pari a 534 miliardi di euro, con un aumento di 40,6 miliardi di euro (+8,2 per cento) in tre anni.
Ma Nonostante la Cgia sottolinei preoccupata il ritorno ad un livello elevato di indebitamento per i nuclei famigliari, a smorzare le preoccupazioni, fa eco lo specchietto diffuso dalla Fabi, ove emerge, invece, come le famiglie italiane siano molto più “formichine” delle altre, facendo un confronto internazionale. Escludendo, come si evince dalla tabella sotto riportata, alcune eccezioni Regno Unito e Usa, noi italiani risultiamo infatti quelli con l’incidenza di ricchezza finanziaria sul reddito disponibile maggiore. Inoltre siamo altresì quelli con il minore carico di debiti rispetto agli altri.
Le cifre, certamente interessanti per un confronto tra i confini interni, elaborate dall’Ufficio studi della CGIA, sono riferite al 31 dicembre 2017 e mostrano come dal 2014 sia mutato l’andamento dell’indebitamento. Il debito dal 2014 al 2017 è risultato in costante crescita; +8,2 per cento, determinato in buona parte, e questo ci pare in realtà un aspetto positivo dopo la stretta degli anni passati, dal fatto che gli istituti di credito siano tornati a prestare i soldi alle famiglie italiane.
Stando l’Ufficio studi della CGIA, le famiglie più “esposte” con le banche alla fine del 2017 abitavano in Lombardia: 1° posto quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.595 euro; al 2° posto quelle di Monza-Brianza, con 29.078 euro e al 3° le residenti a Lodi, con 27.631 euro. Al 4°, fuori da un podio virtuale, Como: il debito medio ammontava a 27.501 euro.
Negli ultimi posti della graduatoria nazionale, invece, si trovano le famiglie residenti nel profondo Sud, come quelle di Reggio Calabria, con un debito di 10.301 euro, quelle di Vibo Valentia, con 9.411. Le famiglie in assoluto meno indebitate d’Italia sono quelle che risiedono a Enna, con un “rosso” a 9.169 euro.