In occasione della relazione annuale i magistrati contabili della Corte dei Conti, partendo proprio dalle stime degli incassi sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, hanno annunciato il flop dell’operazione “non ha dato i risultati sperati”. E’ venuto meno il target preventivato, infatti, precisano, dei 17.8 miliardi previsti a seguito delle istante pervenute, in realtà ben 9.6 miliardi non sono stati riscossi. I numeri iniziali della rottamazione facevano ben sperare, ma qualcosa evidentemente è andato storto. Nello specifico a fare domanda di definizione agevolata sono stati i titolari di debiti per 31.27 miliardi, soggetti che avrebbero potuto fare pace con il fisco senza pagare sanzioni ed interessi, il cui conto si sarebbe dovuto chiudere con 17.8 miliardi. Ma le rate effettivamente incassate si fermano a 8.2 , ossia solo al 46% dell’introito atteso. Dunque la Corte dei Conti sottolinea che i 9.6 miliardi mancanti con buona probabilità non arriveranno, le ragioni sono state spiegate da Ermanno Granelli, il presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo, per una parte di queste posizioni, precisa, si può affermare che “l’istanza di rottamazione ha avuto essenzialmente finalità dilatorie.” Il debitore avrebbe sì fatto domanda e magari pagato la prima rata per poi però nuovamente interrompere il rapporto col fisco. Vi è da dire che se è pur vero che la rottamazione aveva fatto ‘gola a molti’ debitori, scontando more e multe, in realtà imponeva l’obbligo di pagare in tempi molto più ristretti rispetto ad una rateazione ordinaria , per questo è possibile che taluni contribuenti per mancanza di liquidità siano, avendo saltato una rata, rientrati negli obblighi normali, facendo decadere il vantaggio della rottamazione in essere.
Un risultato pesantemente negativo, quello evidenziato dalla Corte dei Conti che sottolinea come si affermino “condotte fiscali che si risolvono nel mancato pagamento delle imposte evidenziate nelle dichiarazioni tributarie” che mette in discussione in parte il senso di quelle misure pensate per sanare posizioni fiscali pendenti che permettono di offrire uno scambio tra contribuente e fisco. Garantendo al primo una forma di convenienza e assicurando, o almeno questo il fine, un extragettito allo Stato. E che rischiano di mettere in cattiva luce, dati i risultati ottenuti dalla misura analoga introdotta dal precedente governo tutt’altro che incoraggianti, le idee del nuovo Governo si pensi al condono Equitalia fino a 100mila euro proposto da Salvini,. La maxi sanatoria fiscale ideata dal governo giallo verde comprenderebbe sia le cartelle Equitalia che le liti fiscali, stando alle indiscrezioni di Repubblica, e riguarderebbe almeno 100 miliardi totali di tasse non pagate o contestate davanti ai giudici dai contribuenti italiani. Nonostante l’amarezza degli esperti per gli ultimi risultati emersi, dal punto di vista della finanza pubblica, comunque, è bene ricordare che la prima rottamazione ha superato gli obiettivi, mentre per la seconda il contatore si fermerà con l’ultima rata di febbraio 2019. Certo resta il peso delle affermazioni poco soddisfacenti ad oggi da parte della Corte dei Conti, che evidenzia come tra le adesioni e i versamenti reali, insomma, continuino ad esserci differenze e spesso sostanziali.
In occasione della relazione annuale i magistrati contabili della Corte dei Conti, partendo proprio dalle stime degli incassi sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, hanno annunciato il flop dell’operazione “non ha dato i risultati sperati”. E’ venuto meno il target preventivato, infatti, precisano, dei 17.8 miliardi previsti a seguito delle istante pervenute, in realtà ben 9.6 miliardi non sono stati riscossi. I numeri iniziali della rottamazione facevano ben sperare, ma qualcosa evidentemente è andato storto. Nello specifico a fare domanda di definizione agevolata sono stati i titolari di debiti per 31.27 miliardi, soggetti che avrebbero potuto fare pace con il fisco senza pagare sanzioni ed interessi, il cui conto si sarebbe dovuto chiudere con 17.8 miliardi. Ma le rate effettivamente incassate si fermano a 8.2 , ossia solo al 46% dell’introito atteso. Dunque la Corte dei Conti sottolinea che i 9.6 miliardi mancanti con buona probabilità non arriveranno, le ragioni sono state spiegate da Ermanno Granelli, il presidente di coordinamento delle sezioni riunite in sede di controllo, per una parte di queste posizioni, precisa, si può affermare che “l’istanza di rottamazione ha avuto essenzialmente finalità dilatorie.” Il debitore avrebbe sì fatto domanda e magari pagato la prima rata per poi però nuovamente interrompere il rapporto col fisco. Vi è da dire che se è pur vero che la rottamazione aveva fatto ‘gola a molti’ debitori, scontando more e multe, in realtà imponeva l’obbligo di pagare in tempi molto più ristretti rispetto ad una rateazione ordinaria , per questo è possibile che taluni contribuenti per mancanza di liquidità siano, avendo saltato una rata, rientrati negli obblighi normali, facendo decadere il vantaggio della rottamazione in essere.
Un risultato pesantemente negativo, quello evidenziato dalla Corte dei Conti che sottolinea come si affermino “condotte fiscali che si risolvono nel mancato pagamento delle imposte evidenziate nelle dichiarazioni tributarie” che mette in discussione in parte il senso di quelle misure pensate per sanare posizioni fiscali pendenti che permettono di offrire uno scambio tra contribuente e fisco. Garantendo al primo una forma di convenienza e assicurando, o almeno questo il fine, un extragettito allo Stato. E che rischiano di mettere in cattiva luce, dati i risultati ottenuti dalla misura analoga introdotta dal precedente governo tutt’altro che incoraggianti, le idee del nuovo Governo si pensi al condono Equitalia fino a 100mila euro proposto da Salvini,. La maxi sanatoria fiscale ideata dal governo giallo verde comprenderebbe sia le cartelle Equitalia che le liti fiscali, stando alle indiscrezioni di Repubblica, e riguarderebbe almeno 100 miliardi totali di tasse non pagate o contestate davanti ai giudici dai contribuenti italiani. Nonostante l’amarezza degli esperti per gli ultimi risultati emersi, dal punto di vista della finanza pubblica, comunque, è bene ricordare che la prima rottamazione ha superato gli obiettivi, mentre per la seconda il contatore si fermerà con l’ultima rata di febbraio 2019. Certo resta il peso delle affermazioni poco soddisfacenti ad oggi da parte della Corte dei Conti, che evidenzia come tra le adesioni e i versamenti reali, insomma, continuino ad esserci differenze e spesso sostanziali.