Dopo 18 mesi di intense trattative, i ministri delle Finanze dellUnione europea hanno approvato stamani qui a Bruxelles un atteso pacchetto di misure che dovrebbe servire a ridurre i rischi nei bilanci bancari. Sul tavolo, nuovi requisti patrimoniali. In assenza di governo con i pieni poteri a Roma, la delegazione italiana si è astenuta, spiegando che dal suo punto di vista la riduzione dei rischi deve accompagnarsi a una condivisione dei rischi.
«Il Consiglio ha approvato un approccio generale sul pacchetto bancario», ha detto durante la riunione ministeriale Vladislav Goranov, il ministro delle Finanze della Bulgaria, il Paese che in questo semestre dell’anno ha la presidenza dell’Unione. Le misure approvate oggi a livello ministeriale saranno ora oggetto di un prossimo negoziato con il Parlamento europeo. Inoltre, dovrebbero permettere piccoli passi avanti verso il completamento dell’unione bancaria.
Sul tavolo dei ministri oggi c’era in particolare il Mrel, un nuovo requisito patrimoniale da usare al momento di una risoluzione bancaria. A riunione ancora in corso mancavano i dettagli del compromesso. In questa settimane i Paesi erano divisi tra quelli che consideravano un tasso dell’8% delle passività totali e dei fondi propri un tetto (tra questi la Francia e l’Italia), e quelli che invece ritenevano dovesse essere un punto di partenza, almeno per alcune banche (tra questi la Germania e l’Olanda).
Rappresentata dall’ambasciatore presso l’Unione europea Maurizio Massari, lItalia ha preferito astenersi, spiegando tra le altre cose che il Paese è convinto che la riduzione dei rischi debba andare in parallelo con una condivisione dei rischi. Il pacchetto approvato oggi dovrebbe consentire in giugno ai Ventotto di accordarsi sulla possibilità che il Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) diventi il paracadute del Fondo europeo di risoluzione bancaria (Srf).
Gli altri tasselli dell’unione bancaria sono ancora molto incerti. La concretizzazione di una garanzia unica dei depositi appare lontana. «Un accordo sul pacchetto bancario è importante per la stabilità finanziaria della zona euro», spiegava ieri sera il direttore generale dell’Esm Klaus Regling. Commentava stamani il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis: «L’intesa è una pietra miliare nella riduzione dei rischi».
È molto probabile che la scelta italiana di astenersi nel voto di oggi qui a Bruxelles non sia legata solo alla sostanza del provvedimento, ma anche all’assenza di un governo con i pieni poteri. A Roma il presidente del Consiglio designato Giuseppe Conte sta lavorando in queste ore alla formazione di un nuovo esecutivo. Ciò detto, il tema bancario rischia di essere una questione spinosa nei rapporti tra Bruxelles e Roma nei prossimi mesi.
Autore: Beda Romano
Fonte:
Il Sole 24 Ore
rischi – bilanci – ue – ecofin – banche
Dopo 18 mesi di intense trattative, i ministri delle Finanze dellUnione europea hanno approvato stamani qui a Bruxelles un atteso pacchetto di misure che dovrebbe servire a ridurre i rischi nei bilanci bancari. Sul tavolo, nuovi requisti patrimoniali. In assenza di governo con i pieni poteri a Roma, la delegazione italiana si è astenuta, spiegando che dal suo punto di vista la riduzione dei rischi deve accompagnarsi a una condivisione dei rischi.
«Il Consiglio ha approvato un approccio generale sul pacchetto bancario», ha detto durante la riunione ministeriale Vladislav Goranov, il ministro delle Finanze della Bulgaria, il Paese che in questo semestre dell’anno ha la presidenza dell’Unione. Le misure approvate oggi a livello ministeriale saranno ora oggetto di un prossimo negoziato con il Parlamento europeo. Inoltre, dovrebbero permettere piccoli passi avanti verso il completamento dell’unione bancaria.
Sul tavolo dei ministri oggi c’era in particolare il Mrel, un nuovo requisito patrimoniale da usare al momento di una risoluzione bancaria. A riunione ancora in corso mancavano i dettagli del compromesso. In questa settimane i Paesi erano divisi tra quelli che consideravano un tasso dell’8% delle passività totali e dei fondi propri un tetto (tra questi la Francia e l’Italia), e quelli che invece ritenevano dovesse essere un punto di partenza, almeno per alcune banche (tra questi la Germania e l’Olanda).
Rappresentata dall’ambasciatore presso l’Unione europea Maurizio Massari, lItalia ha preferito astenersi, spiegando tra le altre cose che il Paese è convinto che la riduzione dei rischi debba andare in parallelo con una condivisione dei rischi. Il pacchetto approvato oggi dovrebbe consentire in giugno ai Ventotto di accordarsi sulla possibilità che il Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) diventi il paracadute del Fondo europeo di risoluzione bancaria (Srf).
Gli altri tasselli dell’unione bancaria sono ancora molto incerti. La concretizzazione di una garanzia unica dei depositi appare lontana. «Un accordo sul pacchetto bancario è importante per la stabilità finanziaria della zona euro», spiegava ieri sera il direttore generale dell’Esm Klaus Regling. Commentava stamani il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis: «L’intesa è una pietra miliare nella riduzione dei rischi».
È molto probabile che la scelta italiana di astenersi nel voto di oggi qui a Bruxelles non sia legata solo alla sostanza del provvedimento, ma anche all’assenza di un governo con i pieni poteri. A Roma il presidente del Consiglio designato Giuseppe Conte sta lavorando in queste ore alla formazione di un nuovo esecutivo. Ciò detto, il tema bancario rischia di essere una questione spinosa nei rapporti tra Bruxelles e Roma nei prossimi mesi.
Autore: Beda Romano
Fonte:
Il Sole 24 Ore
rischi – bilanci – ue – ecofin – banche