E’ la Cina il Paese che effettua il maggior numero di pagamenti via smartphone: secondo un rapporto di McKinsey nel 2016 in Cina sono state concluse via smartphone operazioni per 790 miliardi di dollari (più di dieci volte il valore transato negli Stati Uniti). E per pagare i cinesi usano Alipay, la piattaforma fintech di Ant financial, controllata dal colosso dell’ecommerce Alibaba, che è presente sugli smartphone di oltre la metà della popolazione. Gli utenti registrati ad Alipay sono in tutto il mondo circa 840 milioni, e di questi oltre 600 milioni sono cinesi. Numeri da capogiro che fanno gola ai negozi e alle grandi catene in Italia che si stanno muovendo per garantire ai turisti cinesi, che vengono a fare shopping da noi, la possibilità di pagare con Alipay. Per ora il pagamento con Alipay passa attraverso le banche che integrano l’App, attraverso software o qr code, ai principali circuiti di pagamento a cominciare dai Pos. Attualmente questo è possibile già con Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banca Sella. E da qualche giorno anche il Duomo di Milano si è aperto ad Alipay grazie ai servizi di acquiring di Intesa Sanpaolo, che ha firmato l’avvio della collaborazione con Veneranda Fabbrica del Duomo, l’ente preposto alla conservazione e valorizzazione del monumento. L’accordo punta a migliorare i servizi di informazione, accoglienza e accesso ai turisti cinesi. Esibendo l’app Alipay installata sul proprio smartphone, sarà possibile effettuare il pagamento in modalità cashless tramite i pos di Intesa Sanpaolo abilitati, presenti nelle biglietterie ufficiali e nel Duomo Shop.
Nel suo piccolo, PosteItaliane ha lanciato un’iniziativa in collaborazione con Mastercard per offrire supporto finanziario alle start up che studiano soluzioni di pagamento digitale per le piattaforme Fintech. E’ questo il focus di PostepayCrowd 2.0 che sostiene i progetti di innovazione, Fintech e trasformazione digitale. Dal 2 luglio sono online i primi progetti e chi raggiungerà il traguardo di raccolta prefissato in 40 giorni potrà accedere al cofinanziamento di Poste Italiane-Mastercard per un importo massimo di 5mila euro a progetto (più un ulteriore bonus di 15mila euro per una campagna di comunicazione a favore dei progetti più meritevoli). Verrà messo a disposizione delle start up un servizio di consulenza esteso alla fase di avviamento dell’impresa, per orientare i progettisti al giusto posizionamento sul mercato, consigliare le imprese nell’elaborazione delle strategie di marketing più efficaci e guidarle verso il raggiungimento del budget necessario.
D’altronde il futuro del financial services sta nella collaborazione tra Fintech e banche-aziende tradizionali, come sostiene il recente report di Capgemini e LinkedIn, in collaborazione con Efma, World FinTech Report 2018. A rilanciare il report è l’ufficio studi di BorsadelCredito.it che elenca i 5 motivi per cui una collaborazione tra banche o confidi e marketplace lending è utile e redditizia per entrambi:
- banche e marketplace lending operano in mercati con poche sovrapposizioni;
- per la banca, avere la possibilità di offrire un prodotto di credito alternativo è un’occasione di fidelizzazione;
- il referral scheme – che può nascere da un accordo privato tra una banca e una fintech e non deve necessariamente piovere dall’alto di un’imposizione del legislatore – è anche uno strumento di diversificazione del rischio;
- una collaborazione con il marketplace lending offre alle banche la possibilità di rispondere a un’esigenza di breve termine dell’imprenditore, per cui il fattore tempo è spesso una chiave imprescindibile di successo;
- il ritorno di immagine per la banca in termini di efficienza è enorme. Secondo Accenture, in Europa il numero di operatori tradizionali si è ridotto del 40% rispetto al 2015 da 8.500 a circa 5.300 a favore dell’ingresso di altri attori di origine Fintech (oltre 800), che rappresentano oggi il 12% degli operatori (challenger banks, payments, specialist).
E’ la Cina il Paese che effettua il maggior numero di pagamenti via smartphone: secondo un rapporto di McKinsey nel 2016 in Cina sono state concluse via smartphone operazioni per 790 miliardi di dollari (più di dieci volte il valore transato negli Stati Uniti). E per pagare i cinesi usano Alipay, la piattaforma fintech di Ant financial, controllata dal colosso dell’ecommerce Alibaba, che è presente sugli smartphone di oltre la metà della popolazione. Gli utenti registrati ad Alipay sono in tutto il mondo circa 840 milioni, e di questi oltre 600 milioni sono cinesi. Numeri da capogiro che fanno gola ai negozi e alle grandi catene in Italia che si stanno muovendo per garantire ai turisti cinesi, che vengono a fare shopping da noi, la possibilità di pagare con Alipay. Per ora il pagamento con Alipay passa attraverso le banche che integrano l’App, attraverso software o qr code, ai principali circuiti di pagamento a cominciare dai Pos. Attualmente questo è possibile già con Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banca Sella. E da qualche giorno anche il Duomo di Milano si è aperto ad Alipay grazie ai servizi di acquiring di Intesa Sanpaolo, che ha firmato l’avvio della collaborazione con Veneranda Fabbrica del Duomo, l’ente preposto alla conservazione e valorizzazione del monumento. L’accordo punta a migliorare i servizi di informazione, accoglienza e accesso ai turisti cinesi. Esibendo l’app Alipay installata sul proprio smartphone, sarà possibile effettuare il pagamento in modalità cashless tramite i pos di Intesa Sanpaolo abilitati, presenti nelle biglietterie ufficiali e nel Duomo Shop.
Nel suo piccolo, PosteItaliane ha lanciato un’iniziativa in collaborazione con Mastercard per offrire supporto finanziario alle start up che studiano soluzioni di pagamento digitale per le piattaforme Fintech. E’ questo il focus di PostepayCrowd 2.0 che sostiene i progetti di innovazione, Fintech e trasformazione digitale. Dal 2 luglio sono online i primi progetti e chi raggiungerà il traguardo di raccolta prefissato in 40 giorni potrà accedere al cofinanziamento di Poste Italiane-Mastercard per un importo massimo di 5mila euro a progetto (più un ulteriore bonus di 15mila euro per una campagna di comunicazione a favore dei progetti più meritevoli). Verrà messo a disposizione delle start up un servizio di consulenza esteso alla fase di avviamento dell’impresa, per orientare i progettisti al giusto posizionamento sul mercato, consigliare le imprese nell’elaborazione delle strategie di marketing più efficaci e guidarle verso il raggiungimento del budget necessario.
D’altronde il futuro del financial services sta nella collaborazione tra Fintech e banche-aziende tradizionali, come sostiene il recente report di Capgemini e LinkedIn, in collaborazione con Efma, World FinTech Report 2018. A rilanciare il report è l’ufficio studi di BorsadelCredito.it che elenca i 5 motivi per cui una collaborazione tra banche o confidi e marketplace lending è utile e redditizia per entrambi: